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giovedì 5 dicembre 2024

Commissariamento Comune di Osimo

Cinque mesi di tira e molla, perde la politica
Osimo, una città da sempre contraddistinta da una vivace scena politica, si trova ora a fare i conti con uno dei momenti più bui della sua storia amministrativa.
Dopo cinque mesi di trattative, polemiche e lotte interne, il commissariamento del Comune è diventato una realtà. 

Una conclusione che lascia un sapore amaro, soprattutto per i cittadini, spettatori impotenti del fallimento di una politica incapace di trovare una sintesi.

Per mesi, l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Pirani ha cercato di costruire una maggioranza solida per evitare il collasso dell’ente. 

Le trattative con i consiglieri di maggioranza, in particolare con Dino Latini, si sono dimostrate un tentativo disperato di trovare una via d’uscita. 

Tuttavia, tra continui rinvii, mediazioni fallite e attriti interni, la situazione di stallo è diventata insormontabile.

A tutto ciò si aggiunge la posizione del Movimento 5 Stelle, che si è sempre dichiarato contrario a mercanteggiamenti politici sulla pelle dei cittadini e delle loro esigenze, ritenendo che tali manovre tradiscano la fiducia e le speranze espresse con il voto. 

Una posizione ferma, che ha ulteriormente evidenziato le profonde divisioni tra le forze in campo.

Un Comune commissariato non rappresenta mai una vittoria, bensì il fallimento della politica nella sua essenza più nobile: dialogare, mediare e costruire soluzioni condivise. Invece, le forze politiche hanno preferito arroccarsi su posizioni di parte, anteponendo spesso interessi personali o di partito al bene collettivo.

Il commissariamento non colpisce solo l’amministrazione uscente, ma tutta la comunità osimana. I cittadini, che avrebbero dovuto essere al centro dell’azione politica, sono stati emarginati in un gioco di potere privo di risultati concreti. 

La percezione di una politica autoreferenziale e distante si è ulteriormente rafforzata, alimentando una sfiducia che sarà difficile da ricucire.

Questo fallimento non può essere ridotto a una semplice questione di numeri in consiglio comunale. 

È il risultato di una gestione politica priva di visione, incapace di costruire alleanze credibili e di cogliere i segnali provenienti dalla società civile. 

La prevalenza delle logiche di partito e degli interessi personali sulle necessità locali ha contribuito al naufragio dell’amministrazione.

Un ruolo marginale, ma potenzialmente rilevante, è stato giocato dagli altri attori politici e sociali, tra cui Antonelli, Ginnetti e Alessandrini, insieme alle associazioni di categoria come Confartigianato. 

Questi soggetti, pur non essendo direttamente al centro degli equilibri politici, avevano la possibilità di svolgere un ruolo cruciale nella mediazione e nel proporre soluzioni innovative per uscire dalla crisi. 

Tuttavia, nonostante le aspettative, si è assistito a una sostanziale incapacità di incidere concretamente sul corso degli eventi.

Le cronache recenti raccontano di un clima segnato da un’apparente passività da parte di questi attori. Una volta ottenuto il riconoscimento o una posizione che avrebbe potuto favorire il dialogo, la loro azione si è spesso limitata a interventi simbolici o isolati, privi di un reale impatto strategico. 

Questo atteggiamento ha alimentato una percezione di disinteresse verso il bene comune, con un focus che sembrava orientato più alla tutela di posizioni personali o di categoria che a un impegno autentico per la comunità osimana.

Ad esempio, l’atteggiamento di alcune associazioni di categoria, tra cui Confartigianato, è stato percepito come distante e poco propositivo in una fase in cui il loro apporto avrebbe potuto rappresentare una risorsa decisiva. 

Lo stesso vale per figure come Ginnetti e Alessandrini, completamente assenti nel dibattito pubblico.

Ora, la città è nelle mani di un commissario prefettizio, incaricato di garantire l’ordinaria amministrazione fino alle prossime elezioni. Tuttavia, questa non rappresenta una soluzione, bensì una sconfitta per Osimo e per la politica nel suo complesso.

L’auspicio è che questo commissariamento possa essere l’occasione per una riflessione profonda, capace di riportare la politica al suo ruolo originario: servire i cittadini, ascoltare le loro esigenze e costruire un futuro condiviso. 

Ma, per ora, a perdere è stata la politica. 
E con essa, l’intera comunità.

(Movimento 5 Stelle Osimo)

lunedì 2 dicembre 2024

Osimo | La farsa politica prosegue incessante senza tregua

La farsa politica prosegue incessante senza tregua e con imprevedibili colpi di scena: la “pièce” che va in scena nella sala gialla è di un genere mirabolante mai visto: un misto di tragedia, romanzo feuilleteon, commedia all’italiana, ma con persistenti tratti di teatro dell’assurdo.

Eravamo rimasti al 14 novembre: il Sindaco “martire” (in odore di beatificazione, secondo i soliti bene informati), vistosi bocciare dal Tar la diabolica astuzia della fantasiosa seconda convocazione del consiglio comunale con diconsi soli 4 componenti in virtù del notissimo Regio Decreto, esausto dei riottosi fantastici 4 delle Liste Civiche Originali da Sempre doc, getta apparentemente la spugna e protocolla le dimissioni.

Dura lex sed lex: simul stabunt, simul cadent, recita un antico e sapiente brocardo latino. Se cade il Sindaco, cade pure la Giunta, il Consiglio e tutto il cucuzzaro.

Una pletora di occupanti scranni e percipienti indennità (soprattutto quelli che alle elezioni erano arrivati ultimi ma grazie a “Francesco” contavano più di quelli arrivati primi), celebrano riunioni e liturgie invocanti al ripensamento di Francesco, nel frattempo esule in Sicilia: “ma fratello Francesco”, gridano oranti, “non vorrai mica essere un novello Celestino V, narrato da Dante come "colui che fece per viltade il gran rifiuto”?

Il martire Francesco, novello San Sebastiano trafitto dai dardi del perfido Messer Dino, chiama in segreto il fraterno alleato Messer Sandro e gli sussurra all’orecchio impartendo disposizioni in gran segreto: “il martirio deve durare almeno tutti i 20 giorni che la legge mi mette a disposizione, sennò che martirio è, e che c…o!!!! Voi intanto allestite sui social pubbliche invocazioni al mio gran ritorno!!! Vedrete che faccia che farà Messer Dino!”.

Detto fatto. Si susseguono nel web appelli strazianti al gran ripensamento: “Io sto con Francesco!”, si grida a gran voce sui social.

E arriviamo così al consiglio comunale di lunedì 25 novembre: lo statuto comunale recita che entro 10 giorni dalle dimissioni, deve essere convocato il consiglio comunale. Per fare cosa? La logica suggerirebbe che forse si dovrebbe parlare delle dimissioni del Sindaco, ma le menti sottile e raffinate dell’Amministrazione non la pensano così. Mentre proseguono le invocazioni al ripensamento del Sindaco Martire dimissionario, in consiglio comunale si fa finta di nulla.

“Il Consiglio è sovrano, e può fare ciò che voglio io”, spiega il Presidente”. “Se proprio ci tenete tanto a parlare delle dimissioni del Sindaco, lo potete fare nella discussione sulle linee programmatiche”. Obietta qualcuno: “ma scusi Presidente, il Sindaco si è dimesso proprio per la mancata approvazione delle linee programmatiche, e ci mettiamo a discuterle ora che il Sindaco si è dimesso ?”.

Pronta la risposta del Presidente: “Caro Pellegrino, Vuolsì così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare!”. Il povero Pellegrino, sopraffatto da cotanta cultura e sapienza, “cadde come corpo morto cade”.

Ma a ridestarlo fu solamente lo splendido recitato di Messer Dino che mentre flagellavasi pubblicamente il corpo suo, litaniava: “Oh che tu fai Francesco? Non vorrai mica dimetterti?” E da lì la sacra promessa di fedeltà: “Servi (tuoi) inutiles sumus” (Vangelo secondo Luca 17,7-10). Ma non è tutto, segue enunciazione solenne di sottomissione: “Perinde ac cadaver” (“nello stesso modo di un cadavere”, come recitava la formula dell’ordine dei gesuiti per esprimere la sottomissione assoluta alla regola e alla volontà dei Superiori).

A seguire molti farisei/consiglieri, che agognavano in segreto (ma poi neanche tanto) l’esecuzione sulla pubblica piazza di Messer Dino (e che invocavano il sacro diritto di “surroga” consiliare, anche senza numero legale, essendo stati eletti dal popolo, ma al contempo, con bizzarra coerenza, chiedevano le dimissioni dei quattro reprobi delle Liste Civiche doc, anche loro parimenti eletti del popolo), rendevano gli onori per l’atto di sottomissione, e a denti stretti digrignavano frasi di ringraziamento verso Messer Dino….

E Francesco che fa? Mentre Messer Dino recitava la genuflessione e il bacio della pantofola, Francesco, “di paura il cor compunto”, sbiancava terrorizzato, ritrovatosi di nuovo il maledetto cerino tra le mani…

p.s.: Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è ovviamente puramente casuale

(Mauro Pellegrini)

mercoledì 28 ottobre 2015

M5S Osimo "Le bufale della fidejussione" (VIDEO)

Il Movimento 5 Stelle OSIMO (An) organizza per Mercoledì 28 Ottobre 2015 un incontro pubblico sulla questione della fidejussione "bufala" della strada di bordo. 
Saranno presenti i consiglieri comunali M5S David Monticelli e Sara Andreoli, il Sindaco Simone Pugnaloni, il consigliere comunale Dino Latini (ex Sindaco di Osimo ed ex Consigliere Regionale Marche) e l'ex Sindaco Stefano Simoncini.
Svolgerà il ruolo di moderatore il giornalista Luca Falcetta.

I cittadini osimani che pagano le tasse e che con questa storia rischiano di veder evaporare 750.000 euro di denaro pubblico, hanno diritto ad un chiarimento e alla trasparenza che né le Liste Civiche, né il PD hanno mai fornito.



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