«In caso di vittoria del no io mi auguro i cittadini italiani facciano rispettare al premier la sua promessa di mesi quando disse che se perdeva il referendum avrebbe abbandonato la politica», con queste parole il vice-presidente della Camera, Luigi Di Maio ha risposto a Di Martedì su La7 a Giovanni Floris, che gli ha chiesto come vede lo scenario politico nell'ipotesi che non passi il referendum per modificare la Costituzione.
«Se vince il no i cittadini hanno tutto il diritto di manifestare»
Floris ha domandato più dettagli, per sapere se il Movimento 5 stelle (M5s) ha in programma manifestazioni di piazza per cacciare Matteo Renzi, ma Di Maio ha voluto subito chiarire: «Niente di violento. Ma se vince il no i cittadini hanno tutto il diritto di manifestare per chiedere che Renzi mantenga quella sua promessa. E' poco onesto rivedere questa posizione dopo aver visto i sonsdaggi, cambiando idea». L'onorevole si è poi agganciato al fatto di trovarsi in collegamento dal Regno unito, dove è andato a spiegare le ragioni del No alla comunità italiana residente oltre Manica, e ha ricordato: «Parlo dalla nazione della Brexit dove il premier Cameron ha perso al referendum e se ne è andato». In apertura di puntata, il conduttore ha sottolineato l'eterogeneità del fronte del No, «si va da Casa Pound a Bersani» ma per il pentastellato si tratta di un non tema: «L'illusione che qualcuno si sta facendo è che il fronte del No sia composto solo dai partiti che si oppongono alla riforma. Il fronte del No è fatto da milioni di italiani che non vogliono perdere il diritto di votare i senatori e non vogliono dare un altro privilegio ai consiglieri regionali e ai sindaci con l'immunità parlamentare». Poi il giornalista ha chiesto a Di Maio come vede Renzi in questo ultimo periodo, e il grillino è tornato a parlare di referendum: «Fra le tante speranze che spingono a votare no c'è la speranza di bocciare il modo di fare politica tipico di Matteo Renzi di annunciare cose e poi di fare il contrario. Questo vale anche per la sua riforma i cui contenuti smentiscono il titolo. I cittadini italiani sono stufi di questo».
Floris ha domandato più dettagli, per sapere se il Movimento 5 stelle (M5s) ha in programma manifestazioni di piazza per cacciare Matteo Renzi, ma Di Maio ha voluto subito chiarire: «Niente di violento. Ma se vince il no i cittadini hanno tutto il diritto di manifestare per chiedere che Renzi mantenga quella sua promessa. E' poco onesto rivedere questa posizione dopo aver visto i sonsdaggi, cambiando idea». L'onorevole si è poi agganciato al fatto di trovarsi in collegamento dal Regno unito, dove è andato a spiegare le ragioni del No alla comunità italiana residente oltre Manica, e ha ricordato: «Parlo dalla nazione della Brexit dove il premier Cameron ha perso al referendum e se ne è andato». In apertura di puntata, il conduttore ha sottolineato l'eterogeneità del fronte del No, «si va da Casa Pound a Bersani» ma per il pentastellato si tratta di un non tema: «L'illusione che qualcuno si sta facendo è che il fronte del No sia composto solo dai partiti che si oppongono alla riforma. Il fronte del No è fatto da milioni di italiani che non vogliono perdere il diritto di votare i senatori e non vogliono dare un altro privilegio ai consiglieri regionali e ai sindaci con l'immunità parlamentare». Poi il giornalista ha chiesto a Di Maio come vede Renzi in questo ultimo periodo, e il grillino è tornato a parlare di referendum: «Fra le tante speranze che spingono a votare no c'è la speranza di bocciare il modo di fare politica tipico di Matteo Renzi di annunciare cose e poi di fare il contrario. Questo vale anche per la sua riforma i cui contenuti smentiscono il titolo. I cittadini italiani sono stufi di questo».
No a governi di scopo
Nel caso di una crisi di governo, ha ricordato Floris, bisognerà trovare un nuovo esecutivo ma per il vice-presidente della Camera è impensabile l'ennesimo governo di scopo, anche perché per varare legge di bilancio e legge elettorale basta che l'attuale maggioranza voti quelle norme prime delle dimissioni: «Noi di governi di scopo non ne vogliamo più, ne abbiamo già avuti tre - Monti, Letta e Renzi - e abbiamo capito qual era lo scopo... Il Parlamento può fare la legge elettorale con il governo in carica per gli affari correnti, un governo dimissionario», ha affermato, sottolineando che in caso di vittoria del no «non va sottovalutato il ruolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella». Infatti, ha continuato Di Maio: «Se dopo la vittoria del no ci fossero le dimissioni di Renzi e il presidente Mattarella ci convocasse per chiedere anche la nostra valutazione noi gli chiederemmo elezioni al più presto. Se il problema fossero l'approvazione della manovra e della legge di bilancio le può fare benissimo la maggioranza che c'è in brevissimo tempo per poi andare subito dopo a votare. ben altra cosa sarebbe uno scenario di un governo fatto da chi non vuole più schiodare». Infine il conduttore ha ricordato i toni più duri del presidente del Consiglio in Europa, ma per l'onorevole del M5s non sono «battaglie sincere» perché Renzi, facendo l'esempio del voto Pd a favore dell'accordo Ue sull'olio tunisino a parole contrastato dal governo, «dice a parole di essere contro ma a Bruxelles firma tutto, anche che è quello che è contro l'interesse del nostro Paese»
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