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mercoledì 10 marzo 2021

Attanasio e Iacovacci uccisi in Congo mentre fuggivano

 


La procura di Roma ha ascoltato il racconto del superstite Rocco Leone. 
Si indaga sull’omicidio colposo


ROMA. Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci sono morti nel disperato tentativo di fuggire, durante la sparatoria seguita al loro rapimento. E, a quanto emerge dalle indagini, sono stati uccisi dai colpi sparati dai sequestratori. Mentre proseguono tra Italia e Congo le indagini sull'omicidio dell'ambasciatore e del carabiniere, dalle testimonianze raccolte emerge che i due non sono stati uccisi da «fuoco amico».



Dal racconto di uno dei superstiti, Rocco Leone, il vicedirettore del Pam in Congo, sentito nell'ambasciata di Kinshasa grazie alla collaborazione di Onu e Farnesina, emerge che durante la sparatoria tra ranger e sequestratori, Iacovacci avrebbe tentato di fuggire proteggendo Attanasio per metterlo in salvo dai colpi, portandolo fuori dalla linea di fuoco, ma i due sarebbero stati a quel punto colpiti dal gruppo di sequestratori, di cui non è ancora chiara la natura.

 

Nell'ambito delle indagini sono stati sentiti anche la moglie dell'ambasciatore, e altri funzionari del Pam in Italia.

Mentre proseguono le verifiche e le acquisizioni dal tablet dell'ambasciatore. Nel fascicolo della procura di Roma, a carico di ignoti, si indaga per attentato con finalità terroristiche e omicidio colposo. Coordinano le indagini il procuratore Michele Prestipino e i pm Sergio Colaiocco e Alberto Pioletti.

Gli investigatori lavorano su un doppio binario: da una parte si cerca di arrivare a chi ha ucciso le vittime, dall'altra si cerca di capire se ci siano state falle o negligenze nell'organizzazione della sicurezza. Il fascicolo aperto dalla procura di Roma, e per il momento ancora a carico di ignoti, ipotizza, su questo secondo aspetto il reato di omicidio colposo.

Da una prima ricostruzione, il giorno dell'attacco al convoglio su cui viaggiava l'ambasciatore, si intrecciavano e interagivano i due diversi e dettagliati protocolli di sicurezza di Onu e Pam. Per questo gli inquirenti stanno cercando di ricostruire tutti i passaggi legati alle procedure di sicurezza, insieme ai due organismi internazionali, che assicura chi indaga, si sono mostrati estremamente collaborativi.