giovedì 12 dicembre 2024

Albero di Natale "high tech" o di cellulosa e lignina ?

Finalmente ad Osimo compare l'albero di Natale "high tech" accompagnato da delle affermazioni sui social e gruppi totalmente assurde sul tema della silvicoltura e gestione dei boschi. Me le hanno segnalate e io dico la mia.


L'albero di Natale che veniva preso a Cortina dal Comune di Osimo tale "abete rosso" proveniva da foreste gestite per lo scopo di produrre "alberi di Natale" e legno. 

Quelle aree che chiamiamo foreste o boschi sono in realtà più associabili alla realtà dell'agricoltura per il semplice fatto che ogni abete viene piantato secondo un certo sesto d'impianto e abbattuto dopo un certo periodo. 

Tutto molto artificiale e lontano dai boschi più naturaliformi. 

L'albero cresce, assorbe CO2, produce ossigeno, ospita biodiversità (poca in quei contesti), fa penetrare l'acqua in profondità nel terreno e stabilizza i versanti durante il corso della sua vita. 

Una volta raggiunto il volume legnoso adatto al tipo di commercio viene abbattuto, poi donato al comune ed addobbato a festa. 

Finite le feste l'albero viene sramato e depezzato. 

Una parte del legno diventerà tavolame (dove rimarrà stoccata C02 sottratta dall'atmosfera), una parte pellet o cippato. 

Tutto comunque viene riutilizzato e produce un impatto economico sul territorio. A inizio stagione un nuovo abete verrà ripiantato a sostituzione di quello abbattuto.

L'albero "high tech" che di alta tecnologia ha soltanto i LED (è ad oggi una tecnologia innovativa?) presumo che sia composto da plastica e componenti che impiegano terre rare. 

Non so quanto sia riciclabile e se effettivamente lo è. 

Chi l'ha prodotto non si sa, ma una cosa è certa, sono state impiegate risorse fossili ed emessa una quantità enorme di CO2 per produrlo.

A paragone non c'è confronto, l'abete rosso, come ogni albero, produce servizi ecosistemici durante la sua vita e rappresenta la soluzione più ecosostenibile e meno inquinante rispetto l'albero "high tech" con componenti pesantemente impattanti sull'ambiente e prodotte chissà dove.

(Tommaso Spilli)


giovedì 5 dicembre 2024

Commissariamento Comune di Osimo

Cinque mesi di tira e molla, perde la politica
Osimo, una città da sempre contraddistinta da una vivace scena politica, si trova ora a fare i conti con uno dei momenti più bui della sua storia amministrativa.
Dopo cinque mesi di trattative, polemiche e lotte interne, il commissariamento del Comune è diventato una realtà. 

Una conclusione che lascia un sapore amaro, soprattutto per i cittadini, spettatori impotenti del fallimento di una politica incapace di trovare una sintesi.

Per mesi, l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Pirani ha cercato di costruire una maggioranza solida per evitare il collasso dell’ente. 

Le trattative con i consiglieri di maggioranza, in particolare con Dino Latini, si sono dimostrate un tentativo disperato di trovare una via d’uscita. 

Tuttavia, tra continui rinvii, mediazioni fallite e attriti interni, la situazione di stallo è diventata insormontabile.

A tutto ciò si aggiunge la posizione del Movimento 5 Stelle, che si è sempre dichiarato contrario a mercanteggiamenti politici sulla pelle dei cittadini e delle loro esigenze, ritenendo che tali manovre tradiscano la fiducia e le speranze espresse con il voto. 

Una posizione ferma, che ha ulteriormente evidenziato le profonde divisioni tra le forze in campo.

Un Comune commissariato non rappresenta mai una vittoria, bensì il fallimento della politica nella sua essenza più nobile: dialogare, mediare e costruire soluzioni condivise. Invece, le forze politiche hanno preferito arroccarsi su posizioni di parte, anteponendo spesso interessi personali o di partito al bene collettivo.

Il commissariamento non colpisce solo l’amministrazione uscente, ma tutta la comunità osimana. I cittadini, che avrebbero dovuto essere al centro dell’azione politica, sono stati emarginati in un gioco di potere privo di risultati concreti. 

La percezione di una politica autoreferenziale e distante si è ulteriormente rafforzata, alimentando una sfiducia che sarà difficile da ricucire.

Questo fallimento non può essere ridotto a una semplice questione di numeri in consiglio comunale. 

È il risultato di una gestione politica priva di visione, incapace di costruire alleanze credibili e di cogliere i segnali provenienti dalla società civile. 

La prevalenza delle logiche di partito e degli interessi personali sulle necessità locali ha contribuito al naufragio dell’amministrazione.

Un ruolo marginale, ma potenzialmente rilevante, è stato giocato dagli altri attori politici e sociali, tra cui Antonelli, Ginnetti e Alessandrini, insieme alle associazioni di categoria come Confartigianato. 

Questi soggetti, pur non essendo direttamente al centro degli equilibri politici, avevano la possibilità di svolgere un ruolo cruciale nella mediazione e nel proporre soluzioni innovative per uscire dalla crisi. 

Tuttavia, nonostante le aspettative, si è assistito a una sostanziale incapacità di incidere concretamente sul corso degli eventi.

Le cronache recenti raccontano di un clima segnato da un’apparente passività da parte di questi attori. Una volta ottenuto il riconoscimento o una posizione che avrebbe potuto favorire il dialogo, la loro azione si è spesso limitata a interventi simbolici o isolati, privi di un reale impatto strategico. 

Questo atteggiamento ha alimentato una percezione di disinteresse verso il bene comune, con un focus che sembrava orientato più alla tutela di posizioni personali o di categoria che a un impegno autentico per la comunità osimana.

Ad esempio, l’atteggiamento di alcune associazioni di categoria, tra cui Confartigianato, è stato percepito come distante e poco propositivo in una fase in cui il loro apporto avrebbe potuto rappresentare una risorsa decisiva. 

Lo stesso vale per figure come Ginnetti e Alessandrini, completamente assenti nel dibattito pubblico.

Ora, la città è nelle mani di un commissario prefettizio, incaricato di garantire l’ordinaria amministrazione fino alle prossime elezioni. Tuttavia, questa non rappresenta una soluzione, bensì una sconfitta per Osimo e per la politica nel suo complesso.

L’auspicio è che questo commissariamento possa essere l’occasione per una riflessione profonda, capace di riportare la politica al suo ruolo originario: servire i cittadini, ascoltare le loro esigenze e costruire un futuro condiviso. 

Ma, per ora, a perdere è stata la politica. 
E con essa, l’intera comunità.

(Movimento 5 Stelle Osimo)

martedì 3 dicembre 2024

IL Movimento 5 Stelle Marche Boccia l’Assestamento di Bilancio

Come ho lamentato nella mia relazione in aula, la proposta di legge di assestamento di bilancio è stata trattata in tempi estremamente compressi dovuti ai ritardi accumulati dalla Giunta regionale nell’approvazione degli atti connessi, tanto che è stata discussa e approvata in commissione in assenza del dovuto parere da parte dell’Organo di Revisione, che è arrivato solo successivamente all’approvazione.


Una deroga senza precedenti alle procedure regolamentari.


Nel merito, devo rilevare che anche quest’anno i fondi speciali formalmente destinati al finanziamento di nuovi provvedimenti legislativi sono stati utilizzati quasi interamente per i soliti contributi elargiti dai consiglieri di maggioranza nei collegi elettorali di riferimento Infatti, su 1 milione 410 mila Euro, solo 30 mila Euro sono stati destinati a finanziare una legge regionale (la n. 20 del 2021 relativa all’istituzione della giornata regionale per il diritto al divertimento in sicurezza) mentre tutti gli altri fondi sono stati utilizzati per le finalità più varie, a discrezione dei consiglieri regionali di maggioranza nella misura di 50 mila euro cadauno.

Si spazia dalle immancabili manutenzioni di campi di bocce, di tennis, di minibasket e calcetto, agli arredi per un municipio e sistemazioni di giardinetti, ai bobcat e attrezzature per la pulizia delle strade, alla stampa di libri e convegni di commemorazione di personaggi illustri, fino al finanziamento di convegni sul “pensiero plurale” e sui rischi dell’intelligenza artificiale.

Anche il CREL quest’anno è intervenuto per chiedere conto deli criteri sulla base dei quali sono stati elargiti questi contributi. Nel mio intervento quale relatrice di minoranza ho risposto che semplicemente non ci sono criteri, ma l’arbitrio più libero da parte di chi governa la regione.

E naturalmente queste spese clientelari sono finanziate con i soldi dei cittadini marchigiani. Per esempio, anche quest’anno in sede di assestamento viene rivisto in aumento il gettito della tassa automobilistica, per un importo 1,4 milioni di Euro, pari all’ammontare delle marchette.

Una tassa che nelle previsioni assestate arriva a portare ben 156 milioni di Euro nelle casse della Regione, oltre al gettito derivante dall’attività di controllo per l’accertamento ed il recupero della tassa automobilistica evasa, previsto in aumento di 10 milioni di Euro per maggiori avvisi di accertamento da notificare entro l’anno 2024.

A parte queste amenità, per il resto i maggiori stanziamenti di spesa corrente riguardano i dovuti e tardivi finanziamenti del trasporto pubblico locale, per 8,5 milioni di Euro, e dell’ERDIS, per 3,6 milioni di Euro.

Per quanto riguarda le variazioni degli stanziamenti di spesa per investimenti, c’è la finalizzazione della spesa di 6,3 milioni di Euro per l’ospedale di Fermo, e l’utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione per 11 milioni 150 mila Euro per gli interventi sulle strade. Sono quindi utilizzi di fondi che erano già previsti in altri capitoli di bilancio.

Le altre variazioni di spesa per investimenti sono spostamenti agli anni successivi di spese che erano previste nel 2024, ma che non sono state impegnate a causa di ritardi nell’attuazione dei cronoprogrammi, come quelle per il nuovo ospedale di Pesaro, per il parcheggio a servizio dell’ospedale di Torrette, per la bretella di collegamento tra la strada statale 77 e la strada statale 16 a Civitanova Marche, per il Doglio bike park e per i percorsi ciclabili sul monte San Bartolo di Pesaro.

Sono solo lo scorrimento temporale di interventi che ogni anno ci ritroviamo riproposti nel piano triennale e nell’elenco annuale delle opere pubbliche con grande soddisfazione da parte di questa Giunta regionale.

Un assestamento di bilancio specchio di una gestione discutibile, affannata e approssimativa delle risorse pubbliche a disposizione della Regione.

(Marta Ruggeri M5S Marche)