mercoledì 9 maggio 2018

Chi era PEPPINO IMPASTATO | 09 Maggio 1978




Peppino Impastato nacque a Cinisi, nella provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa: il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato nella sua Alfa Romeo Giulietta imbottita di tritolo.
Il ragazzo rompe presto i rapporti con il padre, che lo caccia di casa, e avvia un'attività politico-culturale antimafia. Nel 1965 fonda il giornalino L'idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi partecipa col ruolo di dirigente alle attività dei gruppi comunisti. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.
Nel 1976 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1977 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i crimini e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti (chiamato «Tano Seduto» da Peppino), che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto di Punta Raisi. Il programma più seguito era Onda pazza a Mafiopoli, trasmissione satirica in cui Peppino sbeffeggiava mafiosi e politici.
Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni provinciali, ma non fa in tempo a sapere l'esito delle votazioni perché, dopo vari avvertimenti che aveva ignorato, nel corso della campagna elettorale viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio. Col suo cadavere venne inscenato un attentato, per distruggerne anche l'immagine, in cui la stessa vittima apparisse come suicida, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo gli elettori di Cinisi votano ancora il suo nome, riuscendo ad eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale.
Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlarono di un atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto ucciso, e di suicidio dopo la scoperta di una lettera, che in realtà non rivelava propositi suicidi. Il delitto, avvenuto in piena notte, passò quasi inosservato poiché proprio in quelle stesse ore venne ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro in via Caetani a Roma.

L'attività del Centro Impastato, le accuse e le scoperte 

La matrice mafiosa del delitto viene individuata grazie all'attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta (1916 - 2004), che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, da Umberto Santino e dalla moglie Anna Puglisi, grazie anche ai compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo che viene fondato a Palermo nel 1977, è intitolato proprio a Giuseppe Impastato dal 1980. Sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria.
Il 9 maggio del 1979 il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d'Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il Paese.
Nel maggio del 1984 l'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del giudice Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva concepito e avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, sostituto di Chinnici dopo la sua morte, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti.
Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia della vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla Pizza connection.
Nel gennaio 1988 il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 lo stesso tribunale decide l'archiviazione del caso Impastato, ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei corleonesi.
Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un'istanza per la riapertura dell'inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venisse interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo, in precedenza affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto.
Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in Gaetano Badalamenti il mandante dell'omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l'inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Gaetano Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Il 10 marzo 1999 si svolge l'udienza preliminare del processo contro Vito Palazzolo, mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata.

I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l'Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia all'udienza preliminare e chiede il giudizio immediato.
Nell'udienza del 26 gennaio 2000 la difesa di Vito Palazzolo chiede che si proceda con il rito abbreviato, mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgerà con il rito normale e in videoconferenza. Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell'Ordine dei giornalisti.
Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Nella commissione si rendono note le posizioni favorevoli all'ipotesi dell'attentato terroristico dei seguenti militari dell'Arma dei Carabinieri: il maggiore Antonio Subranni; il maresciallo Alfonso Travali.
Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a trent'anni di reclusione. L'11 aprile 2002 anche Gaetano Badalamenti è stato riconosciuto colpevole e condannato all'ergastolo.
Un aspetto poco noto dell'attività giornalistica di Impastato fu la sua inchiesta sulla strage di Alcamo Marina, in cui vennero uccisi due Carabinieri e della quale furono accusati dai militari comandati da Giuseppe Russo cinque giovani del posto che, si scoprirà poi, furono torturati (e uno di loro forse ucciso in cella) per estorcere false confessioni. La strage era probabilmente legata alla mafia e a elementi dell'Organizzazione Gladio collusi con gli stessi carabinieri. Non si sa cosa l'attivista di Democrazia Proletaria avesse scoperto sulla strage, poiché la cartella con i documenti su Alcamo Marina fu sequestrata dai Carabinieri nella casa della madre Felicia, poco dopo la morte di Peppino, e non fu più restituita a differenza degli altri documenti (come riferito dal fratello Giovanni).

PIF | Castelfidardo (An) | Ritorna il Festival Folk e World | programma dei 5 giorni




Wow, torna il Folk Festival! Da giovedì 10 a lunedì 14 maggio, Castelfidardo (piazza della Repubblica) si riempie di suoni, energia e passioni al ritmo delle musica folk e world. Talenti locali, ospiti di caratura internazionale (Orquestrina Trama dalla Spagna, Norman Mackay Ceilidh Experience dalla Scozia), un concerto spettacolo e una "noche milonguera"; balli in piazza, musica itinerante e tante sorprese nel contesto delle festività patronali. Tutto ad ingresso gratuito. Balfok garantito.

Giovedì 10 Maggio 

ore 10.30 - anteprima WOW Folk Festival
con l'orchestra degli studenti delle scuole elementari,dirette dal Maestro Roberto Lucan
ero
ore 21.30 Anteprima live WOW Folk Festival, Boccascena vicolo Montebello con Massimo di Carlo




Venerdì 11 Maggio

ore 16.00 Conferenza in Piazza Repubblica "la divulgazione della musica tradizionale, dei
saperi tradizionali comunitari tra cui la divulgazione pratica delle tecniche di mietitura a mano del
grano locale, piantato secondo le ricerche del dott. Salvatore Ceccarelli
ore 17.30 - 20.30 stage di danaza
ore 21.30 “Two Half Dogs”
Paolo Polverini e Silvano Staffolani
+ Lorenzo Cantori
ore 22.30 Marco Meo e Roberto Lucanero




Sabato 12 Maggio

ore 17.00 concerti itineranti e musica libera
nei Sound Art Cornes, Passeri Solitari
ore 17.30 Laboratorio Danze Folk con Gianni Donnini
ore 21.30 Marca Ba Ballo Live
ore 22.30 Orquestrina Trama (Spagna)
durante la giornata, stand e musica itinerante,
balli e stage




Domenica 13 Maggio

ore 18.00 Passion y Canto- Concerto spettacolo di tango argentino, con "Giacomo Medici Tango Orchestra e Gianni Iorio, con la partecipazione dei ballerini Pablo Moyano e Roberta Beccarini (Argentina).
(italia-
Argentina)
ore 21.00 Milonga




Lunedì 14 Maggio

ore 17.30 Saggio degli allievi di Organetto della
Scuola Civica (salone degli Stemmi) con un
cameo dell'ospite Norman Mackay
ore 21.30 Norman Mackay Ceilidh Experience
(Scozia) durante la giornata, stand e musica
itinerante, balli e stage 

Aggiorneremo l'evento con ulteriori dettagli ed informazioni, intanto "prenotate il vostro spazio per danzare in piazza" (contattate il Comune)

Troverete anche Street Food, prodotti tipici ed espositori

domenica 6 maggio 2018

Luigi Di Maio (M5S) faccio un passo indietro..ma non solo io ! (VIDEO)




In questi due mesi il MoVimento 5 Stelle ha fatto il possibile per dare al Paese un governo del cambiamento che finalmente lavori per i cittadini. Un’impuntatura sulla mia persona non c’è mai stata, perché l’unica cosa che mi sta a cuore è migliorare davvero la vita delle persone: è questa la soddisfazione più grande che posso avere.


Per questo dico a Matteo Salvini: scegliamo insieme un Presidente del Consiglio terzo, purchè sia una personalità in grado di connettersi con le esigenze del Paese, una persona di testa e cuore in grado di realizzare ciò che i cittadini ci hanno chiesto: reddito di cittadinanza, via la Legge Fornero, una seria legge anticorruzione.

Noi stiamo provando in tutti i modi a dare una soluzione politica al lavoro del Presidente Mattarella, anche per impedire che arrivi un algido tecnico che guarda ai numeri più che alle reali esigenze della gente. Se saremo in grado di fare un governo politico di questo tipo - noi e la Lega - bene, altrimenti per noi si dovrà tornare al voto. 

Di certo l’alternativa di un governo tecnico non riceverà il nostro appoggio.

(Luigi Di Maio)