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lunedì 14 gennaio 2019

Cesare Battisti a Ciampino: 'So che andrò in carcere'



Testa alta, pizzetto, giubbotto marrone, senza manette ai polsi: è sceso così dall'aereo che lo ha riportato in Italia Cesare Battisti.


A circondarlo un gruppo di poliziotti. Il Falcon 900 del Governo italiano era decollato da Santa Cruz in Bolivia, Paese dove è stato arrestato l'uomo dopo una fuga dall'Italia durata 38 anni. Battisti è smontato dal Falcon 900 atterrato dalla Bolivia circa 10 minuti dopo l'atterraggio, alle 11.50.

Poco dopo l'apertura del portellone dell'aereo un gruppo di sette agenti di polizia è salito sul velivolo, mentre un'altra decina di agenti, in parte armati di mitraglietta attendeva ai piedi della scaletta, e nel giro di qualche minuto lo ha fatto scendere dall'aereo.
Ad attendere l'arrivo dell'ex terrorista, all'interno dello scalo di Ciampino, il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Battisti è apparso tranquillo e non ha mai abbassato lo sguardo mentre procedeva scortato dagli agenti.


LCONFERENZA CONTE-SALVINI-BONAFEDE 

"Ora so che andrò in prigione", ha detto Battisti parlando con i funzionari dell'Antiterrorismo che lo hanno accolto a Ciampino. L'ex terrorista è apparso rassegnato ed ha ringraziato per come è stato trattato e per i vestiti più pesanti fornitigli in aereo.
Ed è atterrato a Cagliari l'aereo che doveva condurre in Sardegna Battisti. Da Cagliari ora il trasferimento dell'ex terrorista verso il carcere di Oristano.

"Spero di non incontrarlo da vicino", ha detto il ministro Salvini. "Oggi - ha proseguito - penso che l'Italia debba festeggiare, con troppo ritardo. E' una giornata nel nome della giustizia, dell'onore, del buonsenso. L'Italia ha ritrovato centralità, rispetto e rispettabilità. Sono contento che abbiate potuto vedere ovunque queste immagini, segnale di rinnovata fiducia e giustizia".
Il ministro dell'Interno ha poi avuto una "lunga, cordiale e costruttiva telefonata" con il Presidente del Brasile, Bolsonaro. "Gli ho ribadito l'enorme grazie a nome di 60 milioni di italiani - spiega il titolare del Viminale - per averci permesso di chiudere positivamente la questione Battisti e ci siamo impegnati ad incontrarci presto in Brasile o in Italia per rinsaldare i legami tra i nostri popoli, i nostri governi e la nostra amicizia personale".

Per il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede "è il risultato di un intero Paese, un risultato storico: quando le istituzioni italiane sono compatte non ci ferma nessuno. Oggi l'Italia va a a testa alta. Parliamo di un pluriomicida che si è macchiato di reati gravissimi - ha detto - e con la sua fuga ha offeso il Paese. Il momento in cui la giustizia farà il suo corso è quando varcherà la porta del carcere: a quel punto sconterà la pena dell'ergastolo".
"Abbiamo assicurato alla giustizia una persona pericolosa che ha fatto del male all'Italia e che si è dimostrato irridente e oltraggioso nei confronti del Paese", ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli. "Voglio sottolineare il lavoro della nostra Intelligence, della Digos e della questura di Milano che hanno lavorato assieme all'Interpol per raggiungere questo straordinario risultato", ha aggiunto.
Battisti rientra nei casi dell'ergastolo ostativo, ossia senza la possibilità di ottenere benefici nell'esecuzione della pena, almeno se le condizioni non mutano. Lo hanno spiegato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna. 
"Stiamo lavorando per recuperare terroristi che se la stanno godendo in giro per il mondo", ha detto il ministro Salvini. Terroristi di ogni colore politico?, gli è stato chiesto. "Si di ogni colore politico, bianco, rosso, verde".

Da parte dei Radicali arriva la critica al governo per la presenza di ministri a Ciampino per l'arrivo di Battisti: "E' avvilente vedere due dei massimi esponenti del Governo andare ad accogliere un condannato in via definitiva per reati gravissimi all'aeroporto - dicono il radicale Riccardo Magi, deputato di Più Europa, e il segretario di Radicali Italiani Silvja Manzi -. Attorno a questo caso si è creato un eccessivo clamore mediatico: ad occuparsene dovrebbero essere solo le forze dell'ordine e la magistratura per l'esecuzione della pena, non i politici". Magi, quindi, sottolinea che "all'aeroporto si vanno ad accogliere di norma i feretri dei nostri connazionali morti all'estero, i capi di Stato e di Governo, non un condannato in via definitiva per reati gravissimi". Poi il parlamentare rimarca che "evidentemente si fa di tutto per occupare mediaticamente il dibattito pubblico pur di distogliere l'attenzione dai problemi del Paese e del Governo".
E in un tweet il vicepresidente di FI, Antonio Tajani, scrive: "Battisti deve essere accolto nelle patrie galere, non da un codazzo di politici". Tajani ritiene "incomprensibile" e "disdicevole" l'accoglienza riservata "a un ergastolano pluriomicida" con la presenza di due ministri all'aeroporto di Ciampino. Il governo, aggiunge poi, dovrebbe piuttosto "preoccuparsi di fargli scontare la pena fino all'ultimo giorno". Senza "distogliere l'attenzione dagli altri problemi che colpiscono il Paese" e "senza fare propaganda".
(Fonte ANSA.it)

domenica 13 gennaio 2019

Arrestato in BOLIVIA il terrorista Cesare Battisti



L'ambasciatore italiano Bernardini: 

la democrazia è più forte del terrorismo


  Cesare Battisti è stato catturato in Bolivia. E il deputato federale e figlio del presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha voluto subito mandare un messaggio al ministro dell'Interno: "Matteo Salvini, il 'piccolo regalo' sta arrivando", ha scritto Eduardo Bolsonaro su Twitter.
   La notizia della cattura è stata confermata da fonti italiane e dall'ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, che ha celebrato la cattura dell'ex terrorista latitante da dicembre affermando: "E' stato preso! La democrazia è più forte del terrorismo".
   Battisti è stato arrestato alle 17 di ieri (le 22 in Italia) da una squadra speciale dell'Interpol formata anche da investigatori italiani e brasiliani mentre camminava in una strada di Santa Cruz de La Sierra, popolosa città nell'entroterra boliviano. L'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) non avrebbe opposto resistenza. Secondo alcuni media, indossava pantaloni e maglietta di colore blu, un paio di occhiali da sole e barba finta. Caricato in macchina e accompagnato in una caserma della polizia, Battisti non avrebbe proferito parola.
    La squadra speciale dell'Interpol aveva indirizzato le ricerche intorno a Santa Cruz poco prima di Natale. Ieri infine è stata circoscritta la zona nella quale Battisti si era nascosto, sono stati quindi compiuti appostamenti in almeno tre-quattro aree differenti, finché l'ex terrorista è stato accerchiato e bloccato con il supporto della polizia boliviana. Battisti aveva fatto perdere le tracce di sé dopo la decisione del magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano Luis Fux che il 13 dicembre ne aveva ordinato l'arresto per "pericolo di fuga" in vista di una possibile estradizione in Italia, concessa nei giorni seguenti dal presidente uscente Michel Temer prima dell'insediamento di Jair Bolsonaro il primo gennaio 2019.


   Era stato proprio Bolsonaro ad imprimere un deciso cambio di passo alla vicenda, esprimendosi prima ancora di essere eletto a favore della riconsegna all'Italia di Battisti e rovesciando così la decisione dell'allora presidente Lula da Silva di concedere asilo politico all'ex terrorista condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi.
Cesare Battisti è un "delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia ma di finire i suoi giorni in galera", ha affermato il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini postando sui social una foto di Battisti sovrastata dalla scritta "la pacchia è finita".
Alberto Torregiani, 'è fatta' - "È fatta. Credo sia la volta buona", ha commentato Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dai Pac in una sparatoria in cui lui stesso rimase ferito e perse l'uso delle gambe. "Forse davvero è una buona giornata" ha detto parlando con l'Ansa. "Non oso pensare che ora possa trovare un escamotage. Sarebbe da scriverci un libro".
Bonafede, giustizia è fatta, ora in Italia - "E' finita la lunghissima fuga di Cesare Battisti. Il mio pensiero va ai familiari delle sue vittime: Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna. A loro posso dire che, finalmente, giustizia è fatta!". Così in un lungo post su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede affermando che "ora Cesare Battisti sarà riconsegnato all'Italia". "La tensione delle ultime ore e il dovuto riserbo - aggiunge - possono lasciare spazio alla soddisfazione per aver raggiunto un risultato atteso 25 anni".
Renzi, una bella notizia per tutti gli italiani - "L'arresto di Cesare Battisti in Bolivia è una bella notizia. Tutti gli italiani, senza alcuna distinzione di colore politico, desiderano che un assassino così sia riportato al più presto nel nostro Paese per scontare la sua pena in un carcere italiano. Oggi è una bella giornata", ha scritto Matteo Renzi su Twitter.
(Fonte ANSA.it)