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venerdì 8 novembre 2024

ECOMONDO | L´industria italiana del riciclo tra protezionismo e sfide internazionali

Un convegno organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, UNIRIMA, ASSORIMAP e ASSOFERMET ha analizzato le sfide che l´industria italiana del riciclo di metalli, plastica e carta sta affrontando nel contesto internazionale.

L´evento ha messo in luce come le imprese del settore, pur svolgendo un ruolo fondamentale per l´economia circolare e il raggiungimento degli obiettivi UE, si trovino oggi a fronteggiare crescenti difficoltà.



Al centro del dibattito, le nuove misure protezionistiche che limitano l´esportazione di rifiuti non pericolosi valorizzabili, nonostante questi siano già stati sottoposti a trattamenti all´interno dell´UE. 

I relatori hanno evidenziato come sia necessaria una strategia di auto-sostenibilità che permetta di sostituire efficacemente le materie prime nei processi industriali con materiali recuperati, attraverso una rimodulazione tecnologica del sistema produttivo europeo.

Le tre associazioni di categoria hanno sottolineato come forzare il mercato attraverso restrizioni all´export rischi di creare scompensi e indebolire un settore in cui l´Italia è leader. 

La soluzione proposta è lo sviluppo di strumenti che facilitino l´integrazione dei materiali recuperati nei processi industriali interni, lasciando che sia il mercato stesso a ridefinire autonomamente le dinamiche di esportazione.

´Le imprese devono far politica e non possono essere escluse dai tavoli decisionali, Ecomondo e questo evento rappresentano un´importante opportunità di dialogo per le associazioni italiane del riciclo´, ha dichiarato Walter Regis, Presidente Assorimap. 

Regis ha poi evidenziato come le politiche protezionistiche possano ostacolare le imprese: ´Nell´ultimo anno abbiamo registrato un crollo del fatturato a causa della contrazione dei prezzi dovuta all´importazione di polimeri dall´estero´, ha spiegato.

venerdì 1 novembre 2024

Consorzio di Bonifica | Stop fino a Primavera per impianti irrigui delle Marche

Si conclude con giovedì 31 ottobre la stagione irrigua 2024.

Sono stati mesi impegnativi e che hanno richiesto una gestione estremamente oculata delle risorse idriche a disposizione del Consorzio. Le temperature estive sono rimaste per molti giorni consecutivi estremamente elevate, tanto di giorno quanto di notte.

Sintetizza così l’’ing. David Taffetani, responsabile delle dighe e degli impianti: «Negli impianti ancora a scorrimento del comprensorio Aso-Tenna-Tronto, abbiamo dovuto rilasciare ingenti quantità d’acqua per evitarne l’evaporazione lungo il tragitto. Questo ha comportato un prelievo maggiore dalla diga di Comunanza e un calo di disponibilità per i mesi a venire. 

Di conseguenza, nell’ottica di garantire il servizio irriguo anche nei mesi autunnali e senza avere contezza di possibili precipitazioni, nel mese di agosto abbiamo effettuato una turnazione degli impianti della media e bassa valle dell’Aso. Sempre nel mese di agosto, dopo un confronto estremamente costruttivo con la Regione Marche, nella persona dell’Assessore Andrea Maria Antonini, grande supporto c’è stato dato dall’Enel con l’acqua rilasciata dalla diga di Talvacchia per la vallata del Tronto».

L’autunno si sta dimostrando fin troppo generoso di piogge e questo consente al Consorzio di chiudere serenamente gli impianti, di continuare con la loro manutenzione e di proseguire con i lavori che riguardano l’ampliamento delle condotte irrigue destinate alla Valle del Fiume Musone (Cingoli, Filottrano, Montefano, Osimo), l’ammodernamento delle condotte irrigue della Valle del fiume Tronto e la trasformazione della distribuzione da rete a pelo vivo a condotta in pressione, dell’impianto di irrigazione della Valle del fiume Aso per un totale di circa 400 ettari.

«I nuovi impianti a pressione consentiranno il passaggio a nuove e più moderne pratiche di irrigazione con conseguente risparmio della risorsa idrica ma non risolveranno la carenza d’acqua dovuta alla siccità che “svuota” i fiumi - sottolinea Michele Maiani, Presidente del Consorzio - ; il cambiamento climatico richiede un cambio di scenario a supporto tanto dell’irrigazione che dell’idropotabile: un nuovo quadro generale in cui l’acqua delle dighe presenti nella nostra regione venga destinata in primis al consumo quotidiano e all’agricoltura e poi, in caso di effettiva disponibilità, all’idroelettrico».

Resta attivo il numero unico di Pronto intervento irrigazione > 0721478291

sabato 26 ottobre 2024

Castelfidardo entra nel Parco del Conero

Castelfidardo si appresta ad entrare nell'area del Parco del Conero.

In una assemblea pubblica il SINDACO ROBERTO ASCANI ha dato ascolto alle tante Associazioni di categoria che sono interessate alla zona di annessione, in Particolare la SELVA di Castelfidardo, sono intervenuti Federcaccia, Consorzio agrario Ancona, Enalcaccia, Italia nostra, Agronomi ed Ambientalisti, tanti cittadini e tra contrarietà e chi invece da subito ha appreso del valore aggiunto che la Città di Castelfidardo ne trarrà si è parlato dell'argomento.
Si tratta più di 200 ettari di terreno da boscoso ad agricolo a scopo turistico e residenziale che beneficeranno delle tante agevolazioni dell'ente Parco.
Presenti anche il presidente del Parco del Conero e tutto il direttivo, i tecnici del Comune gli Assessori e la Stampa.
Un iter che va avanti da circa 2 anni e ancora non c'è niente di definitivo, difatti l'area interessata ha subito diversi cambiamenti per sottostare alle esigenze di tutti.

domenica 31 luglio 2016

RIFIUTI SOSTENIBILI incontro (M5S) Dossier sui costi dei rifiuti




Tariffa dei rifiuti: una voce di spesa per i comuni assai variabile, spesso impazzita, come dimostrano le nostre bollette che cambiano da città in città.
Sono numerosi i fattori che le influenzano, e molti di essi afferiscono alla cattiva gestione.
Il Movimento 5 Stelle presenta la versione aggiornata dello studio sui costi di gestione di rifiuti, realizzato dal portavoce Alberto Zolezzi e dai componenti della Commissione Ambiente. 
Ecco intanto gli elementi che permettono di ottimizzare i costi e di ridurre la tariffa sui rifiuti:
1) Un tasso di raccolta differenziata almeno del 65% abbinato ad un effettivo avvio a riciclaggio
2) Un tasso di incenerimento (anche con recupero energetico) inferiore al 20%
3) Una produzione di rifiuti procapite inferiore ai 400 kg, da attuare con piani diversificati in base alle varie tipologie di utenze domestiche e non domestiche.
4) Compostaggio domestico (o di comunita') in luogo dell' invio dell' organico a impianti industriali.
5) Raccolta dei rifiuti senza ricorrere a subappalti e tramite piccoli "consorzi di scopo" fra comuni vicini.
6) Estraneità a impianti di gestione di rifiuti, in particolare di smaltimento o recupero energetico (ivi comprese centrali a "biogas" e "biomasse"), ma anche di "riciclaggio": giova ricordare che la prevenzione dei rifiuti è prioritaria rispetto al riciclaggio e che ogni tipo di impianto tende a richiedere quantità minime garantite di rifiuti per il suo funzionamento. Ne consegue che una diminuzione della quantità prodotta di rifiuti va contro ogni logica impiantistica, a patto che essa non sia veramente ridotta ai minimi termini, con tecnologie il più possibile semplici e che richiedano il minor investimento possibile.
Ovviamente la combinazione di più caratteristiche sopra elencate contribuisce ad un progressivo abbattimento dei costi di gestione, indipendentemente dalla popolazione e dal contesto urbanistico o geografico. Possiamo affermare che i comuni che riescono a sommare tutti questi aspetti "virtuosi" raggiungono un costo che va intorno ai 60 - 70 euro/abitante o anche meno. Se consideriamo le sole utenze domestiche, si scende anche sotto i 50.



Un aspetto importante da notare è che non c'è nessuna "economia di scala",ovvero non esiste alcuna convenienza economica a servirsi di una grande multiutility. Anzi, nei piccoli centri (fino a 20000 abitanti in particolare) è piuttosto vero il contrario, e cioè che conviene gestire i rifiuti insieme ai comuni vicini, lasciando possibilmente ad altri l'investimento nei grossi impianti. In questo modo si riesce ad avere le "mani libere" per attuare le politiche di prevenzione, visto che non si hanno quantita' minime garantite da soddisfare e oltretutto si e' stimolati a farlo, dal momento che i rifiuti per il comune diventano un costo e non esistono conflitti d'interesse a ridurre questo costo (ad esempio la proprieta' di una quota della societa' che gestisce la discarica o l'inceneritore).