
C’è una verità che brucia: nelle Marche un cittadino su dieci rinuncia a curarsi. Non perché non ne ha bisogno, ma perché non può.
Liste d’attesa infinite. Pronto soccorso trasformati in gironi danteschi. Medici e infermieri stremati che scappano all’estero o nel privato. E intanto la sanità privata cresce come un mostro che si nutre delle tue fragilità. C’è un’immagine che racconta tutto questo meglio di mille statistiche: Una persona che si sente male, telefona per prenotare una visita, e si sente rispondere: “Prossima disponibilità tra nove mesi”. Nove mesi. Un tempo sufficiente a mettere al mondo un figlio.
Troppo, infinitamente troppo, per curare una malattia. Oggi, nelle Marche, accade questo. E accade ogni giorno. La sanità pubblica – quella che dovrebbe essere il pilastro di una comunità giusta – è stata ridotta a un sistema che seleziona in base al portafoglio. Chi ha soldi si rivolge al privato. Chi non ne ha resta intrappolato in liste d’attesa interminabili. Questa non è sanità. È un gioco d’azzardo con la salute delle persone.
Il Movimento 5 Stelle Marche ha deciso di mettere un punto. Non con dichiarazioni di facciata, ma con un piano preciso. Lo trovi a pagina 4 del nostro programma, nero su bianco. È lì che si delineano le scelte che possono restituire dignità alla cura. Cosa significa, in concreto? Un nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale: pensato per i cittadini, non per i bilanci. Case della Comunità realmente operative, non scatole vuote: luoghi vicini, con medici, infermieri e psicologi disponibili. Telemedicina che funziona, non annunci: visite e controlli possibili anche da remoto, con strumenti digitali adeguati. Stabilizzazione del personale sanitario: basta precariato, basta gettonisti. Serve riconoscere il valore di chi lavora in corsia. Sanità mentale al centro, con investimenti seri, pari al 3,5% del budget complessivo, e una rete regionale per sostenere chi affronta disturbi oggi troppo trascurati. Non si tratta solo di curare chi sta male. Si tratta di restituire fiducia.
Perché quando un cittadino chiama e trova una risposta certa, si sente parte di una comunità che non lo lascia solo. Il programma del Movimento 5 Stelle Marche non parla di ospedali come contenitori, ma di una rete che entra nelle case: assistenza domiciliare, servizi per anziani, infermieri di comunità. È un modello che mette la persona al centro, non come numero in un foglio Excel, ma come individuo con diritti e bisogni reali. Alcuni diranno che è troppo ambizioso. Chi lo dice è lo stesso che ha accettato lo sfacelo attuale come inevitabile. Ma inevitabile non è. Lo dimostrano le regioni che hanno investito, lo dimostrano i professionisti che chiedono solo di poter lavorare in condizioni dignitose, lo dimostrano i cittadini che ancora credono in una sanità pubblica forte. A pagina 4 del programma trovi ogni passaggio, ogni dettaglio. Non slogan, ma soluzioni operative.
E allora la domanda è semplice: vogliamo continuare a vivere in una regione dove curarsi è un privilegio? Oppure vogliamo riportare la salute a ciò che deve essere: un diritto inviolabile, garantito a tutti, in ogni angolo delle Marche? Noi abbiamo scelto. Abbiamo scritto un piano. Ora tocca ai cittadini decidere se restare spettatori rassegnati o diventare protagonisti di una svolta. E quando la salute torna davvero nelle mani dei cittadini, non è solo un sistema che cambia. È un’intera comunità che rinasce.