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mercoledì 10 marzo 2021

Novità per la dichiarazione 2021 | Modello 730

 

Si apre la stagione della precompilata 2021 con l’invio dei dati al Fisco entro il 16 marzo. Spese mediche detraibili solo se tracciabili


Non si scampa, come ogni anno torna la dichiarazione dei redditi. La stagione della precompilata si apre con l’invio al Fisco dei dati entro il 16 marzo. Il termine per la presentazione è fissato al 30 settembre. Tra le novità di quest’anno, c’è la regola di pagare con mezzi tracciabili le spese detraibili al 19 per cento. L’obbligo è scattato il primo gennaio 2020. Nelle dichiarazioni 2019 gli oneri detraibili sono stati inseriti in dichiarazione da 21,7 milioni di contribuenti, per un totale di 31,4 miliardi di euro

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LE SCADENZE DA RISPETTARE

Il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi è fissato al 30 settembre 2021. Chi deve incassare un rimborso Irpef, però, potrebbe pensare di accelerare i tempi, sfruttando l’accredito in busta paga a luglio – nel caso il datore di lavoro sia anche sostituto di imposta -,  presentando il 730 tra maggio e giugno. Il modello 730 può essere scelto anche dall’erede di un contribuente deceduto nel 2020 o comunque entro il 30 settembre 2021, ma il pagamento del rimborso resta vincolato alle regole in vigore per il modello Redditi Persone Fisiche.



COME PRESENTARE LA DICHIARAZIONE

Per compilare e presentare il modello 730 ci sono due possibilità: la precompilata o il ricorso al Caf o ad altri professionisti autorizzati. La tendenza “fai da te” è in costante crescita, soprattutto con l’emergenza sanitaria che impone il rispetto del distanziamento sociale e, quindi, fa aumentare il numero di chi preferisce compilare in autonomia la dichiarazione direttamente da casa. I Caf e i professionisti garantiscono tuttavia l’accesso sicuro alle loro sedi: in questo caso la compilazione spetterà a loro, il contribuente dovrà portare tutta la documentazione necessaria: dai modelli Cud, agli scontrini per le spese sanitarie, passando per la dichiarazione degli interessi passivi per il mutuo sulla prima casa, fino alle spese sostenute per la previdenza complementare.


LE SCADENZE DELLA PRECOMPILATA

Per accedere alla dichiarazione precompilata serve uno Spid, il pin di Fisconline delle Entrate o quello rilasciato dall’Inps. Il modello 730/2021 precompilato è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate a partire dal 30 aprile. Chi decide di accedere a questa modalità, potrà accettare il modello così come viene presentato dall’Agenzia, oppure modificarlo o integrarlo: dal 28 maggio al 20 giugno può anche essere annullato una sola volta, e sostituito con un nuovo invio. Il contribuente che lo accetta senza modifiche non sarà soggetto ai controlli sulle spese detraibili. Il 30 settembre resta il termine per il modello 730 “fai da te” ma anche per quello presentato tramite Caf. Il 25 ottobre scade il termine per presentare al Caf (o professionista abilitato) il 730 integrativo, ma solo se l’integrazione determina un credito maggiore, un minor debito o un’imposta invariata.

POSSIBILI RISCHI PER I RIMBORSI

Le piccole e medie imprese pagano gravemente gli effetti della pandemia. Anche per questo motivo, quest’anno potrebbe essere meno semplice ricevere il rimborso Irpef in busta paga. Il blocco dei licenziamenti può scongiurare il perdita del sostituto di imposta ma non garantisce la certezza di ricevere lo stipendio in tempo. Può accadere, infatti, che molti piccoli datori di lavoro, alle prese con una grave crisi di liquidità, siano in difficoltà nel pagamento puntuale degli stipendi. Resta, comunque, la possibilità di farsi erogare il rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate sul proprio conto corrente. In questo caso, è bene comunicare tempestivamente l’Iban sul quale si intende ricevere il rimborso. La liquidazione del rimborso avviene in genere entro il 20 dicembre.

SPESE DETRAIBILI SE TRACCIABILI

Entro il 16 marzo gli operatori sanitari, le banche, gli enti previdenziali e tutti gli altri “soggetti terzi” dovranno inoltrare all’Agenzia delle Entrate i dati necessari per predisporre i modelli precompilati. Dal primo gennaio 2020 è scattato l’obbligo di pagare le spese detraibili al 19 per cento, come quelle mediche, con strumenti tracciabili. La legge prevede però un’eccezione: si possono pagare in contanti medicinali e dispositivi medici, oltre alle prestazioni sanitarie presso strutture pubbliche o private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Nelle dichiarazioni 2019, le spese mediche hanno raggiunto i 19,4 miliardi di euro, confermandosi come la parte più consistente degli oneri fiscalmente detraibili al 19 per cento.


martedì 9 marzo 2021

Il Louvre ha aperto un suo negozio online

 

Senza più visitatori o quasi, il museo più famoso al mondo ha accelerato un processo avviato prima della pandemia, fatto di magliette, aste e videoclip



Il Louvre, il museo di Parigi dov’è conservata la Gioconda di Leonardo da Vinci, sta cercando nuovi di modi per far quadrare i conti senza dipendere esclusivamente dalle visite. Questo processo di diversificazione delle entrate era già iniziato da qualche anno, ma è diventato ancora più urgente con la crisi portata dal coronavirus, che ha azzerato la presenza di turisti stranieri e costretto il museo a una chiusura prolungata: dallo scorso marzo è stato aperto solo da luglio a ottobre, con la conseguente perdita di 90 milioni di euro di ricavi. Il Louvre è infatti il museo più frequentato al mondo, con 9,6 milioni di visitatori nel 2019.

Ancora più innovativa è la collaborazione con il marchio di abbigliamento giapponese Uniqlo, che dal 4 febbraio ha messo in vendita nei suoi negozi in tutto il mondo, fisici e online, magliette e felpe con stampate alcune delle opere più famose del museo, reinterpretate dal graphic designer inglese Peter Saville. La collezione, che Uniqlo avrà in licenza per 4 anni, è stata presentata con un video in cui i modelli sfilano nel museo e da un altro realizzato dal Louvre dove suoi dipendenti spiegano che l’istituzione e l’azienda condividono gli stessi valori.

 

Un’altra collaborazione è quella con Casetify, un’azienda di accessori tecnologici che ora vende cover di iPhone, AirPods, caricabatterie wireless e borracce con sopra la Gioconda, la Venere di Milo, la Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix e altri protagonisti delle opere più famose. Il museo non disdegna le realtà più piccole, come la Maison Sarah Lavoine, una piccola boutique vicino alle Tuileries dove si trovano portacuscini e portacandele in ceramica ispirati ai piedistalli delle statue del giardino.


Il Louvre non si è però fermato al merchandising, che da anni è la strada più sicura e percorsa anche da musei più piccoli e sconosciuti, ma si è impegnato per «trovare nuovi modi per fare soldi […] e sfruttare la massimo il nome del Louvre», come ha spiegato al New York Times Adel Ziane, direttore delle relazioni esterne. A dicembre, per esempio, ha organizzato un’asta per raccogliere fondi e trasformare una zona in disuso del museo in un spazio dedicato all’istruzione vasto mille metri quadrati. L’asta ha raccolto 2,3 milioni di euro e ha offerto, tra le altre cose, delle esperienze museali: un cliente ha pagato 80mila euro la possibilità di assistere al momento in cui la Gioconda viene tolta dalla teca per il suo controllo annuale.

Un’altra strada è quella di affittare gli spazi del museo a fotografi, artisti, stilisti, registi. Nel 2018 i cantanti americani Beyoncé e Jay ebbero a disposizione per due notti gallerie, scalinate, il corridoio e l’entrata principale per filmare il video di “Apeshit”: è stato visto 200 milioni di volte su YouTube, contribuendo ad aumentare la fama del museo nel mondo. Di recente il Louvre è stato affittato per cinque giorni e cinque notti anche dai produttori della serie tv di Netflix Lupin.


L’azienda francese Louis Vuitton, da finanziatrice del Louvre, ha invece un accordo che le dà accesso ad alcuni spazi per le sfilate: si sono tenute nella Cour Carrée, il cortile quadrato, e nel Cour Marly, mentre ancora non si sa dov’è stato girato il video che presenterà, solo in digitale, la prossima sfilata del 10 marzo. I costi d’affitto non sono noti ma, ha spiegato Ziane, dipendono molto dal progetto, se si gira di giorno o di notte, quante gallerie sono necessarie e se comparirà la Monna Lisa.

Oltre ad arricchire il museo, questa nuova apertura contribuisce anche a svecchiarne l’immagine, a farlo apparire da un lato come un’azienda interessante con cui fare affari, dall’altro come un’istituzione culturale al passo coi tempi, che apre le sue porte ad artisti e musicisti e che vuole trasformarsi in presenza pop nella vita quotidiana. Il Louvre non è l’unico a seguire questa strada. In Italia, per esempio, il Museo Egizio di Torino ha fatto da ambientazione al video del singolo “Dorado” di Mamhood, cantante italiano con padre egiziano, uscito nel luglio 2020.

Nello stesso periodo provocò invece molte polemiche l’entusiasmo con cui il museo degli Uffizi di Firenze sponsorizzò sui social network una visita dell’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni. Ferragni si trovava nel museo per un servizio di Vogue Hong Kong e approfittò per visitarlo e farsi un selfie con la Venere di Botticelli: la sua quindi non era una collaborazione diretta con gli Uffizi. Il museo fece sapere che nel weekend successivo alla pubblicazione del selfie, da venerdì 17 a domenica 19 luglio, venne visitato da 3.600 ragazzi e giovani con meno di 25 anni, contro i 2.839 del finesettimana precedente: il 27 per cento in più.

sabato 6 marzo 2021

Enrica Sabatini e il Manifesto ControVento di Rousseau

 



Oggi ho rilasciato un’intervista al
Corriere della Sera
nella quale chiarisco alcuni fatti degli ultimi giorni. La condivido con voi, potete farmi sapere cosa ne pensate nei commenti.



Enrica Sabatini, lei è uno dei soci di Rousseau: perché l’Associazione ha deciso di lanciare il manifesto ControVento ?


Dal 2012 siamo cresciuti molto e siamo riusciti a costruire un’infrastruttura digitale con straordinarie potenzialità. La tecnologia però è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Per questo motivo abbiamo deciso di definire, in modo chiaro, le buone pratiche attraverso le quali Rousseau può esercitare pienamente un ruolo di garanzia. Il manifesto nasce affinché non sorgano più in futuro contestazioni sul metodo e ci si possa focalizzare sul merito delle scelte.


Nel M5S dicono che è una mossa politica, che state facendo un partito.


Non è una mossa politica, ma un’azione per volare alto e costruire un serio spazio di sintesi democratica. Con il manifesto circoscriviamo quel perimetro solido e ben definito di termini e condizioni di utilizzo dell’ecosistema Rousseau affinché sia possibile realizzarlo


Molti parlamentari vogliono rompere i rapporti con Rousseau, dicono che voi non potete avere un profilo politico autonomo.


Noi lavoriamo per promuovere il valore di un’organizzazione politica, non per essere un’organizzazione politica. Questo è il nostro compito, il resto sono suggestioni.


Nella presentazione del manifesto parlate di «idee ribelli», dite che «non è tempo di avere sogni moderati»: sembra una presa di distanza dal percorso attuale del Movimento.


In realtà credo che la transizione ecologica sia una tra le idee ribelli per eccellenza, totalmente in linea con quelle che il Movimento ha sempre portato avanti.


Grillo ha lanciato un suo manifesto molto lontano dal vostro: non le pare contraddittorio che ci siano due pensieri agli antipodi nel M5S?

Non c’è alcuna contraddizione. Nelle pochissime anticipazioni date abbiamo indicato tra i riferimenti di ispirazione del manifesto proprio Beppe Grillo.

Il M5S cambia e si affida a Giuseppe Conte. Voi sarete ancora parte del progetto? Vi piace l’idea?

Il manifesto è un’azione di forte ridefinizione del modello di partecipazione di Rousseau che posiziona il cittadino al centro di un’architettura politica che nasce dal basso e che gli conferisce un rilevante potere decisionale nella costruzione della linea politica. Questo modello per essere attuato deve essere inserito in un progetto che riconosca questa centralità e che sposi in pieno le traiettorie innovative di un vero movimento digitale. Solo mantenendo questi pilastri, un progetto comune può essere solido.

Voi reclamate il saldo dei corrispettivi che non sono stati versati dai parlamentari. Molti non vogliono versare soldi a Rousseau: finirà in tribunale?

Rousseau ha anticipato i costi di servizi erogati al Movimento e quindi, ovviamente, devono essere corrisposti da quest’ultimo. Sono sicura che il Movimento salderà i debiti sollecitando tutti gli eletti morosi a onorare gli impegni presi all’atto della candidatura di fronte a iscritti e cittadini.

C’è chi contesta l’affidabilità della piattaforma e l’accusa di scarsa trasparenza.

Rousseau utilizza le più moderne tecnologie e segue i più alti standard di affidabilità per il voto online. Il Digital democracy report 2021 redatto dal Solonian democracy institute di Dublino ha comparato piattaforme operanti in 25 Paesi e ha attribuito a Rousseau il punteggio massimo in sicurezza sia per la crittografia sia per la gestione dei dati degli iscritti, oltre a rilevare un elevato standard di qualità per diversi fattori tra cui capacità di esecuzione dell’ecosistema, ampiezza e completezza degli strumenti messi a disposizione sulla piattaforma. Direi che riconoscimenti di questo tipo valgono più di mille polemiche.

( di Enrica Sabatini )

mercoledì 3 marzo 2021

Lo SPID | L'identità digitale online per la Pubblica Amministrazione

 

Dal primo marzo per entrare nei servizi della Pubblica amministrazione serve Spid, l’identità digitale del cittadino, oppure la Carta di identità elettronica (Cie) o la Carta nazionale dei servizi (Cns), ossia la vecchia tessera sanitaria rilasciata dalla regione, ma in questo caso serve anche un dispositivo per la lettura.

Molti siti della Pa non sono ancora pronti, nonostante la scadenza prevista dal decreto Semplificazioni (dl 76/2020), e faticano a dire addio a pin provvisori e messaggi di conferma temporanei.

L’Agenzia delle Entrate ha già aggiornato i suoi sistemi di autenticazione, il primo passo per mandare definitivamente in pensione il riconoscimento tramite Fisconline. Ma cos’è e come funziona lo Spid?


COS’È LO SPID

Lo Spid è il sistema unico di accesso con identità digitale ai servizi online della Pubblica amministrazione italiana. L’identità Spid è costituita da credenziali, nome utente e password, che vengono rilasciate all’utente e che permettono l’accesso a tutti i servizi online: dal sito dell’Inps a quello dell’Agenzia delle Entrate, ma anche per le prenotazioni sanitarie o per il cashback di Stato. In generale serve per accedere a tutti i servizi online della Pubblica amministrazione.

COME SI RICHIEDE
Spid è gratuito e per richiederlo bisogna essere maggiorenni. Serve un indirizzo mail, un numero di telefono cellulare, un documento di identità valido e la tessera sanitaria con codice fiscale. Per ottenerlo, occorre scegliere tra uno degli identity provider abilitati e avviare la procedura dal loro sito. Questi provider sono Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste Italiane, Register, Sielte, Tim e Lepida. Poste Italiane, tra l’altro, ha recentemente aggiornato, semplificandolo, il sistema di accesso.

POSTE FACILITA L’ACCESSO CON UNA APP
Per ottenere lo Spid con Poste adesso basta un telefono e addio alle code allo sportello. Per ottenere lo Spid da casa è sufficiente scaricare sul proprio smartphone l’app gratuita PosteId e seguire le istruzioni. I cittadini che sono già in possesso di un passaporto italiano o di una Carta di Identità Elettronica dovranno farsi un selfie e registrare un breve video. Chi si ricorda anche il pin associato alla Cie non dovrà neppure scattare foto o registrare video e l’attivazione sarà immediata. I cittadini che ancora non hanno una Cie o un passaporto, possono sfruttare il riconoscimento a distanza, facendo un bonifico da un conto a loro intestato, dal costo simbolico di un euro che sarà poi restituito al termine del processo.


L’ACCESSO AL 730 PRECOMPILATO
Per avere accesso alla propria dichiarazione dei redditi precompilata serve, quindi, lo Spid dal primo di marzo. Chi risulta già registrato, però, potrà continuare ad accedere alla sua area riservata con login e password, fino alla scadenza, e comunque non oltre il 30 settembre. Dal primo ottobre, infatti, si potrà accedere solo con lo Spid o le altre modalità previste, ossia Cie e Cns. Come riporta il sito dell’Agenzia delle Entrate, dal primo ottobre, quindi, i cittadini dovranno dotarsi, a scelta, di uno dei tre strumenti di accesso a tutti i servizi della Pa.

NON CAMBIA NULLA PER IMPRESE E PROFESSIONISTI
Le nuove modalità di accesso ai servizi della Pubblica amministrazione riguardano, per ora, solo i contribuenti privati, e non i professionisti e le imprese. Gli utenti professionali, infatti, potranno continuare a utilizzare le vecchie credenziali e potranno anche richiederne di nuove, perché il passaggio all’identità digitale avverrà rispettando tempistiche più lunghe e fino alla data, nello specifico, che sarà fissata con un apposito decreto attuativo, come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale.

LO SPID SUL SITO INPS GIÀ DA OTTOBRE
Per accedere all’area riservata del portale dell’Inps, serve lo Spid già dal primo ottobre 2020. Il pin è stato sostituito dallo Spid per tutti gli utenti, tranne ristrette categorie di utenti privati e, come per le Entrate, gli utilizzatori professionali non subiscono modifiche: minori di diciotto anni; persone che non hanno documenti di identità italiana; persone soggette a tutela, curatela o amministrazione di sostegno. Anche per l’Inps è stato previsto un periodo transitorio in cui è possibile utilizzare ancora le vecchie credenziali, ma in ottica futura è indispensabile dotarsi dell’identità elettronica.


ACCESSO AI SERVIZI PIÙ SICURO
Identificarsi con lo Spid garantisce tre livelli di sicurezza, che possono essere scelti in fase di attivazione, ed è più sicuro di una password alfanumerica. Il primo livello permette di accedere ai servizi online attraverso un nome utente e una password. Il secondo livello permette l’accesso attraverso un nome utente e una password scelta dall’utente, più la generazione di un codice temporaneo di accesso, fornito generalmente con un sms o l’uso di una app. Il terzo livello, infine, richiede un supporto fisico per l’identificazione, come un dispositivo per la firma digitale remota (HSM).

I TEMPI PER AVERE LO SPID
I tempi di rilascio dipendono dall’identity provider. Con Poste Italiane, nel caso si abbia una Cie e il pin associato, il rilascio dell’identità digitale è praticamente immediato. Diversamente si riceve un riscontro entro 5 giorni lavorativi. La celerità nell’attivazione dello Spid, quindi, può essere un parametro da tenere in considerazione nel momento in cui si sceglie il provider per farsi rilasciare l’identità digitale. Ad oggi sono nove i gestori di identità elettronici attivi, come riporta il sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che hanno erogato 17 milioni e 563mila identità digitali.

giovedì 28 maggio 2020

La Presidente della Commissione Europea von der Leyen presenta il Recovery plan


È di 750 miliardi di euro l'ammontare del Fondo per la Ripresa, così come proposto mercoledì 27 maggio dalla Commissione europea dopo lunghe settimane di tergiversazioni.
L'esecutivo comunitario propone altresì che il nuovo strumento, il quale sarà associato al bilancio comunitario 2021-2027, distribuisca 500 miliardi sotto forma di sovvenzioni e altri 250 miliardi sotto forma di prestiti. È uno storico passo nell'integrazione europea.

👉 All’Italia 91 miliardi di sovvenzioni

Si tratta di «una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti», ha scritto su Twitter il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni. All'#Italia, secondo le informazioni raccolte da #Reuters, potrebbero andare 82 miliardi in sovvenzioni e 91 miliardi in prestiti. A titolo di confronto, un altro paese particolarmente colpito dalla pandemia influenzale, la #Spagna, riceverebbe 77 miliardi di sovvenzioni e 63 miliardi di prestiti. Gli ammontari finali dipenderanno dalla domanda.

👉 Finanziato con bond a lungo termine

Il nuovo Fondo per la Ripresa, ed è la novità storica, verrà finanziato da obbligazioni della Commissione europea. I titoli avranno scadenze diverse, ma l'impegno di è rimborsarli entro il 2058, e non prima del 2028. «L'obiettivo – spiega un esponente comunitario – è di beneficiare dell'intera curva dei rendimenti, con un maturità massima di 30 anni».

👉 Svolta storica
#Bruxelles propone ai Ventisette di rimborsare il debito con un aumento delle risorse proprie (tassa sul digitale e tassa sull’anidride carbonica, tra le ipotesi).
Finora, la Commissione europea ha emesso debito per obiettivi specifici e ammontari molto limitati (tendenzialmente per aiutare la bilancia dei pagamenti di paesi extra zona euro). Con questa proposta cambiano le prospettive dell'Unione europea. Si affidano notevoli poteri di finanziamento all'esecutivo comunitario, poteri finora limitati a due istituzioni finanziarie con obiettivi particolari: la Banca europea degli investimenti e il Meccanismo europeo di Stabilità #Mes.
👉 I tre pilastri del Fondo
A conferma delle informazioni circolate nelle ultime settimane il nuovo Fondo per la Ripresa si baserà su tre pilastri, rispettivamente dedicati al sostegno dei Paesi membri, al rilancio dell'economia, e al rafforzamento di programmi già esistenti. La proposta comunitaria è più generosa dell'ipotesi franco-tedesca di qualche giorno fa. Insieme #Berlino e #Parigi avevano suggerito un fondo da 500 miliardi di euro, tutto di sovvenzioni.
Il Fondo per la Ripresa, tutto dedicato alla crisi economica provocata dalla pandemia influenzale, sarà associato al bilancio comunitario per i prossimi sette anni. Secondo la proposta presentata dinanzi al #ParlamentoEuropeo dalla presidente della Commissione europea #UrsulaVonDerLeyen, la nuova finanziaria europea per il periodo 2021-2027 dovrebbe avere un valore di 1.100 miliardi di euro, pressoché invariato rispetto alla proposta pre-pandemia influenzale.
👉 Priorità a digitale e ambiente
Quanto al funzionamento del Fondo, la Commissione propone che il denaro serva a una modernizzazione dell'economia, non solo al rilancio della congiuntura. Priorità verrà data quindi al digitale e all'ambiente. Come spiegato dal vicepresidente della Commissione europea #ValdisDombrovskis ogni singolo paese presenterà un proprio piano nazionale che sarà valutato da Bruxelles. Nei fatti, l'uso del denaro dipenderà da misure nazionali legate alle annuali raccomandazioni-paese.
Il nuovo progetto di bilancio dovrà essere negoziato dai Ventisette e approvato dal Parlamento europeo. Un vertice europeo è già previsto il 18-19 giugno; diplomatici qui a Bruxelles già prevedono un altro vertice in luglio perché la trattativa rischia di essere complicata. Lo sguardo non corre solo alla natura del denaro distribuito a livello nazionale (sovvenzioni o prestiti?) ma soprattutto alla chiave di ripartizione del denaro contenuto nel nuovo Fondo per la Ripresa.

domenica 8 marzo 2020

M5S | il Corona Virus a livello informatico | Covid-19

Da oggi sul sito del Ministero della Salute e della Protezione Civile sono disponibili tutti i dati ufficiali aggiornati sul Covid-19, 
il cosiddetto Coronavirus. 

Una mappa interattiva dettagliata con informazioni approfondite, disponibili e liberamente utilizzabili da tutti.
Sembrerà strano, ma finora le informazioni ufficiali pubblicate sui siti istituzionali non sono stati dati fruibili dai cittadini, ma solo documenti PDF di resoconti giornalieri, di carattere perlopiù
nazionale con alcuni dettagli regionali e altri di livello provinciale. Senza la possibilità di poter usufruire a livello informatico delle informazioni messe a disposizione. 
Dati, quindi, da cui è quasi impossibile estrarre informazioni.

Sono intervenuti sulla questione i deputati del Movimento 5 stelle Paolo Giuliodori, Luca Carabetta e Roberto Rossini. 

«Ci è stato sollevato il problema della fruibilità dei dati pubblicati
dal Ministero della Salute e della Protezione Civile. 
I dati ufficiali pubblicati - spiegano i deputati - non sono in formato machine readable, non sono cioè direttamente accessibili da sistemi automatici di elaborazione e rappresentazione dei dati. 
In pratica non sono trasferibili sui vari programmi per computer con cui lavorare sui dati.

Ma parliamo di informazioni di fondamentale interesse pubblico, quindi è necessario che siano resi disponibili in modo dati
completi, disaggregati il più possibile e aggiornati quotidianamente. Sarebbe auspicabile anche una licenza aperta».

Dall’inizio della diffusione del Coronavirus in Italia giornalisti, scienziati, ricercatori, enti, addetti ai lavori hanno utilizzato i dati sulla diffusione del fenomeno, per creare grafici, mappe, report, analisi, statistiche, previsioni. Sempre, ci auguriamo, partendo da dati ufficiali. Solo che è molto complicato riuscire a farlo se i dati non sono abbastanza esaustivi e liberamente utilizzabili. 


È difficile valutare le variazioni nel tempo o fare aggiornamenti giornalieri dettagliati, cosa fondamentale per tracciare l’evoluzione e la diffusione a livello capillare del fenomeno.

Grazie alla pronta collaborazione con il Ministero per l’Innovazione e il ministro Paola Pisano, da oggi è possibile l’accesso automatico a tutti i dati ufficiali sul Covid-19. 
Una conquista non di poco conto, perché possono essere sfruttati per fornire servizi, infografiche, statistiche, analisi dettagliate e puntuali sul fenomeno, molto utili ai cittadini per avere una maggiore comprensione della reale entità dell’epidemia.

lunedì 2 dicembre 2019

VIDEO | Giuseppe Conte informativa sul MES




Un anno fa l'Italia si è espressa secondo il mandato parlamentare


«Sono qui per l'informativa sulle modifiche al Mes non solo perché doverosa dopo la richiesta ma anche perché ho sempre cercato di assicurare una interlocuzione chiara e trasparente con Il Parlamento». Lo dice il Presidente Del Consiglio Giuseppe Conte in Aula alla Camera per le
comunicazioni sul Mes. Il presidente del Consiglio attacca duramente il leader della Lega Salvini e la leader di Fdi Giorgia Meloni: «Chi è all’opposizione sta dando prova di scarsa cultura delle regole e mancanza di rispetto per le istituzioni». L’informativa di Conte si svolge in un clima di forte tensione tra i parlamentari presenti.



Le accuse all’opposizione

Durissimo e senza mezzi termini l’attacco all’opposizione. «Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui “disinvoltura” a restituire la verità e la cui “resistenza” a studiare i dossier mi sono ben note, quanto - ha detto Conte - del comportamento della deputata Meloni» nel «diffondere notizie allarmistiche, palesemente false» sul Mes. E ancora: «È stato anche detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte. Anche chi è all’opposizione ha compiti di responsabilità» ha sottolineato Conte. «Una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall’accusa di avere
commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un’accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini
ripongono in esse».


La ricostruzione dei fatti e la posizione dell’Italia

«Posso dunque affermare che, poco meno di un anno fa - ha minuziosamente ricostruito Conte - l’Italia, da me rappresentata, si è espressa in sede europea in maniera perfettamente coerente con il mandato ricevuto da questo Parlamento. Su tali basi è stato dato l’incarico all’Eurogruppo di procedere alla predisposizione di una bozza di revisione del Trattato Mes». Conte ha poi rivendicato che la Lega - che oggi lo attacca sul Fondo salva Stati - a giugno in aula aveva espresso valutazioni in linea con le sue. «Nelle comunicazioni rese il 27 giugno 2018, benché tema centrale fosse quello dell’immigrazione, ho voluto affrontare in modo esplicito anche la questione relativa alla riforma del Mes. 



Al riguardo, ho affermato: “Non vogliamo un Fondo monetario europeo che, lungi dall’operare con finalità perequative, finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche
efficaci”. Nel corso del conseguente dibattito alla Camera, la maggior parte dei deputati intervenuti non ha affrontato l’argomento, ad eccezione dell’onorevole Gelmini (Forza Italia) e dell’onorevole Molinari (Lega). Entrambi si sono limitati a esprimere valutazioni di principio, peraltro coerenti con l’indirizzo espresso sul punto nel mio intervento».

(Fonte: ilSole24ore)

venerdì 8 novembre 2019

GIULIA GRILLO | che strano paese è il nostro


Buongiorno a tutti !
allora, vi sono piaciuta ieri a "Un giorno da Pecora" ?
Certo, che strano paese è il nostro. 



(di Giulia Grillo) 
Se un ex ministro balla qualche secondo in uno studio radiofonico va su tutti i quotidiani on-line, ma se prova a fare il suo lavoro da parlamentare l'unico spazio che trova è qui sui propri profili social.
Comunque sia, l'importante è rimanere in contatto e così, dopo i "balli scatenati", oggi vorrei commentare insieme a voi un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore "La manovra per la sanità - Farmaci, imprese in coro: cambiare i tetti sulla spesa".
Intanto una premessa, come forse non tutti sanno, da quando ho terminato l'esperienza di Ministro della salute sono tornata in Parlamento e attualmente sono componente della XIV Commissione che si occupa delle Politiche dell'Unione Europea. I temi in questione sono diversi ma, come credo sia normale, gli aspetti di carattere sanitario catturano sempre la mia attenzione soprattutto quando si intrecciano con le politiche portate avanti a Lungo Tevere Ripa.
Ho trovato importante (https://bit.ly/2WTq2b6) che dopo l'approvazione della nostra Risoluzione sulla trasparenza dei mercati dei medicinali, presso l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ben 9 paesi (Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda, Portogallo, Lituania, Svizzera, Norvegia) abbiano deciso di collaborare per migliorare la negoziazione dei prezzi con le aziende farmaceutiche.
Allo stesso modo, apprendere che per Martin Seychell, vice Direttore Generale del Dipartimento Salute e sicurezza alimentare della Commissione Europea, il modello di business dell'industria farmaceutica rispetto all'accesso dei medicinali debba cambiare, è un altro segnale importante che dimostra la giusta direzione intrapresa nella mia esperienza al Ministero.
Tutto questo che vi ho appena accennato, però, non lo ritrovo nelle dichiarazioni presenti nell'articolo de IlSole24Ore. Spero che il nostro vice ministro non dimentichi la nostra Risoluzione sulla trasparenza e dunque faccia in modo che anche l'Italia aderisca alla collaborazione di cui vi accennavo prima. Allo stesso modo mi auguro che, rispetto ai temi affrontati nell'articolo di Marzio Bartolomi e Barbara Gobbi, al Ministero della salute si segua quanto previsto nella governance della farmaceutica e dei dispositivi medici, documenti che abbiamo approvato pochi mesi fa dopo un intenso lavoro da parte di esperti dei due settori.
In particolare, rispetto alla farmaceutica, la rimodulazione dei tetti non può rimanere un'azione isolata, ma deve essere accompagnata dai tanti interventi già ben descritti nel documento della Governance. Pochi giorni prima di andar via, condiviso con il Ministro dell'economia e delle finanze, ho firmato il decreto con i quali sono dettati i nuovi criteri e le modalità a cui l'AIFA si deve attenere nel determinare, mediante negoziazione, i prezzi dei farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Un provvedimento che può dare un apporto determinante nelle scelte di AIFA. D'altronde, che sia necessario un cambio di passo, lo dimostra l'evidenza scientifica come nel caso di un recente articolo pubblicato sul British Medical Journal che segnala l'assenza di benefici aggiuntivi nella maggior parte dei nuovi farmaci introdotti in commercio (https://bit.ly/36KpPeU). Insomma, i pazienti devono avere a disposizione tutte le cure realmente innovative ed efficaci, ma occhio ai prezzi, perché diversamente non ci sarà tetto di spesa in grado di contenere tutte le proposte delle aziende.
Non vi tedio oltre, ma prima di salutarvi fatemi aggiungere un altro elemento sempre in tema di farmaci. Sono contenta della norma che abbiamo inserito nel Decreto Calabria riguardo la carenza dei medicinali e in particolare la possibilità di effettuare il blocco temporaneo delle esportazioni per prevenire o limitare stati di carenza o indisponibilità. 
L'AIFA lo sta mettendo in pratica, anche grazie alla collaborazione con tutta la filiera della distribuzione. 
E non sono poche le persone che incontro e che mi ringraziano. 
Sono io che ringrazio voi per l'affetto e la fiducia che continuate ad avere nei miei confronti.