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venerdì 17 ottobre 2025

Attentato a Sigfrido Ranucci | Autobomba sotto casa del conduttore di Report

Una bomba. Due auto saltate in aria. Una casa che trema. La casa di Sigfrido Ranucci. Paura nella serata di ieri a Campo Ascolano, località di Pomezia, alle porte di Roma. Intorno alle 22, due esplosioni in sequenza hanno distrutto le automobili del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, e quella di sua figlia. Le vetture, parcheggiate una accanto all’altra davanti all’abitazione, sono state avvolte dalle fiamme e completamente distrutte.

Per fortuna, nessuno è rimasto ferito: la figlia del giornalista era passata a casa appena mezz’ora prima delle deflagrazioni. Il giornalista, invece, era da poco tornato a casa. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e gli investigatori della Digos, che hanno avviato i rilievi tecnici per accertare la natura della doppia esplosione. Ancora non è chiara la natura dell'ordigno utilizzato. Le esplosioni hanno danneggiato anche il cancello d'ingresso dell'abitazione. Distrutti anche i vasi e le piante che si trovavano nei paraggi. Le forze dell'ordine stanno setacciando l'area alla ricerca di videocamere di sorveglianza che possano fornire dettagli utili. Ad occuparsi delle indagini sono i carabinieri del nucleo investigativo di Frascati, che attendono l'esito degli accertamenti degli artificieri, che sono al lavoro sulle due auto esplose.

Ranucci già in passato aveva subito minacce e intimidazioni, tutte denunciate, su cui la magistratura indaga da tempo. Il giornalista, volto storico e conduttore del programma d’inchiesta Report, è impegnato nella preparazione della nuova stagione del programma, al via il 26 ottobre su Rai 3. E proprio Report sui suoi profili social scrive: "L'auto è saltata in aria danneggiando anche l'altra auto di famiglia e la casa accanto. La potenza dell'esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento".

(Repubblica)

sabato 21 gennaio 2017

Attentato in Libia: Minniti ritiri diplomatici


Un'autobomba è esplosa di fronte al ministero della Pianificazione a Tripoli, in una zona della capitale libica vicina all'ambasciata italiana.
Dal giorno dell'annuncio della sua riapertura noi del M5S chiediamo a Minniti di tornare sui suoi passi perché si sta giocando con la vita del corpo diplomatico e dei carabinieri in loco dando, inoltre, un segnale politico drammaticamente sbagliato.
In Libia, infatti, nessuno riconosce l'autorità di Al-Serraj dato che il paese è controllato per l'80% dal duo Haftar/Ghwell (pozzi di petrolio inclusi).
In poche parole, veniamo percepiti come coloro che sostengono l'invasore.
 Gentiloni ritiri subito la delegazione diplomatica e faccia di tutto per allargare il confronto a tutti gli attori libici sotto la guida del Presidente Al-Thani prima che scorra sangue italiano sotto la sua responsabilità.
Sarebbe intollerabile.


(Manlio Di Stefano M5S Camera)