sabato 16 novembre 2024

Il Capo dello Stato mette le mani avanti sull’autonomia differenziata

 Nel day after della sentenza della Corte costituzionale che giovedì ha dichiarato in parte illegittima la riforma sull’autonomia differenziata, il governo è in tilt e a dare il colpo di grazia ci pensa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla festa dei 25 anni dell’Osservatorio permanente dei giovani editori.

Il Capo dello Stato prima spiega di aver firmato anche leggi che non condivideva e poi chiede che i poteri dello Stato – ergo: politico e giudiziario – non siano contrapposti fortilizi. Lui, aggiunge il presidente Mattarella, comunque dovrà sempre fare il ruolo dell’arbitro e mai del giocatore.


In questo modo il Capo dello Stato mette le mani avanti sull’autonomia differenziata che proprio il giorno prima era stata dichiarata in parte incostituzionale dalla Consulta e avverte su alcune prossime leggi e riforme del governo: in primis, il premierato che è stato approvato in prima lettura dal Senato dopo le Europee ed è finito su un binario morto alla Camera.

Se ne riparlerà, forse, a inizio 2025. Dentro Fratelli d’Italia, inoltre, c’è una preoccupazione ulteriore: che il monito di Mattarella sia riferito anche alla promulgazione del disegno di legge sulla maternità surrogata diventato reato universale. Oggi scadono i termini e se il presidente non dovesse firmare, la legge morirebbe (così non sarà).

Ma scegliere l’ultimo giorno utile per un testo di tre righe – stesso comportamento utilizzato in estate con il ddl Nordio – viene interpretato nelle stanze di governo come un segnale politico di dissenso nei confronti dell’esecutivo. “Ho firmato più volte leggi che ritenevo sbagliate e inopportune – ha detto Mattarella – Ma erano state votate dal Parlamento e io non devo firmare solo se ci sono evidenti incostituzionalità. Non posso basarmi su un solo dubbio”.

Poi ha ribadito il ruolo di “arbitro” del Capo dello Stato e della separazione dei poteri: “Ciascun potere dello Stato deve sapere che limiti ha e deve rispettarli, il presidente interviene quando il sistema si blocca”, ha concluso Mattarella.

Un colpo al governo nel giorno in cui la maggioranza prova a trovare una soluzione al rebus dell’autonomia differenziata.

La Lega, ieri, nonostante la decisione della Corte, ha fatto sapere tramite il ministro Roberto Calderoli che andrà avanti con le intese con le Regioni che non richiedono la definizione dei Lep, percorso già avviato nelle ultime settimane. La stessa versione dei governatori del Nord Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia). Non è un caso che queste due regioni nei prossimi mesi saranno oggetto di scontro tra la Lega e Fratelli d’Italia.

I meloniani rivendicano di poter scegliere il candidato in almeno una grande Regione del Nord e hanno già puntato al Veneto per il post-Zaia nel 2025.

La Lega non molla e sa che senza l’autonomia, comunque, sarà difficile poter fare campagna elettorale e prendere voti. Non è un caso che il Carroccio sia l’unico partito che voglia andare avanti spedito, mentre gli alleati invochino una riflessione parlamentare e la riscrittura di intere parti della legge.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano dice che nel governo “non c’è nessun disorientamento” ma la Corte ha indicato alcune “linee guida di rettifica”. Il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani aggiunge che c’è tempo per “correggere gli errori che la Consulta ha rilevato, manca molto tempo a fine della legislatura”.

Anche il forzista Antonio Tajani rivendica di aver detto per primo che, soprattutto sui Lep, si dovevano evitare fughe in avanti: “La Consulta pone il problema della centralità del Parlamento che noi abbiamo sempre ribadito”, dice da Monaco.

fonte: Giacomo Salvini (il Fatto Quotidiano)

mercoledì 13 novembre 2024

Il SINDACO Pirani chiede l'aiuto da casa e si dimette

 «In data odierna ho incontrato il prefetto di Ancona dott. Saverio Ordine, al quale ho comunicato la mia intenzione di rassegnare le dimissioni dalla carica di Sindaco della Città di Osimo. Le stesse saranno protocollate nella mattinata di domani 14 novembre 2024. 


Questa sofferta decisione giunge a seguito della ripetuta impossibilità di svolgere l’azione politica amministrativa in consiglio comunale. 

Nella fattispecie, nell’ultima seduta di lunedì 11 novembre, a causa della mancanza del numero legale non garantito da quattro consiglieri della maggioranza, non si sono potuti deliberare alcuni fondamentali ed indispensabili atti che avrebbero evitato la paralisi dell’attività amministrativa del Comune e di alcune società partecipate. 

A solo titolo esemplificativo la variazione di bilancio, che neanche è stata discussa, conteneva, tra gli altri, la destinazione dei fondi per la revisione straordinaria ventennale del tiramisù, le risorse per la programmazione degli eventi natalizi, il rinnovo del contratto in scadenza con la Osimo Servizi, le disponibilità finanziarie per l’ufficio tecnico, i fondi per gli incarichi legali, le manutenzioni straordinarie delle scuole materne e dell’infanzia, l’adeguamento del canone per l’illuminazione pubblica, ecc. 

Avevo richiesto responsabilità a tutte le componenti della maggioranza per non tenere bloccata una città per meri interessi politici personali. 

Questa richiesta non è stata accolta, come è emerso in occasione dell’ultimo consiglio comunale e, pertanto, come anticipato nella medesima richiesta di collaborazione, rassegno le mie dimissioni. 

Mi rammarico fortemente di questa situazione ma ritengo sia prima di tutto doveroso il rispetto nei confronti di tutti i cittadini che hanno espresso la volontà di un necessario cambio di passo per la nostra città».

venerdì 8 novembre 2024

ECOMONDO | L´industria italiana del riciclo tra protezionismo e sfide internazionali

Un convegno organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, UNIRIMA, ASSORIMAP e ASSOFERMET ha analizzato le sfide che l´industria italiana del riciclo di metalli, plastica e carta sta affrontando nel contesto internazionale.

L´evento ha messo in luce come le imprese del settore, pur svolgendo un ruolo fondamentale per l´economia circolare e il raggiungimento degli obiettivi UE, si trovino oggi a fronteggiare crescenti difficoltà.



Al centro del dibattito, le nuove misure protezionistiche che limitano l´esportazione di rifiuti non pericolosi valorizzabili, nonostante questi siano già stati sottoposti a trattamenti all´interno dell´UE. 

I relatori hanno evidenziato come sia necessaria una strategia di auto-sostenibilità che permetta di sostituire efficacemente le materie prime nei processi industriali con materiali recuperati, attraverso una rimodulazione tecnologica del sistema produttivo europeo.

Le tre associazioni di categoria hanno sottolineato come forzare il mercato attraverso restrizioni all´export rischi di creare scompensi e indebolire un settore in cui l´Italia è leader. 

La soluzione proposta è lo sviluppo di strumenti che facilitino l´integrazione dei materiali recuperati nei processi industriali interni, lasciando che sia il mercato stesso a ridefinire autonomamente le dinamiche di esportazione.

´Le imprese devono far politica e non possono essere escluse dai tavoli decisionali, Ecomondo e questo evento rappresentano un´importante opportunità di dialogo per le associazioni italiane del riciclo´, ha dichiarato Walter Regis, Presidente Assorimap. 

Regis ha poi evidenziato come le politiche protezionistiche possano ostacolare le imprese: ´Nell´ultimo anno abbiamo registrato un crollo del fatturato a causa della contrazione dei prezzi dovuta all´importazione di polimeri dall´estero´, ha spiegato.