Oggi ho rilasciato un’intervista al
Corriere della Sera
nella quale chiarisco alcuni fatti degli ultimi giorni. La condivido con voi, potete farmi sapere cosa ne pensate nei commenti. Enrica Sabatini, lei è uno dei soci di Rousseau: perché l’Associazione ha deciso di lanciare il manifesto ControVento ?
Dal 2012 siamo cresciuti molto e siamo riusciti a costruire un’infrastruttura digitale con straordinarie potenzialità. La tecnologia però è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Per questo motivo abbiamo deciso di definire, in modo chiaro, le buone pratiche attraverso le quali Rousseau può esercitare pienamente un ruolo di garanzia. Il manifesto nasce affinché non sorgano più in futuro contestazioni sul metodo e ci si possa focalizzare sul merito delle scelte.
Nel M5S dicono che è una mossa politica, che state facendo un partito.
Non è una mossa politica, ma un’azione per volare alto e costruire un serio spazio di sintesi democratica. Con il manifesto circoscriviamo quel perimetro solido e ben definito di termini e condizioni di utilizzo dell’ecosistema Rousseau affinché sia possibile realizzarlo
Molti parlamentari vogliono rompere i rapporti con Rousseau, dicono che voi non potete avere un profilo politico autonomo.
Noi lavoriamo per promuovere il valore di un’organizzazione politica, non per essere un’organizzazione politica. Questo è il nostro compito, il resto sono suggestioni.
Nella presentazione del manifesto parlate di «idee ribelli», dite che «non è tempo di avere sogni moderati»: sembra una presa di distanza dal percorso attuale del Movimento.
In realtà credo che la transizione ecologica sia una tra le idee ribelli per eccellenza, totalmente in linea con quelle che il Movimento ha sempre portato avanti.
Grillo ha lanciato un suo manifesto molto lontano dal vostro: non le pare contraddittorio che ci siano due pensieri agli antipodi nel M5S?
Non c’è alcuna contraddizione. Nelle pochissime anticipazioni date abbiamo indicato tra i riferimenti di ispirazione del manifesto proprio Beppe Grillo.
Il M5S cambia e si affida a Giuseppe Conte. Voi sarete ancora parte del progetto? Vi piace l’idea?
Il manifesto è un’azione di forte ridefinizione del modello di partecipazione di Rousseau che posiziona il cittadino al centro di un’architettura politica che nasce dal basso e che gli conferisce un rilevante potere decisionale nella costruzione della linea politica. Questo modello per essere attuato deve essere inserito in un progetto che riconosca questa centralità e che sposi in pieno le traiettorie innovative di un vero movimento digitale. Solo mantenendo questi pilastri, un progetto comune può essere solido.
Voi reclamate il saldo dei corrispettivi che non sono stati versati dai parlamentari. Molti non vogliono versare soldi a Rousseau: finirà in tribunale?
Rousseau ha anticipato i costi di servizi erogati al Movimento e quindi, ovviamente, devono essere corrisposti da quest’ultimo. Sono sicura che il Movimento salderà i debiti sollecitando tutti gli eletti morosi a onorare gli impegni presi all’atto della candidatura di fronte a iscritti e cittadini.
C’è chi contesta l’affidabilità della piattaforma e l’accusa di scarsa trasparenza.
Rousseau utilizza le più moderne tecnologie e segue i più alti standard di affidabilità per il voto online. Il Digital democracy report 2021 redatto dal Solonian democracy institute di Dublino ha comparato piattaforme operanti in 25 Paesi e ha attribuito a Rousseau il punteggio massimo in sicurezza sia per la crittografia sia per la gestione dei dati degli iscritti, oltre a rilevare un elevato standard di qualità per diversi fattori tra cui capacità di esecuzione dell’ecosistema, ampiezza e completezza degli strumenti messi a disposizione sulla piattaforma. Direi che riconoscimenti di questo tipo valgono più di mille polemiche.
( di Enrica Sabatini )
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia il tuo messaggio