La gestione del denaro versato dai contribuenti nelle casse degli enti previdenziali è un tema spinoso; infatti, dopo il D.lgs. 509/94, molti di questi enti sono stati privatizzati e, di conseguenza, sottratti al sistema di controlli a cui devono essere sottoposti gli organismi di diritto pubblico.
La libertà di gestione del patrimonio assicurata dalla nuova disciplina ha prodotto effetti disastrosi per la maggior parte degli enti di previdenza, i quali si sono lanciati in investimenti tanto rischiosi da creare preoccupanti buchi di bilancio; si è assistito a terremoti giudiziari e contabili dovuti a spese pazze, investimenti spericolati, consulenti in conflitto di interesse, irruzioni di mediatori, gestori, consulenti finanziari, tutti attirati da un tesoro enorme e scarsamente tutelato;
il tutto è avvenuto con i soldi dei cittadini convinti di accantonare denaro per la vecchiaia e che non sapevano invece di finanziare l’acquisto di immobili, azioni e strumenti finanziari che mettevano a repentaglio le proprie pensioni.
La sentenza della Corte costituzionale n. 287 del 1997 ha ribadito che la privatizzazione degli enti previdenziali ha lasciato immutato il carattere pubblicistico dell’attività istituzionale svolta;
in virtù della natura pubblicistica delle funzioni esercitate, gli enti sono sottoposti a diversi tipi di controlli (Ministero del lavoro, MEF, Corte dei Conti, Covip, Commissione parlamentare bicamerale);
tuttavia, il sistema attuale dei controlli è estremamente complesso e frammentato e, di conseguenza, inefficiente, per almeno due fattori principali: la pluralità di soggetti chiamati a vigilare da un lato e per la divaricazione esistente tra l’ambito dei poteri di vigilanza di Covip e i poteri sanzionatori del comparto ministeriale dall’altro lato.
La sentenza del Consiglio di Stato 06014 del 2012 ha ritenuto prevalente la natura pubblicistica degli enti previdenziali privatizzati, “costituendo la privatizzazione una innovazione di carattere essenzialmente ORGANIZZATIVO”e, quindi, legittima l’inclusione di tali enti nell’elenco dell’Istat relativo all’individuazione delle p.a. La natura pubblicistica ha una serie di conseguenze positive, relative: alla natura del bilancio, al regime dei controlli, all’applicazione delle normative relative al pubblico impiego, quali la spending review, alla centralizzazione degli acquisti.
VIDEO
Nell’ambito di una simile cornice, la proposta di legge del MoVimento 5 stelle vuole rendere giustizia alle migliaia di contribuenti che lavorano per garantirsi una vecchiaia dignitosa e, quindi, ha due scopi fondamentali:
il primo è quello di ripubblicizzare gli enti di previdenza e assistenza trasformati in associazioni o fondazioni: essi infatti continuano a svolgere una funzione pubblica, gestiscono la previdenza di milioni di cittadini e, quindi, soldi pubblici;
il secondo obiettivo, strettamente legato al primo, è quello di rendere più severi e stringenti i controlli sulla gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare di questi enti; a tal fine si propone di:
· prevedere la presenza fisica di un magistrato contabile alle sedute degli organi di amministrazione e di controllo dell’ente;
· attribuire a COVIP competenze di carattere regolatorio, sanzionatorio (facendo valere la responsabilità personale degli amministratori), ispettivo; essa potrà infliggere sanzioni ben più gravi di quelle attualmente previste in caso di violazioni di legge, anche attraverso un incremento delle sue risorse umane e finanziarie;
· affidare all’Anac il compito di coordinare e monitorare l’attività di controllo posta in essere dalla Covip,
· introdurre specifiche disposizioni al fine di evitare conflitti di interesse tra advisor e gestori del patrimonio degli enti;
· accorpare la miriade di Casse create dopo il 1994, suddividendole in 3 aree distinte per attività economica;
· favorire gli investimenti delle Casse privatizzate verso la tutela sanitaria, l’accesso al credito agevolato, le politiche in favore dei giovani e il loro sviluppo professionale;
· verificare l’andamento delle dismissioni immobiliari di Casse e Fondi nel rispetto della normativa vigente e tenendo conto dei diritti degli inquilini e, quindi, favorire forme di rent to buy.