venerdì 27 gennaio 2017

M5S Fano: "L'importante è la Salute" incontro sulla Sanità (VIDEO)


Incontro sulla sanità targata 5 Stelle per discutere insieme delle problematiche dell'attuale "riforma" e delle proposte del Movimento a livello nazionale, regionale e locale perché si torni ad avere un servizio efficiente e vicino ai cittadini. 

Sono intervenuti: 

ANDREA CECCONI (M5S Camera) 
PIERGIORGIO FABBRI (M5S Regione Marche) 
ROMINA PERGOLESI (M5S Regione Marche) 
GABRIELE BONCI (Sindaco M5S Fossombrone (PU)) 
NICOLA MAGI (Vice-Sindaco di Montelabbate (PU)) 
SILVIA D'EMIDIO (Portavoce M5S in Comune a Pesaro) 
MARTA RUGGERI Portavoce M5S in Comune a Fano) 

Non mancare: informarsi è tutto, partecipare è importante.
A Fano presso COOP Tre Ponti Via Chiaruccia 16, 61032.

giovedì 26 gennaio 2017

Dal 10 Febbraio su Netflix Grillo VS Grillo


Da una parte c’è il comico e dall’altra c’è il politico. Da una parte l’indifeso sfottitore, difensore di italiche libertà e umorista d’annata; dall’altra, il fondatore del Movimento 5 Stelle, il papà della rivoluzione dal basso, l’Io tonante del sacro blog. In mezzo un palco. Anzi, meglio: uno spettacolo. Si intitola Grillo vs Grillo e il protagonista è lui, l’instancabile Beppe, che dopo i teatri, la Rete e i palazzi del potere, si prepara ad arrivare anche su Netflix.  

La voce circola da un mese, ma chissà perché è passata praticamente in sordina: anche nelle ultime interviste rilasciate da Ted Sarandos, responsabile dei contenuti di Netflix, non se ne fa parola; solo un accenno, ogni tanto, allo show di «un comico italiano conosciuto in tutto il mondo» e nient’altro. 

Oggi, insieme alla locandina (che potete vedere qui, su queste pagine), c’è anche la data: 10 febbraio, la «release», come si dice per questi canali in streaming, tra meno di un mese. Lo spettacolo lo conosciamo: è lo stesso che Grillo, l’anno scorso, ha portato in giro per tutta l’Italia («Una volta – scherzava per i mancati tutto-esaurito – qui riempivo i palasport»). La replica che sarà disponibile in streaming è quella del Teatro Politeama di Genova, città natale del comico. Il copione è lo stesso: il paradosso di chi, anima satirica, si ritrova a capo di un partito - pardon, di un movimento – politico.  

Senza dare giudizi sul contenuto, è comunque una buona notizia: Grillo vs Grillo, infatti, è il primo show italiano di stand-up comedy (o presunta tale) diffuso da Netflix. E chissà: dovesse andare bene, potrebbe non essere l’unico.

(La Stampa)

lunedì 23 gennaio 2017

Alessandro Di Battista (M5S) L'Italia una Repubblica fondata sulla precarietà

Nel 2016 sono stati venduti in Italia 134 milioni di voucher. I voucher sono i buoni-lavoro da 10 euro che stanno trasformando una Repubblica fondata - in teoria - sul lavoro nella Repubblica della precarietà. I poveri aumentano ogni giorni, qui da noi e nel mondo intero. In Italia, dati relativi al 2016, i primi 7 miliardari detengono una ricchezza superiore a quella del 30% più povero del Paese. Nel mondo 8 uomini, da soli, vantano quasi 430 miliardi di dollari di patrimonio personale, la stessa ricchezza in mano alla metà più povera del pianeta: 3,6 miliardi di persone. Queste sono le conseguenze del libero mercato che libero non è mai, della globalizzazione senza regole e del nuovo nemico: il capitalismo finanziario. Ogni giorno ascoltiamo storie drammatiche, i licenziamenti in Almaviva, decine di migliaia di giovani che fuggono, pensionati che campano con 440 euro al mese. Tra l'altro si assiste ad un fenomeno nuovo: i poveri che lavorano! Un tempo i poveri erano soprattutto i disoccupati, oggi, secondo un rapporto della Caritas, i “nuovi poveri” sono i giovani lavoratori. Ragazzi e ragazze che hanno studiato, che hanno faticato per trovare un lavoro, che escono di casa presto e tornano tardi e che rinunciano a una pizza con gli amici perché non possono permettersela. Non c'è altra soluzione al di fuori del reddito di cittadinanza! Vi prego, non collegatelo all'assistenzialismo, non è così. Si tratta di un diritto, perché molti lavori spariranno da qui a 10 anni e molti studenti si stanno preparando a lavori che, una volta laureati, forse non ci saranno più. E' il reddito che ti permette di stare dentro o ai margini di una società ed è il reddito di cittadinanza lo strumento per non dover cedere di fronte ai ricatti di datori di lavoro senza scrupoli. Io sto pensando ad ogni idea possibile e immaginabile per far passare questo tema, vi proporrò iniziative di vario tipo. Anche qualcosa mai fatto prima. Per stare insieme (ne abbiamo tutti un gran bisogno), per “alzarsi dal divano” e per portare avanti una battaglia di civiltà. A riveder le stelle!

sabato 21 gennaio 2017

Attentato in Libia: Minniti ritiri diplomatici


Un'autobomba è esplosa di fronte al ministero della Pianificazione a Tripoli, in una zona della capitale libica vicina all'ambasciata italiana.
Dal giorno dell'annuncio della sua riapertura noi del M5S chiediamo a Minniti di tornare sui suoi passi perché si sta giocando con la vita del corpo diplomatico e dei carabinieri in loco dando, inoltre, un segnale politico drammaticamente sbagliato.
In Libia, infatti, nessuno riconosce l'autorità di Al-Serraj dato che il paese è controllato per l'80% dal duo Haftar/Ghwell (pozzi di petrolio inclusi).
In poche parole, veniamo percepiti come coloro che sostengono l'invasore.
 Gentiloni ritiri subito la delegazione diplomatica e faccia di tutto per allargare il confronto a tutti gli attori libici sotto la guida del Presidente Al-Thani prima che scorra sangue italiano sotto la sua responsabilità.
Sarebbe intollerabile.


(Manlio Di Stefano M5S Camera)






martedì 17 gennaio 2017

Anche TRUMP vuole rivedere la Nato


Il Presidente americano, in un'intervista alla tedesca Bild, ha commentato così sulla NATO:
"È obsoleta, prima perché venne disegnata molti, molti anni fa, poi perché gli stati membro non stanno pagando quanto dovrebbero e, inoltre, perché non contrasta il terrorismo".
Ora mi aspetto che tutti i grandi strateghi italiani, legati a doppio filo a concetti e scenari post bellici, si scatenino contro Trump come hanno fatto in questi giorni con me.
Ma come, il Presidente del Paese che più di ogni altro rappresenta la NATO ne parla così?
Ne ho lette e sentite di ogni, il tabù della NATO in Italia non l'aveva mai affrontato nessuno prima di noi o meglio, chi l'ha fatto l'ha sempre gestito con una logica utopistica del tutto o niente.
Noi abbiamo le idee molto chiare, sappiamo cosa serve in alternativa o, in caso di permanenza, sappiamo quali limiti l'Italia dovrà imporre alla sua partecipazione.
Ce ne sentirete parlare nel dettaglio nei mesi che verranno sia perché quest'argomento farà parte del programma Esteri e Difesa per le elezioni del 2018 sia perché arriverà in aula la legge di iniziativa popolare sulle basi e servitù militari che abbiamo portato avanti alla Camera dei Deputati.
Il mondo sta cambiando giorno dopo giorno, da oriente a occidente arrivano spallate poderose allo status quo in ogni suo ambito, noi siamo parte di tutto questo e lo facciamo con l'obiettivo di migliorare la vita degli italiani e il loro benessere.
È solo questione di tempo...

(Manlio Di Stefano M5S Camera)

lunedì 16 gennaio 2017

A Bruxelles lo chiamano "il conto di Renzi" l'uomo voragine


E come al solito le sue bugie le pagheremo con le nostre tasse.
Da Sindaco ha indebitato Firenze per arrivare a Palazzo Chigi. Poi a Palazzo Chigi ha indebitato l'Italia per foraggiare chi lo aveva mandato lì.
Risultato? Oltre 100 miliardi di euro di debiti e nessun conto in regola. Un uomo, un buco di bilancio.

Quando Renzi faceva il Sindaco di Firenze, il suo bilancio comunale è stato bocciato per quattro volte di fila dalla Corte dei Conti: "sappiamo solo che c’è uno sbilancio di 50 milioni di euro, dobbiamo trovare 50 milioni”, dichiarò il nuovo Sindaco di Firenze Nardella appena insediato a Palazzo Vecchio. I 50 milioni alla fine li stanno facendo pagare ai cittadini.
Lui spreca e sperpera con le promesse elettorali, poi lascia i suoi avatar a fare il lavoro sporco.

A Gentiloni tocca lo stesso destino di Nardella: nell'ultima Legge di Bilancio del Governo Renzi mancano all'appello 3,4 miliardi di euro, a Bruxelles lo chiamano "il conto di Renzi", ma in realtà vogliono farlo pagare a noi con una manovra straordinaria.
Per vincere al referendum, "l'uomo voragine" aveva promesso aumenti pensionistici, bonus di vario genere, abbassamento delle tasse, abolizione di Equitalia e una batteria di pentole in omaggio.
Promesse che già a novembre non quadravano nei conti della Commissione Europea, ma in UE si sono guardati bene dal certificarlo ufficialmente: per l'establishment doveva vincere il SI e non si doveva disturbare il manovratore.
 Purtroppo i rilievi sono arrivati questa settimana e si prospetta una manovra lacrime e sangue.
Sia chiaro, questi 3,4 miliardi di euro sono richieste fatte dalla UE in nome dell'austerity che noi abbiamo sempre combattuto. Soldi che in ogni caso non avremmo mai speso in mance elettorali.
Il Pd che finge di litigare con la UE prima delle elezioni e dopo esegue a testa bassa, ora vuole aumentare le tasse per colmare i 3,4 miliardi.
Io il "conto di Renzi" lo farei pagare al Pd, che prima critica i paramentri UE, poi li viola e poi abbassa la testa facendo pagare a noi.
A Junker, che per coprire la campagna referendaria truffaldina di Renzi ci presenta il conto solo ora, dico che ancora una volta ha dimostrato tutta l'ipocrisia e l'inadeguatezza di questa Unione Europea.

(Luigi Di Maio M5S Camera)

mercoledì 11 gennaio 2017

Marco Zanni eurodeputato M5S passa al gruppo ENF



Come un fulmine a ciel sereno arriva la notizia del giorno per la politica bergamasca: l’eurodeputato bergamasco Marco Zanni del Movimento 5 Stelle abbandona il gruppo Efdd ed aderisce allo Enf (Europa delle Nazioni e della Libertà), la formazione che vede al proprio interno la Lega Nord di Matteo Salvini oltre al Front National di Marine Le Pen e il Pvv di Geert Wilders.


Una mossa, quella del loverese, che spiazza tutti, Movimento 5 Stelle in primis.
Zanni lunedì aveva aspramente criticato la scelta di Beppe Grillo di passare ad Alde, definendosi “sconcertato” dopo aver appreso del referendum fatto sul famoso blog del leader genovese.
(Fonte BergamoNews)

Marco Affronte eurodeputato M5S passa ai Verdi

A partire da oggi entro a far parte, come indipendente, del Gruppo al Parlamento Europeo "Verdi - Alleanza Libera Europea". 
Resterò membro titolare delle Commissioni Pesca e Ambiente (PECH e ENVI). 
Il Gruppo V-ALE conterà così su 51 parlamentari da 18 Paesi diversi.

"Prime defezioni in Europa: i Verdi italiani danno il benvenuto all'europarlamentare Marco Affronte, ex M5s, che stamane ha aderito al gruppo europeo dei Verdi". A renderlo noto è Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi.
"Salutiamo l'entrata nella famiglia Verde europea e italiana dell'europarlamentare Marco Affronte" - scrivono in una nota i membri dell'esecutivo Nazionale dei Verdi Luana Zanella e Angelo Bonelli, che proseguono: "Marco Affronte è una persona di cui conosciamo il grande impegno nelle tematiche ecologiste. Siamo convinti che la sua presenza tra gli ecologisti italiani darà un grande contributo alle battaglie per la salvaguardia dell'ambiente e la promozione di una Europa più verde più giusta e più democratica. Affronte, con le sue competenze e la sua storia, non potrà che rafforzare i Verdi nel nostro Paese".


Lo stesso Affronte in una breve dichiarazione ha spiegato che si tratta di una "decisione sofferta" ma che "non ci sono più le condizioni per restare". L'eurodeputato ha detto di non sapere quanti altri seguiranno la sua strada e di non temere di dover pagare una penale.
L'eurodeputato pentastellato Marco Affronte ha deciso di abbandonare il gruppo EFDD ed entrerà oggi a titolo personale nel gruppo dei Verdi. Affronte è così il primo europarlamentare eletto col M5S a lasciare la delegazione grillina a Bruxelles dopo il tentativo fallito di aderire al gruppo ALDE e la successivo decisione di restare nella formazione euroscettica guidata da Nigel Farage. 
(Fonte ANSA)

martedì 10 gennaio 2017

Spiavano Renzi, Draghi e Monti, due arresti a Roma.

A finire in carcere Giulio Occhionero, 45 anni, ingegnere nucleare e sua sorella Francesca Maria, 49 anni, noti personaggi dell'alta finanza capitolina residenti a Londra ma domiciliati nella Capitale. L'operazione è stata condotta in collaborazione con la Cyber Division dell'Fbi. Il Gip: "Altamente probabile lo spionaggio politico e militare"

Tenevano sotto controllo i pc degli ex presidenti del Consiglio Matteo Renzi e Mario Monti e del presidente della Bce Mario Draghi. Ma anche di nomi altisonanti della finanza. E poi istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali, imprenditori di livello nazionale. Lo ha scoperto la Polizia che ha smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. L’indagine, condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma, ha portato all’arresto di due persone: Giulio Occhionero, 45 anni, ingegnere nucleare e sua sorella Francesca Maria, 49 anni, noti personaggi dell’alta finanza capitolina residenti a Londra ma domiciliati a Roma.


Giulio Occhionero risulta titolare della Westlands Securities Srl Limited, compagnia registrata a Malta all’indirizzo “Suite F, Block A, Dolphin Court, Embassy Way, Ta’ Xbiex”. Ai due vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. A questo proposito, scrive il Gip Maria Paola Tomaselli nell’ordinanza di custodia cautelare, ulteriori indagini sui dai sottratti dai due e contenuti su server esteri potrà portare a un “aggravamento delle contestazioni, atteso che una volta dimostrata la segretezza di alcuni di essi e la loro pertinenza al settore politico e o militare già oggi altamente probabile sarebbe inevitabile qualificare ricondurre le azioni criminose nell’ambito dei delitti contro la personalità dello Stato, articoli 256 e 257 del Codice penale”. Ovvero il “Procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato” e lo “spionaggio politico e militare“.
Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) – infettati con un malware chiamato Eyepyramid– che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza. Occhionero, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, “riceveva regolarmente sul suo PC tutti i dati che il malware carpiva
dai PC delle vittime”.

I due, recita ancora l’ordinanza, “accedevano abusivamente a caselle di posta elettronica protette dalle relative password di accesso sia personali che istituzionali appartenenti a professionisti del settore giuridico economico nonché a numerose autorità politiche e militari di strategica importanza a o di sistemi informatici protetti utilizzati dallo Stato e da altri enti pubblici” come “istruzione.it, gdf.it, bancaditalia.it, camera.it, senato.it, esteri.it, tesoro.it, finanze.it, interno.it, istat.it, comune.roma.it, regione.campania.it, regione.lombardia.it, matteorenzi.itpartitodemocratico.it, pdl.it, cisl.it”. E poi società private: “aceaspa.it, enel.it, eni.it, enav.it, finmeccanica.com, fondiaria.sai.it” con tanto di “account di posta elettronica tra i
quali figurano personalità di vertice delle società e delle istituzioni elencate”.
L’attività di dossieraggio andava avanti da anni “e non era mai cessata come testimonia il dato che durante tutto il periodo di osservazione compiuto dagli operanti e dai loro ausiliari il malware era oggetto di continua evoluzione. In particolare veniva riscontrato che nel mese di luglio vi sono state aggiunte due nuove classi aventi il compito rispettivamente di creare alert in base ad una lista di parole chiave e di geolocalizzare la vittima in base all indirizzo IP”.

L’indagine è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail: indirizzata all’amministratore di rilievo di un’ infrastruttura critica nazionale, conteneva il virus Eyepyramid. Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime. Tra gli osservati dall’ “Occhio della Piramide” anche Stefano Bisi, Gran Maestro della Massoneria del Grande Oriente d Italia e altri appartenenti alla loggia massonica archiviati sotto la sigla “BROS” (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all’estero. Con la sigla “POBU” (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale.
L’operazione è stata condotta in collaborazione con la Cyber Division del Federal Bureau of Investigation. L’analisi dell’enorme mole di materiale sequestrato oltre oceano, inoltre, permetterà di ricostruire l’intero giro di interessi sedente dietro tale imponente esfiltrazione di dati dai sistemi informatici delle vittime, attraverso un attacco informatico del tipo APT che non ha precedenti in Italia, e consentirà l’approfondimento dei rapporti intrattenuti dagli arrestati con soggetti coinvolti in vicende giudiziarie di notevole rilievo.
(ilFattoQuotidiano)

Yahoo cambia nome si chiamerà Altaba


C'era una volta Yahoo!, una delle Internet company più prestigiose al mondo. Se fosse una favola, potrebbe cominciare così. E invece è solo la storia di un impero crollato e del quale non resterà nemmeno il nome. Yahoo!, infatti, molto presto (cioè dopo il closing con Verizon) si chiamerà Altaba. E Marissa Mayer, amministratore delegato che è stata ai vertici dell'azienda negli ultimi anni, si dimetterà dal CDA. Con lei anche il co-fondatore David Filo e altri top manager. La decisione è stata comunicata dall'azienda di Sunnyvale attraverso un documento presentato alla Securities and Exchange Commission statunitense. Il numero dei consiglieri sarà ridotto a cinque (Tor Braham, Eric Brandt, Catherine Friedman, Thomas McInerney e Jeffrey Smith), e la nuova Altaba sarà una sorta di investment company, con partecipazioni pesanti in Alibaba Group Holding e Yahoo! Japan. 

Il resto, cioè i servizi Internet, passeranno a Verizon, colosso delle Tlc che questa estate ha trovato un accordo per l'acquisizione. Prezzo pattuito: 4,8 miliardi di dollari. Quello che è successo dopo l'accordo pare abbia influito notevolmente sulla scelta di dare un taglio netto col passato. Gli attacchi hacker del 2013 e 2014 (resi noti solo in queste settimane) non hanno compromesso solo 1,5 miliardi di account, ma l'intero brand di Yahoo!. Una svolta era necessaria. Il crollo di un colosso Nel 2000, quando WhatsApp e LinkedIn non erano neanche un'idea e Mark Zuckerberg aveva appena 16 anni, Yahoo! viveva i suoi giorni di gloria. Valeva 125 miliardi ed era probabilmente il vero titano del web. Una supremazia che negli anni, a causa di scelte sbagliate e coincidenze, è andata sgretolandosi. Mentre Google cresceva con velocità sorprendete, Yahoo! perdeva pezzi e mercato. Eppure nel 2008, quando i segnali erano già nettamente scoraggianti, da Sunnyvale rispedirono al mittente una mega offerta da 44,6 miliardi di dollari firmata Microsoft
Quando poteva comprare Google C'è una storia nella storia, in casa Yahoo!. E ci riporta al marzo 1998, quando Larry Page e Sergei Brin erano ancora ricercatori a Standford. I due fondatori di Google avevano sviluppato un brevetto di PageRank che rivoluzionava i motori di ricerca. Lo stesso brevetto che negli anni ha fatto la fortuna di Google. In un ristorante di Palo Alto, i due studenti e alcuni manager di Yahoo! parlarono della cessione del brevetto. Page e Brin chiedevano 1 milione di euro. Yahoo! rifiutò senza lasciare margine di trattiva. Gli anni della Mayer Il resto è storia recente. Una storia fatta di investimenti sbagliati e rilanci rivelatisi flop. La lontananza dal mercato delle app ha pesato enormemente. La nuova CEO, Marissa Mayer, è salita in cattedra il 16 luglio del 2012. È una giovane prodigio strappata a suon di dollari a Google. E quella che molti hanno ribattezzato “la cura Mayer” è stata sin da subito una strada fatta di tagli e investimenti. Una delle prime operazioni della giovane Ceo fu l'acquisizione di Tumblr per 1,1 miliardi. Una mossa che portò un po' di ottimismo. Ma durò il tempo di un brindisi. E adesso è solo un vago ricordo.

di Biagio Simonetta 
il Sole 24 ore

mercoledì 4 gennaio 2017

Alessandro Di Battista << obiettivo >> Distruggere il M5S (VIDEO)


Dal 5 dicembre, il giorno dopo il referendum perso da Renzi, Napolitano, De Benedetti, JPMorgan & Company, è partita una "crociata" contro il M5S. Come se fossimo in campagna elettorale anche se non si sa quando ci faranno votare. Non ci perdonano l'aver contribuito (insieme ad altri) alla sconfitta più cocente della partitocrazia e della banco-crazia, la sua diretta evoluzione. Alcuni "giornaloni" mi hanno trattato da razzista per aver detto frasi di buon senso e l'albero di Natale di Roma è diventato più importante del debito pubblico (aumentato con Renzi) o della "meritatissima" promozione di Maria Elena Boschi a sottosegretario del governo "Renziloni". Provano ad affossarci? Ovviamente sí! Tutti i partiti (e gran parte dei giornali a loro riconducibili) stanno giocando a Risiko e hanno in mano tutti quanti la stessa carta-obiettivo: "devi distruggere il M5S". Tuttavia hanno anche un altro scopo: distrarre i cittadini!




Sapete da cosa deriva la parola distrarre? Dal latino "distrahere", ovvero tirare, spingere in parti diverse. Non è questo che stanno facendo? Dividerci, separarci, distoglierci dalle cose che contano davvero? Per esempio che fine hanno fatto i miliardi di MPS! Tutti i cittadini hanno il diritto di sapere non trovate? E proprio i sostenitori del PD dovrebbero pretendere chiarezza. I soldi finiti in MPS sono di tutti noi ma quella banca l'ha gestita il loro partito! Eppure nel nostro Paese gran parte dei media (salvo rare e indispensabili eccezioni) si interessano alle opinioni dei familiari di una senatrice M5S piuttosto che fornire a tutti noi nomi e cognomi illustri di chi ha ricevuto milioni di € da MPS senza restituirli.
Per questo ci distraggono e lo fanno lanciando ogni giorni nuovi temi per dividerci quando - trattandosi di quattrini nostri - dovremmo essere uniti nel pretendere trasparenza e legalità nel mondo delle banche. Ogni settimana tirano fuori un nuovo tema. L'ultimo è il web da controllare (intanto il sasso l'hanno lanciato per "vedere l'effetto che fa").

Dobbiamo essere vigili. Cadere in queste trappole è imperdonabile. Non possiamo fare il loro gioco. Il loro interesse è che si parli di tutto ma non del governo fotocopia Gentiloni, dei licenziati di Alma viva, della povertà che avanza, dei suicidi per ragioni economiche, dei crimini in MPS o dei fallimenti del jobsact.
Attaccare il M5S su ogni cosa per i partiti è come prendere due piccioni con una sola fava. Da un lato cercano di indebolirci, dall'altro monopolizzano il dibattito su di noi piuttosto che sulle tragedie da loro prodotte. E così ogni nostro post viene "vivisezionato" per trovare l'errore, ogni nostra dichiarazione strumentalizzata, ogni nostra idea per risolvere un problema completamente ignorata. Io non mi farò trascinare in tutto questo. Non andrò dietro al mainstream. Non commenterò i titoli dei giornali. L'estate scorsa ho capito che se hai un'idea devi prendere e partire. Iniziai il "Costituzione coast to coast" quando non avevano ancora deciso la data del referendum. Se mi fossi occupato della quotidiana "rassegna stampa" non sarei mai partito.

Nel 2017 mi dedicherò anima e corpo a denunciare il potere della banco-crazia e a combattere per il reddito di cittadinanza. Questo per me significa fare il mio dovere. E con tutti i miei limiti provo a farlo da 4 anni e voglio uscire dal palazzo a testa alta. 
Combattere la povertà (una nuova povertà, oggi spesso si è poveri anche se si ha un lavoro) è la priorità. Il capitalismo finanziario ci ha impoverito e il reddito - oggi più che mai - è un diritto. Vi chiedo di sostenermi. 
Presto vi comunicherò le mie iniziative. 

Un abbraccio.

Alessandro Di Battista (M5S Camera)

Manlio Di Stefano (M5S) Ma quale svolta garantista !! [VIDEO]


I parrucconi della politica, gli stessi che hanno garantito che il nostro Parlamento fosse infestato da condannati e delinquenti, ci accusano oggi di una svolta garantista legata al nuovo regolamento che è stato appena approvato col 91% dei voti.
Ma per piacere!!!
Oggi abbiamo semplicemente messo per iscritto le regole che da sempre rispettiamo (chiarendone meglio alcuni aspetti) a garanzia dei nostri elettori, regole che, se applicate agli altri partiti, li lascerebbero senza eletti.

VIDEO


Il MoVimento 5 Stelle è, appunto, un movimento e come tale si evolve per garantire maggiore ascolto e maggiore democrazia ai suoi elettori e sostenitori.
Ho ribadito questi concetti a SkyTG24, ascoltate...

martedì 3 gennaio 2017

<< Referendum sul Jobs Act >> cosa deciderà la Consulta?


L’11 gennaio è il giorno in cui la Consulta dovrà dichiarare l’ammissibilità dei quesiti sul Jobs Act. Con oltre 3 milioni di firme, la Cgil ha richiesto formalmente un referendum sulla riforma del lavoro del Governo Renzi, indirizzato principalmente su 3 punti: la reintroduzione dell’articolo 18, l’uso dei voucher e la loro gestione e la responsabilità che vige tra l’appaltatore e l’appaltante. Secondo indiscrezioni, la Corte Costituzionale vorrebbe dichiarare ammissibili solamente due quesiti, ovvero quello riguardante gli appalti e i voucher, ma dichiarare inaccettabile il quesito sull’articolo 18. Il motivo? Il referendum sarebbe “propositivo”, dunque inammissibile, perché estenderebbe il diritto di recuperare il posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo a tutti i dipendenti di aziende con almeno cinque impiegati.

Tutti i sondaggi dicono che se si votasse davvero, i “sì” stravincerebbero: ciò significherebbe una nuova pesante sconfitta per la maggioranza Pd-Ncd-Ala, per Renzi, Gentiloni e, naturalmente, per Confindustria e tutti coloro che hanno plaudito alla deregolamentazione del mercato del lavoro.

Di contro, l’inammissibilità del quesito sull’articolo 18 sarebbe un bel favore per il Governo e il Nazareno, che potrebbero cercare a quel punto di “sminare” anche il quesito sui voucher varando un giro di vite per limitare in modo radicale il ricorso a quello che si è rivelato essere uno strumento di precarizzazione e di nuovo caporalato. 



Per questo il PD si è affrettato a ricalendarizzare di nuovo - e furbescamente - in commissione lavoro, proprio per l'11 gennaio, le proposte di legge sul limiti ai voucher, che giacevano sepolte nei cassetti.

A mali estremi estremi rimedi, pur di sventare l'appuntamento con la Caporetto del PD.


di Tiziana Ciprini (M5S Camera)