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domenica 30 dicembre 2018

La Manovra del Popolo è legge (VIDEO)

Manovra 2019, è legge. 

Pensioni, reddito e flat tax: 

cosa prevede il testo


Roma, 30 dicembre 2018 - Sul filo di lana, a poche ore dall'esercizio provvisorio, è arrivato il via libera definitivo alla manovra. La Camera ha approvato il testo con 313 sì e 70 voti contrari (Pd e Leu non hanno partecipato al voto pur restando in Aula) al termine di un'altra convulsa giornata politica, apertasi con una nuova bagarre.

La legge di Bilancio 2019 ora passa al Quirinale per la promulgazione e poi ci sarà la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Ecco dunque cosa prevede, in sintesi, il testo e le misure fissate
REDDITO E QUOTA 100
- Sono le misure simbolo della manovra del governo del cambiamento. Il tira e molla con la Commissione europea ha parecchio abbassato la spesa. Ora per entremabe misure vengono creati due fondi, in attesa dei decreti annunciati per inizio 2019 che permetteranno l'entrata in vigore in primavera. Per superare la riforma della Fornero vengono stanziati 3,9 miliardi nel 2019, 8,3 miliardi nel 2020 e 8,6 miliardi nel 2021. Per il reddito di cittadinanza 7,1 miliardi nel 2019, 8 nel 2020 e 8,3 nel 2021.
TAGLIO ALLE PENSIONI
- La rivalutazione automatica degli assegni in base all'inflazione viene ridotta per garantire risparmi all'Erario. I tagli alle pensioni d'oro saranno dal 15 al 40% per gli assegni sopra i 500.000 euro.
FLAT TAX PER I PENSIONATI DI RIENTRO 
- Per i pensionati stranieri o italiani rimpatriati che scelgono di risiedere nei Paesi del Sud con meno di 20.000 abitanti arriva infine una flat tax al 7%.
AL LAVORO FINO AL NONO MESE 
- I giorni di congedo per i neopapà aumentano: 5 sono obbligatori e uno facoltativo (se compensato con uno della mamma). La vera novità però è per le mamme: potranno rimanere al lavoro fino al nono mese, godendo di tutti e 5 i mesi di congedo dopo il parto. Dopo il terzo figlio alle famiglie numerose arriva in regalo un appezzamento di terreno.
WEB TAX E STRALCIO 
- Resuscita la web tax, l'imposta del 3% sul digitale. Riguarderà le imprese con oltre 750 milioni di fatturato di cui 5,5 milioni almeno prodotti online.
LO STRALCIO 
- Sempre sul versante fiscale arriva la sanatoria sui debiti fiscali e contributivi per chi ha Isee sotto i 20.000 euro (o è in liquidazione). Tre le aliquote: 16%, 20% e 25%.
FLAT TAX PER AUTONOMI 
- Le partite Iva possono aderire ad un regime forfettario del 15% sui ricavi fino a 65 mila euro e (dal 2020) del 20% sulla quota eccedente fino a 100.000 euro.
PREMI INAIL 
- Nella manovra c'è lo sgravio di circa il 30% per un totale di 410 milioni nel 2019 fino a 600 milioni nel 2021.
APPALTI 
- Deroga per tutto il 2019 alle procedure di affidamento dei contratti pubblici sotto la soglia dei 40.000 euro: niente gara fino a 150.000 euro e procedura negoziata, previa consultazione, ove esistenti, di almeno dieci operatori economici, per lavori da 150.000 a 350.000 euro. 

ECOTASSA 
- Nonostante le polemiche, arriva la tassa sulle auto di medio-grande cilindrata ad alte emissioni inquinanti (crescente al crescere del livello di emissioni) necessaria a finanziare gli sconto sul prezzo d'acquisto di autovetture nuove a basse emissioni a gas, ibride o elettriche.
BANCHE E ASSICURAZIONI 
- La manovra introduce una modifica del trattamento contabile di perdite e svalutazioni dei crediti che portano ad un incasso per lo Stato di 3,5 miliardi. Le assicurazioni invece dovranno fare i conti con un aumento degli acconti fiscali da 900 milioni.
TAGLI ALL'EDITORIA 
- Prevista l'abolizione dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese radiofoniche e di imprese editrici di quotidiani e periodici. Contemporaneamente si sostengono progetti finalizzati a diffondere "la libera informazione plurale" e "l'innovazione digitale e sociale". Spetterà poi al governo decidere chi finanziare.
80 MILIONI ALLA RAI 
- Si conferma, a regime, il canone a 90 euro, così come l'esenzione per i 75enni con reddito sotto 8.000 euro. Alla Rai vanno 40 milioni l'anno in 2019 e 2020 per lo sviluppo digitale.
FISIOTERAPISTI SENZA TITOLO 
- Spunta una deroga per l'iscrizione agli ordini per chi svolge professioni sanitarie.

(Fonte Quotidiano.net di Marco Madonia)

domenica 23 dicembre 2018

La manovra passa con la fiducia: 167 a favore, 78 i contrari (VIDEO)

Al termine di una giornata lunghissima il Senato approva il maxiemendamento del governo. 
Il testo torna adesso alla Camera. Nel documento finale confermati il taglio ai finanziamenti e il blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione. 
Sempre a Palazzo Madama si è riunito il Consiglio dei ministri che ha approvato una nuova regolamentazione per gli autisti Ncc dopo le proteste di piazza dei tassisti

La fiducia incassata sul maxiemendamento che recepisce l'intesa con l'Europa, ma le opposizioni hanno battagliato fino all'ultimo (abbandonando la commissione Bilancio e manifestando il loro dissenso in Aula) e il Pd ha annunciato il ricorso alla Corte costituzionale perchè - lamenta - ai senatori non è stato consentito di procedere a un solo voto sul testo. L'ultimo miglio è stato anche il più lungo.
L'avvio della discussione generale, prevista per le 14, è slittato alle 20,30. La tensione è salita in commissione Bilancio quando il governo ha annunciato la necessità di modificare il testo presentato per correggere degli errori formali e per stralciare alcune norme per motivi di copertura.

(fonte Repubblica) 

venerdì 21 dicembre 2018

Legge di Bilancio | Le opposizioni non ci stanno (VIDEO)

Manovra - E' battaglia al Senato tra maggioranza e opposizione sulla legge di bilancio che oggi pomeriggio verrà finalmente completata con il maxiemendamento che traduce in norme l'accordo tra governo italiano e commissione Ue.

Secondo l'agenda il maxiemendamento arriverà tra le 15 e le 16 di oggi e, dopo 4/5 ore di discussione a Palazzo Madama, comincerà il voto di fiducia. Teoricamente la legge potrebbe passare alla Camera (terza lettura) anche sabato per essere approvata definitivamente prima di Natale. Più probabilmente si andrà ai giorni immediatamente successivi al 25. Punto centrale della discussione è la clausola di salvaguardia chiesta dalla Ue. Se l'Italia sforerà, il governo dovrà alzare l'Iva al 25,6% nel 2020 e al 26,2 l'anno dopo.  Di Maio ha detto che non accadrà - L'opposizione non gli crede.

(Fonte LaPresse)



mercoledì 19 dicembre 2018

Ok di Bruxelles sulla manovra di bilancio


Manovra - C'è l'accordo tecnico tra il governo italiano e la Commissione Ue sulla manovra. E' stato raggiunto ieri sera dopo una lunga e difficile trattativa. 
Questa mattina sarà messo nero su bianco, riceverà il via libera ufficiale della Commissione Ue per poi essere trasformato in un maxiemendamento alla legge di bilancio e approdare al Senato.
Dopo i tagli dei giorni scorsi (4 miliardi ottenuti facendo partire quota 100 a febbraio e il reddito di cittadinanza a marzo), mancava ancora uno 0,9% (circa 1,7 miliardi) per arrivare al 2,04% reale nel rapporto deficit/pil. Sembra che verrà raggiunto mettendo in vendita una parte del patrimonio immobiliare pubblico. Tutti sono prudenti perché l'ultimo miglio è ancora denso di insidie, ma sembra che l'intesa sia davvero a portata di mano. Ora sarà battaglia al Senato dove l'opposizione vorrà misurare quanto la maggioranza ha calato le braghe e cosa è rimasto delle sue promesse elettorali.

(Fonte LaPresse)

martedì 18 dicembre 2018

Commissione Bilancio del Senato e Anticorruzione alla Camera

Manovra - Si riunisce questa mattina (ore 9) la Commissione Bilancio del Senato. Non si sa se avrà qualcosa da discutere o dovrà ancora attendere l'accordo di Bruxelles tra governo italiano e Commissione Ue e il conseguente "maxiemendamento" che cambierà completamente il testo approvato alla Camera. Situazione surreale: l'accordo è a portata di mano, ma è anche a portata di mano la procedura d'infrazione che potrebbe essere messa all''odg della Commissione Ue mercoledì 19. Il governo italiano ha rifatto i conti e ha mandato una proposta (due miliardi di tagli a testa per reddito di cittadinanza e pensione a quota 100) più qualche altro miliardo (3/3,5) recuperato nelle pieghe del bilancio. Basterà? Allo stato si continua a trattare ma non c'è ancora intesa. Oggi dovrebbe essere la giornata decisiva.

Fiducia sul ddl Anticorruzione - Torna oggi alla Camera il disegno di legge Anticorruzione (il titolo completo è: "Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici"). La Camera l'aveva già approvato ma dentro c'era una norma che derubricava certi casi di peculato a abuso d'ufficio. La norma aveva provocato un durissimo scontro tra Lega e M5S. Questa volta ha ceduto Salvini e il ddl è stato modificato al Senato. Ora torna a Montecitorio e, insieme, arriverà la settima fiducia del governo Conte che ha già superato Renzi e Letta per numero di fiducie poste e si avvicina a Gentiloni.

(Fonte LaPresse)

sabato 15 dicembre 2018

Manovra Conte | Ultimi dettagli della trattativa (VIDEO)

Il premier ribadisce: "Sotto il 2,04% non si scende". E blinda sia l'anticipo pensionistico che il reddito di cittadinanza: "Nessun arretramento, verranno realizzate 
come sono state concepite, programmate e annunciate"
L'Italia "non è con il cappello in mano", il 2,4% non è mai stato "un totem o una sfida all'Europa" ma "la somma che ci poteva garantire di non tradire la fiducia dei cittadini". Al termine della due giorni di Bruxelles, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rimane "positivo" sull'esito della trattativa per evitare la procedura di infrazione, che "va a oltranza, anche nelle ore notturne", ma soprattutto ci tiene a difendere la credibilità del Paese e del suo governo.
Il cambio di rotta da quel 2,4 al 2,04% è stato inevitabilmente accolto con qualche sorrisetto dell'opposizione e brontolio dei sostenitori. Ma per il premier "non abbiamo nulla di cui scusarci anzi abbiamo dimostrato una visione strategica, abbiamo intercettato una sensibilità sociale diffusa in Europa e stiamo rispondendo alle urgenze avvertite dai cittadini, anche in altri Paesi". Nel momento in cui si sono liberate altre risorse con le nuove relazioni tecniche su quota 100 e reddito di cittadinanza, ribadisce il premier, si è potuto rivedere il deficit ed elaborare la seconda proposta, su cui "non ho dovuto convincere
né Di Maio né Salvini". Insomma "quest'ultimo passaggio non è frutto di un ripensamento ma di un percorso ben costruito".

Ma più di quel 2,04%, avverte, non si scende. "Non abbiamo un margine di negoziazione come si fa al mercato. L'Italia", ribadisce Conte, "è qui a testa alta, con un atteggiamento coerente, ne va della credibilità del Paese. Se dovessimo scendere da quei saldi e si trattasse di scegliere a sorte la platea delle non lo faremmo mai". E dunque "il negoziato adesso è affidato alle strutture tecniche, per quanto riguarda noi il discorso è ben chiaro il saldo è quello, è lì che si può costruire qualche tecnicalità non abbiamo altri margini". Non a caso con Conte lascia Bruxelles anche il ministro dell'EconomiaGiovanni Tria, non prima di aver incontrato nuovamente il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici e il vicepresidente Valdis Dombrovskis, in un clima che è stato definito ancora una volta "positivo".
Al lavoro, dunque, rimane lo staff del Mef e quello della commissione, impegnati sui dettagli del negoziato. L'Italia conta di abbassare il deficit strutturale già il prossimo anno - così come chiedeva l'Ue - grazie alla flessibilità sui due piani presentati dal governo, uno sul dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza dei territori, e uno sulla giustizia civile. Resta il nodo dei capitoli di spesa della manovra, in particolare di quello relativo a quota 100 su cui è stata sollevata più di una perplessità. Ma il premier ancora venerdì ha blindato sia l'anticipo pensionistico che il reddito di cittadinanza, "nessun arretramento, verranno realizzate come sono state concepite, programmate e annunciate". Sa bene infatti che Matteo Salvini e il suo Carroccio non ammettono che la propria misura bandiera venga sacrificata nella trattativa con Bruxelles. E non è un caso che il Capitano da quando è iniziata la trasferta comunitaria di premier e ministro abbia scelto una posizione stranamente defilata.
Si fa sentire il sottosegretario Giancarlo Giorgetti: "Purtroppo il programma elettorale dei 5 stelle al Sud ha registrato larghi consensi probabilmente anche perché era previsto il reddito di cittadinanza - è l'attacco - credo che abbia orientato pochissimi elettori della mie zone. Magari è l'Italia che non ci piace ma con cui dobbiamo confrontarci e governare". Parole che mostrano l'ennesimo momento di insofferenza della maggioranza. E a cui Di Maio risponde a stretto giro: "A noi l'Italia piace tutta". Insorge anche il capogruppo pentastellato al Senato Stefano Patuanelli: "Rispetti chi ha votato M5s".
Su reddito e pensioni il governo è al lavoro, le norme dovrebbero arrivare tra Natale e Capodanno. Prima c'è la manovra: il lavoro della commissione al Senato, in attesa delle trattative con l'Ue, viaggia a rilento. Tanto che lo stesso premier è costretto ad ammettere che il maxiemendamento con le modifiche del governo arriverà presumibilmente solo in Aula, dove il testo è atteso martedì prossimo: "Stiamo mettendo a punto gli interventi, ci sarebbe piaciuto farli già in commissione, temo arriveremo tardi. Questo ci dispiace - assicura - perché ci sarebbe piaciuta la più ampia dialettica, il più ampio contradditorio. Se saremo costretti ad arrivare in aula non sarà per scelta nostra".

(Fonte LaPresse di ANTONELLA SCUTIERO)