martedì 11 dicembre 2018

L’attentatore è stato identificato ma è ancora in fuga (VIDEO)

La zona intorno al centro storico è stata blindata ed evacuata. Le prime informazioni ufficiali comunicate dalla Prefettura parlano anche di dieci feriti. Il Comune invita la cittadinanza a restare chiusa dentro casa
Un uomo ha aperto il fuoco ai mercatini di Natale a Strasburgo vicino alla centrale Place Kleber. La polizia riferisce che ci sono due morti e undici feriti gravi. La zona intorno al centro storico è stata blindata ed evacuata. L’autore della sparatoria è stato identificato ma è ancora in fuga, come confermano polizia e il sindaco di Strasburgo, Roland Ries. Operazione della polizia francese in corso a Neudorf, quartiere di Strasburgo, con colpi di arma da fuoco e urla sentiti in zona, in rue d’Epinal. Lo riferisce il sito Dna.fr. Il presunto attentatore di Strasburgo era già stato identificato come elemento ‘radicalizzato‘: lo rende noto il sito Nouvelles d’Alsace, spiegando che il suo dossier era segnato con la ‘S‘ che indica, appunto, i radicalizzati islamici. La fonte dice a Nda che l’uomo era rimasto ferito in passato nel corso di un conflitto a fuoco con i militari dell’operazione antiterrorismo Sentinelle.

Sette o otto colpi” esplosi e “due persone a terra”, riferisce un testimone italiano. “La gente fuggiva” e la polizia invitava i presenti ad allontanarsi, racconta. Gli agenti correvano in un’unica direzione, presumibilmente per rincorrere la persona che aveva aperto il fuoco. 
Il Comune di Strasburgo invita la cittadinanza a restare chiusa dentro casa, confermando la sparatoria in centro città. Secondo testimoni citati da FranceNews24, l’uomo armato avrebbe sparato contro dei militari, che avrebbero risposto al fuoco. Diversi testimoni riferiscono anche di controlli al confine franco tedesco all’uscita della città sulle vetture in entrambi i sensi di marcia. “I nostri servizi di sicurezza e di soccorso sono mobilitati”: è quanto scrive il ministro francese dell’Interno,Christophe Castaner.
“Ho dato ordine di chiudere il Parlamento europeo, nessuno può entrare e nessuno può uscire. L’attentato è stato a 3 km da qui, in centro”. Lo ha detto in una diretta Twitter dal suo ufficio a Strasburgo il presidente dell’Assemblea, Antonio Tajani che, al telefono con l’Ansa, parla di “diversi morti”.
Le testimonianze – Gli ingressi al centro sono stati transennati e le forse dell’ordine della sicurezza bloccano macchine e pedoni. Cedric racconta all’Ansa di aver sentito nettamente i colpi vicino a piazza Kleber e di aver trovato rifugio in un bar. “Ho sentito colpi di pistola e poi di armi automatiche, probabilmente quelli delle forze dell’ordine, poi c’è stato un movimento di folla e io mi sono messo a correre e sono entrato in un bar”. Florent invece dice di non aver sentito gli spari ma di aver comunque vissuto una situazione “inquietante: eravamo in un locale, all’improvviso ci hanno fatto tutti scendere al piano di sotto, dove saremmo stati più al sicuro”.

Gli europarlamentari italiani – “Ho visto due persone, probabilmente due donne, a terra raggiunte dai colpi di arma da fuoco. Siamo fuggiti via, di corsa. Abbiamo trovato riparo nel cortile di un palazzo, ci hanno aperto il portone, siamo rimasti lì a lungo prima che due ragazzi ci aprissero la porta del loro appartamento”. Così Marco Affronte, europarlamentare dei Verdi, ex M5S, racconta all’Adnkronos i suoi momenti di paura durante gli spari al mercatino di Natale di Strasburgo. “C’è un morto davanti a me“. E’ il racconto fatto all’Adnkronos dal parlamentare europeo Giovanni La Via, bloccato in un ristorante di Strasburgo. “Mi trovo a Pont Saint Martin – spiega l’eurodeputato – bloccato in un ristorante dalla polizia. Hanno portato qui una vittima, è un uomo. Gli avevano sparato, hanno tentato invano di rianimarlo, ma è morto”. “Siamo da più di un’ora sotto al tavolo di un ristorante al buio. Fuori vediamo le luci della volante della polizia. Non so dirvi altro, per il momento”, scrive su twitter l’europarlamentare Pd Simona Bonafè.

I PRECEDENTI
Il mercatino di Strasburgo è finito più di una volta nel mirino dei terroristi. L’ultima nel novembre 2016, quando sette persone vennero fermate dalle forze speciali francesi prima che mettessero a segno un attentato. Nel maggio 2014, nella città venne smantellata una rete jihadista: si trattava anche in questo caso di sette persone che, si scoprì, erano state in Siria tra il dicembre 2013 e l’aprile 2014, e che vennero poi condannate a pene comprese tra i 6 e i 9 anni di carcere. Tra loro anche Karim Mohamed-Aggad, il cui fratello Foued venne successivamente identificato come uno dei kamikaze del Bataclan.

Il mercato di Natale era già stato individuato come bersaglio di un progetto di attentato nel 2000: quattro algerini, poi condannati a pene tra i dieci e i dodici anni dal tribunale di Francoforte, avevano progettato di piazzare una bomba alla vigilia del Capodanno 2001 davanti alla Cattedrale, ma la strage fu evitata grazie alle informazioni fornite dai servizi segreti tedeschi. Nel ‘covo’ furono trovati armi ed esplosivi ed un video del mercato nel quale si dichiarava che vi si recavano nemici di Dio che sarebbero stati spediti all’Inferno.

(Fonte ilFattoQuotidiano)

E' chiara la divisione interna del PD

VERGOGNOSO !!! 
In consiglio regionale il PD non vuole parlare di sanità !! Per la terza volta si sono votati, a colpi di maggioranza, il rinvio delle mozioni (ben 6) che trattano di sanità, senza contare il tentativo di non calendarizzarle nella seduta odierna, sventato da una nostra richiesta formale a suon di regolamento.

E' chiara la divisione interna del PD, che irrimediabilmente lo paralizza. 
Nel frattempo i servizi sanitari continuano a diradarsi sui territori, soprattutto dell'entroterra. 
Ora, poichè le prossime sedute sono dedicate al bilancio, la discussione sull'imminente Piano socio sanitario è rinviata a metà gennaio. 
Questa giunta non è in grado di governare la nostra regione, mancano 18 mesi alla fine di questo calvario, liberiamocene !!

(Piergiorgio Fabbri M5S Marche)

Non corro alle Primarie ma non vado in pensione

Ma per quanto riguarda il passato, i rimpianti non mancano: 
"Dovevo usare il lanciafiamme"
Il tris non ci sarà. Matteo Renzi non correrà per guidare il Pd. È lui stesso, al termine dell'ennesima giornata in cui roventi sono le linee telefoniche dei suoi, a fare chiarezza. "'Candidati al congresso', mi hanno scritto in tanti. Grazie del pensiero, ma non lo farò - scrive in un post "personale" sui social - Ho vinto due volte le primarie con il 70% e dal giorno dopo mi hanno fatto la guerra dall'interno. Mi sentirei come Charlie Brown con Lucy che gli rimette il pallone davanti per toglierlo all'ultimo istante. Non mi ricandido per la terza volta per rifare lo stesso - sentenzia - . Chiunque vincerà il congresso avrà il mio rispetto e non il logorio interno che ho ricevuto io".
Il passato, in realtà, è tutt'altro che archiviato. C'è un "errore" che Renzi non si perdona: "è stato non ribaltare il partito. Non entrarci con il lanciafiamme come ci eravamo detti - scrive ai destinatari della enews - . In alcuni casi il PD ha funzionato, in altre zone è rimasto un partito di correnti. Ritengo che le correnti siano il male del partito.


'Charlie Brown', comunque, resta in campo. Renzi rivendica la " gigantesca battaglia contro la cialtroneria di chi ci governa", messa in campo tutti i giorni in Parlamento, sui social, sui media (domani sarà nel salotto Tv di Porta a porta). Non è tutto, però. Nel 2019 il 'senatore semplice di Scandicci' sarà di nuovo in giro per l'Italia. "A fine gennaio uscirà un mio libro, per Marsilio, e girerò tutto il Paese, specie i piccoli borghi di provincia, per parlare e per ascoltare. Come ai vecchi tempi", annuncia. Poi un nuovo progetto: una WebTV alla quale sta lavorando "da mesi" per "non lasciare la rete in mano alle Fake News". E avanti anche con i comitati civici 'Ritorno al futuro' e con il "meraviglioso popolo" della Leopolda. "Io continuo a combattere: non corro per il congresso ma non vado in pensione - scrive avvertendo avversari e 'compagni' - resto in campo, sorridente e tenace. Perché il tempo è galantuomo. E io ci credo davvero".
Era quello che i renziani, smarriti, aspettavano. Una parola sul futuro, un segnale del leader. L'ex segretario, in realtà, non fa chiarezza fino in fondo. Nel lungo post non mette nero su bianco che la sua battaglia contro la "cialtroneria" gialloverde la combatterà da dentro il Pd, ma a chi - come Carlo Calenda - scalpita per sapere quale sarà la strategia dem alle Europee, l'ex premier si limita a dire che spetterà al nuovo segretario indicare la rotta. Il fatto che Renzi non abbia affatto intenzione di ritirarsi, comunque, alle 'truppe' basta. Nella giornata di martedì 11 dicembre decideranno come schierarsi al congresso. L'appuntamento è fissato alle 13. Luca Lotti e Lorenzo Guerini, in contatto costante in questi giorni, hanno convocato con un breve sms "i parlamentari che avevano dato disponibilità per la mozione Minniti". Ad oggi, due le ipotesi in campo: "O andiamo avanti con una candidatura nostra, identitaria, e testimoniamo la nostra posizione dentro il congresso, o altrimenti - viene spiegato - mettiamo su una squadra che affianchi quella già in campo a sostegno di Maurizio Martina".


In ogni caso trovare un nome spendibile, in queste ore, non sembra cosa semplice. Lorenzo Guerini ha ribadito il suo no. Per motivi di "sensibilità istituzionale", dal momento che siede sulla poltrona di presidente del Copasir. "Capisco che non sia di moda - ha confidato a chi lo voleva della partita - Sono di una vecchia scuola, se uno ha un ruolo istituzionale di garanzia non può essere candidato alla guida di un partito". E se negli scorsi giorni era circolato il nome del sindaco di Pesaro, adesso anche Matteo Ricci si chiama fuori. In pole ci sarebbe Teresa Bellanova: la passionaria renziana ha dalla sua il fatto di essere donna e avere una chiara matrice identitaria. Nicola Zingaretti aspetta. I sondaggi lo danno in testa col 41%, Renzi era dato secondo con il 31%, mentre Maurizio Martina è al 28%. "Insieme ai renziani - azzardano nell'entourage di quest'ultimo - possiamo ancora farcela".

(Fonte LaPresse)