Finalmente ad Osimo compare l'albero di Natale "high tech" accompagnato da delle affermazioni sui social e gruppi totalmente assurde sul tema della silvicoltura e gestione dei boschi. Me le hanno segnalate e io dico la mia.
L'albero di Natale che veniva preso a Cortina dal Comune di Osimo tale "abete rosso" proveniva da foreste gestite per lo scopo di produrre "alberi di Natale" e legno.
Quelle aree che chiamiamo foreste o boschi sono in realtà più associabili alla realtà dell'agricoltura per il semplice fatto che ogni abete viene piantato secondo un certo sesto d'impianto e abbattuto dopo un certo periodo.
Tutto molto artificiale e lontano dai boschi più naturaliformi.
L'albero cresce, assorbe CO2, produce ossigeno, ospita biodiversità (poca in quei contesti), fa penetrare l'acqua in profondità nel terreno e stabilizza i versanti durante il corso della sua vita.
Una volta raggiunto il volume legnoso adatto al tipo di commercio viene abbattuto, poi donato al comune ed addobbato a festa.
Finite le feste l'albero viene sramato e depezzato.
Una parte del legno diventerà tavolame (dove rimarrà stoccata C02 sottratta dall'atmosfera), una parte pellet o cippato.
Tutto comunque viene riutilizzato e produce un impatto economico sul territorio. A inizio stagione un nuovo abete verrà ripiantato a sostituzione di quello abbattuto.
L'albero "high tech" che di alta tecnologia ha soltanto i LED (è ad oggi una tecnologia innovativa?) presumo che sia composto da plastica e componenti che impiegano terre rare.
Non so quanto sia riciclabile e se effettivamente lo è.
Chi l'ha prodotto non si sa, ma una cosa è certa, sono state impiegate risorse fossili ed emessa una quantità enorme di CO2 per produrlo.
A paragone non c'è confronto, l'abete rosso, come ogni albero, produce servizi ecosistemici durante la sua vita e rappresenta la soluzione più ecosostenibile e meno inquinante rispetto l'albero "high tech" con componenti pesantemente impattanti sull'ambiente e prodotte chissà dove.
(Tommaso Spilli)
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