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giovedì 24 gennaio 2019

TRIVELLE: inserito nel Decreto Legge Semplificazioni


Aumento dei canoni di 25 volte. Sospese per 18 mesi le ricerche di idrocarburi



E' stato trovato un accordo tra Lega e M5s sul tema delle trivelle inserito nel Dl Semplificazioni in esame a palazzo Madama. La conferma arriva dal presidente della commissione Lavori pubblici Mauro Coltorti a margine della riunione della commissione di questa mattina. Coltorti ha detto che dopo la riunione dei capigruppo, prevista per le 9, i lavori proseguiranno nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori pubblici e che l'obiettivo è arrivare in Aula oggi per approvare domani.

Aumentano di 25 volte i canoni per le concessioni delle trivelle ma l'incremento è comunque ridotto rispetto alla proposta iniziale M5S di un incremento di 35 volte. Sarebbe questo il punti su cui è stata raggiunta un'intesa nella maggioranza sulle trivelle. Lo affermano fonti parlamentari di Lega e M5S. L'accordo prevede anche che vengano sospese per 18 mesi, nelle more dell'adozione di un piano nazionale, le ricerche di idrocarburi.


La Lega conferma l'accordo sulle trivelle, annunciato a margine dei lavori del Senato. Ma sottolineano che cresce l'irritazione per il "partito del no". Sul dossier trivelle, spiegano, sono stati "salvati i posti di lavoro, è stata garantiti continuità di estrazione e rinnovo delle concessioni in proroga ma a la politica del no a tutto non fa bene al paese", dichiarano dal partito di Salvini.


Ieri alta tensione nella maggioranza sul provvedimento con il ministro dell'Ambiente Costa che aveva minacciato di lasciare. 'Passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza', aveva spiegato parlando della riforma della Commissione Via, il cui parere va sul tavolo politico. E dice no anche agli inceneritori perché, osserva, 'volerli costruire è ideologia, non è economico'.

(Fonte ANSA.it)

venerdì 15 aprile 2016

Alessandro Di Battista (M5S) ecco perche votare SI al referendum (VIDEO)



Domenica 17 aprile si vota, c'è il referendum sulle trivellazioni. Vediamo di cosa si tratta. Attualmente la legge italiana già prevede un divieto di nuove trivellazioni in mare entro le 12 miglia dalla costa. Tuttavia Renzi e il PD, qualche mese fa, hanno modificato il Codice dell'ambiente inserendo alcune paroline magiche utili per le compagnie petrolifere. Queste sono state le parole che hanno inserito:

“I titoli abilitativi (le concessioni per le piattaforme petrolifere) già rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento”.

Che significa? Significa che oggi, anche se è proibito trivellare entro le 12 miglia, le concessioni per l'estrazione di gas e petrolio in mare, anche entro le 12 miglia, potranno essere prorogate potenzialmente per sempre, appunto “per tutta la vita utile del giacimento”, quindi fino a quando le società petrolifere lo vorranno.

Renzi dice: “perché non estrarre quel petrolio se le piattaforme già ci sono?”. Qualche distratto potrebbe pensarla come lui. Il problema però è che queste piattaforme estraggono poco petrolio e gas, pagano royalties da fame all'Italia e oltretutto sotto una certa soglia di estrazione annua non pagano proprio nulla allo Stato.

Quindi le compagnie petrolifere hanno tutto l'interesse ad estrarre poco, ma per molto tempo, perché così pagano meno tasse e soprattutto non dovranno smantellare mai le loro piattaforme. E smantellare una piattaforma petrolifera per loro è un costo per la nostra società invece rappresenta una possibilità di nuovi posti di lavoro.


VIDEO



Se domenica 17 vincerà il SI le piattaforme petrolifere entro le 12 miglia cesseranno di estrarre quando scadranno i loro contratti (non il giorno dopo il referendum, quindi non si perderanno posti di lavoro e non aumenteranno le nostre bollette).

Se vincerà il NO o l'astensionismo potranno estrarre per decine e decine di anni anche poco petrolio e gas all'anno e così non pagheranno le tasse, i rischi inquinamento aumenteranno (anche perché molte piattaforme sono ferri vecchi) e soprattutto non dovranno mai tirare fuori qualche milione di euro per smantellarle.

In queste ore Renzi, un premier non eletto da nessuno e Napolitano, uno che è entrato in Parlamento nel 1953 (l'anno della morte di Stalin, lo paghiamo da 63 anni) invitano a non andare a votare. Proprio perché persone così invitano all'astensionismo noi dobbiamo andare a votare. 

Domenica prossima possiamo dare un segnale a questi politicanti che non rispondono agli interessi dei cittadini. E' un'occasione per indicare un altro modello di sviluppo e per dirgli che sono fossili dentro!


Alessandro Di Battista M5S