venerdì 18 luglio 2014

DANIELE LEODORI dipendente Regionale Lazio continua a percepire lo stipendio

I consiglieri Denicolò, Barillari, Corrado, Perilli e Porrello del M5S Lazio hanno depositato nel mattino del 15 luglio un’interrogazione urgente a risposta scritta sulla corresponsione di stipendi da parte della Regione Lazio all’attuale Presidente del Consiglio Regionale, Daniele Leodori, durante la sua aspettativa.
Leodori è un dipendente regionale in stato di aspettativa a seguito della sua elezione come consigliere regionale e in base alla legge il dipendente pubblico in aspettativa non può percepire stipendio o altra retribuzione inerente al rapporti di lavoro oggetto dell’aspettativa.
Silvana Denicolò, capogruppo del M5S Lazio, dichiara al riguardo:
“Se Leodori ha continuato a percepire lo stipendio da dipendente mentre era consigliere lo ha fatto in maniera indebita, violando la legge e con il concorso di tutto il vertice dell’Amministrazione del Consiglio Regionale. Con l’interrogazione chiediamo maggiori informazioni e, qualora la circostanza fosse confermata, vorremmo sapere da Zingaretti quali azioni intende intraprendere. Non è possibile che in una regione che non ha fondi per aiutare i cittadini ci sia chi accumula doppi stipendi pubblici.”
(Movimento Cinque Stelle Lazio)

GIULIA ADAMO Sindaco di MARSALA condannata a 2 anni e 10 mesi



La Corte d'appello di Palermo ha condannato l'ex presidente della Provincia di Trapani e attuale primo cittadino di Marsala, Giulia Adamo, ex dell'Udc ed ex deputato della Regione siciliana, a due anni e 10 mesi con interdizione dai pubblici uffici, perchè avrebbe tentato di indurre un dirigente a non pagare i fondi a un'associazione per condizionare la nomina di una persona a lei gradita.

Per un principio etico e di onestà intellettuale, l’Adamo dovrebbe dimettersi da Sindaco di Marsala, e lasciare che la cittadinanza vada a nuove elezioni.

Il Movimento 5 Stelle su questo principio è stato sempre molto chiaro, via i condannati dalle cariche pubbliche! 

Chi rappresenta lo Stato non può essersi macchiato di alcun tipo di reato.

Valentina Palmeri 
(portavoce a cinque stelle Assemblea Regionale Sicilia)

BERLUSCONI ASSOLTO nel caso RUBY

I giudici della seconda Corte d'Appello di Milano hanno assolto Silvio Berlusconi per il caso Ruby in cui l'ex presidente del Consiglio era imputato per concussione e prostituzione minorile. In primo grado la condanna era stata di sette anni, ma ora i magistrati della seconda sezione penale, presieduta da Enrico Tranfa, hanno ribaltato completamente la decisione. Il "fatto non sussiste", dicono i giudici dell'Appello parlando dell'accusa di concussione. "Il fatto non costituisce reato", scrivono, invece, riferendosi all'accusa di prostituzione minorile. Cancellata, a questo punto, anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici inflitta all'ex premier il 24 giugno 2013 dal collegio di primo grado presieduto da Giulia Turri.


Per capire quale sia il ragionamento seguito dai giudici di secondo grado è necessario attendere le motivazioni della sentenza che sono attese entro 90 giorni. "Una sentenza oltre le più rosee previsioni": è il commento dell'avvocato Franco Coppi, difensore dell'ex premier. "Questo processo - ha detto anche - non poteva che concludersi con un assoluzione piena. Se dovessi fare una lezione all'università porterei questo processo come esempio di una condotta che non costituisce reato".


Venendo alle possibili motivazioni, Coppi ipotizza che uno dei motivi per cui Berlusconi è stato assolto dal reato di prostituzione minorile potrebbe essere che l'ex premier non era a conoscenza che Ruby fosse minorenne. "Era una delle nostre tesi" ha aggiunto. L'assoluzione dalla concussione "perchè il fatto non sussiste", invece, secondo il legale "è più semplice, il fatto è inesistente".