martedì 25 febbraio 2025

Elezioni regionali | Giorgio Fede Coordinatore M5S Marche

Elezioni regionali, dall'incontro regionale di ieri sera la linea del M5S: una coalizione sarebbe auspicabile ma prima il programma e poi tutto il resto.
Il percorso del Movimento 5 Stelle delle Marche per le prossime elezioni regionali, in linea con gli esiti dell’Assemblea Costituente, prevede la possibilità di ricercare una coalizione progressista, credibile alternativa per porre fine ai danni dell’amministrazione guidata da Acquaroli, innanzitutto sulla base di un accordo sulle azioni necessarie per ridare un futuro alla nostra Regione. 

Come Movimento stiamo lavorando a definire una serie di punti programmatici rilevanti, attraverso un percorso dal basso, di squadra, che coinvolge le nostre figure in consiglio regionale, i coordinatori regionali, i gruppi territoriali, gli iscritti, e tramite loro anche esperti stimati della società civile. Il frutto di questo lavoro sarà discusso nei tavoli di confronto con le altre forze politiche.

Questo sarà il primo passo concreto per costruire una coalizione reale, credibile, sintonizzata sulla stessa linea e perciò unita, forte. 

Già questo sarebbe un segno di discontinuità col passato, che è quello che chiedono tanti cittadini. Del resto, è quello che ha funzionato alle elezioni regionali in Umbria, e quello che non ha funzionato in Liguria.

Dopo un confronto sul programma fra le varie anime che dovrebbero comporre la coalizione progressista, il successivo step, ovvero definire il perimetro della coalizione, con le forze politiche con cui avremo trovato un accordo sulle cose da fare per migliorare la vita dei marchigiani. 

E a quel punto servirà anche un coordinamento per esprimere nei fatti, già in campagna elettorale, l’idea di una coalizione unita e forte. Infine sarà necessario un ulteriore confronto per scegliere il candidato presidente, che dovrà ben ‘incarnare’ il programma condiviso e dare a tutte le forze politiche coinvolte massima garanzia. 

Questa è la linea che il M5S decide di seguire. La linea che ci sembra più rispettosa innanzitutto verso i cittadini. Non siamo disponibili ad avviare la discussione su qualcosa che non siano i punti programmatici. 

Sappiamo che non è un percorso facile ma siamo convinti che sia l’unico possibile per un futuro migliore per le Marche.

Giorgio Fede 

sabato 22 febbraio 2025

Due Hermes Tarocche a Pascale | Santanchè vuccumprà

Nel 2014 il regalo all’ex fidanzata di Berlusconi, che due anni fa va in boutique per una riparazione e scopre il fattaccio: “Sono false”


Selvaggia Lucarelli/FQ/21-02-25
Corre l’anno 2014. Forza Italia è sempre più spaccata, Silvio Berlusconi non si fida più neppure dei suoi fedelissimi e intanto Daniela Santanchè raccoglie firme per la grazia a Silvio. E con lui, punta a un’alleanza nel mondo dell’editoria. Soprattutto, fa leva su Verdini perché vuole diventare la coordinatrice del partito. Ha un problema: deve conquistare la fiducia di Francesca Pascale, che è una dura come come il marmo del mausoleo di Arcore. E quindi, la Pitonessa attende il momento perfetto e gli argomenti giusti per scioglierle il cuore.
Arriva il compleanno di Pascale e pensa bene di regalarle due borse di lusso. Non due borse qualunque, ma le famose Hermes, quelle talmente esclusive da essere vendute tramite una lista di attesa che può durare mesi, talvolta anni. Santanchè ne ha sempre sfoggiate una quantità spaventosa, decine e decine in tutti i colori, formati e, soprattutto, materiali (dallo struzzo al coccodrillo). Prezzi di queste borse: dai 6.000 ai 100.000 euro, e anche più. Fatto sta che Santanchè regala a Pascale una borsa rosa pesca e una verde militare, in due occasioni diverse. Una delle due è una Birkin, l’altra una Kelly del valore di 18.000 euro. Berlusconi storce il naso, rimprovera la sua fidanzata di avere accettato. “Troppo costosa, non va bene”, le dice. Poi si sa, una Hermes è per sempre, le relazioni no, e Pascale lascia Arcore senza dimenticare di portare via con sé i regali della Pitonessa.
Due anni fa, alla borsa verde si rompe la cerniera interna, per cui Pascale va nella boutique Hermes in via Montenapoleone, a Milano, per chiedere che venga riparata. Il commesso osserva la borsa, la porta nel retro e dopo un po’ fa cenno a Pascale di raggiungerlo. È mortificato, ma deve sequestrare la merce perché risulta contraffatta (le borse di lusso hanno dei codici identificativi). Pascale è paonazza, spiega che la borsa le è stata regalata e a quel punto probabilmente passa pure per bugiarda, fatto sta che il commesso, mosso a compassione, le dice di tenerla pure, ma che non può riparare borse false.
Passa un po’ di tempo e Pascale incontra Daniela Santanchè. Ne approfitta per dirle che ha scoperto che le borse sono tarocche: “Scusa, ma mi vuoi dire che mi regali borse false? Non avrei avuto problemi ad accettarle, ma mi sarei risparmiata la figuraccia di andare in boutique per farle riparare!”.
Santanchè balbetta, dice che non è vero, che non è possibile e così via, ma non è la prima volta che viene accusata di essere attratta da merce falsa (già in passato era stata fotografata in spiaggia mentre guardava della merce contraffatta di un venditore ambulante) e da anni gira voce che a Forte dei Marmi sia una fan del “mercato parallelo” (come lo chiama lei, secondo i bene informati).
Ai tempi, nel 2017, contattata da Il Tirreno che aveva pubblicato la sua foto al Twiga Beach di Marina di Pietrasanta mentre, seduta su un lettino, osservava la mercanzia proposta da una venditrice extracomunitaria, rispose piccata: “Un conto è guardare e anche apprezzare qualcosa, un conto è comprarlo. E io non ho comprato mai niente. Neppure in questa occasione. Osservavo e basta: si può fare? Anzi dirò di più: quando alcuni amici o ospiti su spiaggia si mettono a comprare qualcosa di illegale, perché stiamo parlando di commercio abusivo, mi arrabbio e anche parecchio!”. E anni dopo, quando Virginia Raggi finì sui giornali perché accusata (falsamente) di indossare una Birkin da migliaia di euro, Santanchè commentò: “Attaccare la Raggi per la borsa mi sembra non solo ridicolo, ma anche molto stupido… Sono solidale se la borsa è vera, mentre mi sentirei male se l’avesse comprata dai marocchini”.
Insomma, interpellata dalla stampa Santanchè è un’implacabile nemica della contraffazione eppure, oltre allo spassoso aneddoto su Francesca Pascale, osservando con attenzione le sue foto con le decine di Birkin e Kelly di tutti i colori che sfoggia pure per andare in Parlamento, sulla loro autenticità vengono molti dubbi.
Un mio conoscente che ha lavorato in passato in boutique da Hermes ha osservato le numerose foto online e ha delle perplessità – per esempio – su una Kelly beige che, secondo lui, ha degli angoli molto sospetti.
Fatto sta che facendo due conti veloci, se tutte le sue Hermes fossero originali, Daniela Santanchè potrebbe risanare i conti delle sue società e comprarsi pure Mondadori. Resta solo un piccolo problema: la madrina e ambasciatrice del Made in Italy, quella secondo la quale bisogna puntare tutto sulle meraviglie nazionali, sui prodotti italiani, sulle risorse del paese, ha regalato sue Hermes tarocche. A quanto pare è un po’ meno convinta del valore del Made in France.
Probabilmente, da ministra del Turismo quale è, la sua è una abile nonché subdola operazione di boicottaggio dei marchi francesi per farci ridare la Gioconda. Liberté Égalité Santanchè.

martedì 18 febbraio 2025

Si conclude Beer&Food Attraction alla Fiera di Rimini

Con la 10a edizione appena conclusa, Beer&Food Attraction di Italian Exhibition Group (inaugurata dal ministro per le disabilità Alessandra Locatelli e dall’onorevole Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati), si afferma definitivamente leader in Europa per la Beverage & Bar Industry, segnando un +4% di visite totali, un segnale molto positivo visto il balzo superiore al 20% già realizzato nel 2024. Sono stati 600 gli espositori (e 170 le nuove aziende), con 1.217 marchi disposti su una superficie espositiva aumentata del 14% rispetto al 2024. E 302 i giornalisti accreditati (+38%).
  
La manifestazione ha raccolto le tendenze del mondo foodservice, a partire da quelle della filiera birra, presentando le innovazioni e l’offerta più completa del continente europeo: dalle craft (con 115 birrifici artigianali) alle mainstream, i principali importatori di birre estere e le grandi multinazionali del mondo brassicolo. Da sottolineare il grande sviluppo del mondo Mixology: +30% di spazio espositivo dedicato al settore spirits, tanto che per l’edizione 2026 è già stata annunciata la novità Mixology Attraction, che da area diventerà evento a sé, con l’obiettivo di allargare l’attenzione al comparto dei cocktail, al pari di quello riconosciuto alle birre. Infine, a evidenziare il successo di questa edizione il ruolo strategico del food (che rappresenta circa il 20% dell’offerta espositiva) come complemento all’universo Beverage, con le migliori proposte per il canale casual dining e per l’aperitivo, momento di consumo sul quale si concentreranno sempre maggiori attenzioni.