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mercoledì 13 gennaio 2016
giovedì 18 settembre 2014
Lettera di Vito Petrocelli (M5S) a Roberto Benigni
Poi ti compare in tivù, a ingrassare l’audience dei talk show del Sistema, la faccia di Benigni, giullare (nell'accezione positiva del termine) e cantore dei vizi e delle virtù degli italiani, profondo conoscitore di Dante, della Divina Commedia e grande difensore della Costituzione. E quasi non ci vuoi credere perché non te l'aspetti, perché Benigni ha la faccia di un italiano intelligente, spiritoso, informato e apparentemente smarcato da interessi di bottega: ha la faccia di uno indipendente quanto irriverente nei suoi lazzi e frizzi mandati a destra e a manca.
Qualche tempo fa è comparso (e ho fatto fatica a crederci) in una disinformazione sulla storia dell'Unità d'Italia, raccontata in stile e verità dei vincitori e pensi che magari è un errore, una svista. Una leggerezza!
Poi, noti che ha lavorato sempre con la società di Berlusconi, la Medusa, e pensi, ma si, forse è l'unica società in questo Paese di corporazione di conflitti di interessi e anche i grandi si devono arrendere, anche se in cuor tuo sai bene che uno come lui può anche lavorare con società di distribuzione di mezzo mondo, senza necessariamente stringere accordi commerciali con il Signore dei conflitti di interessi.

Lombroso alla fine fine non aveva ragione e mi dispiace che la relatività scientifica delle sue teorie venga dalla bella e irriverente faccia di Benigni, sceso anch’egli in campo a fianco di quelli che la (sua intoccabile) Costituzione gliela stanno stravolgendo. Ma forse, anche quella sua lezione magistrale era solo una pagina di spettacolo ben pagata e niente di più."
(Vito Petrocelli, capogruppo M5S Senato)
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