lunedì 4 febbraio 2019

Nel Paniere dei prezzi Istat, bici elettrica, zenzero, web Tv


Istat, bici elettrica, zenzero e web tv nel paniere dei prezzi


Anche hoverboard, scooter sharing e frutti di bosco.

Via cd vergine



Cambia il paniere Istat per l'inflazione. A rappresentare le nuove abitudini di consumo delle famiglie nel 2019 entrano: frutti di bosco e zenzero tra i beni alimentari; bicicletta elettrica e scooter sharing nell'ambito dei trasporti; la cuffia con microfono nel settore tecnologico; l'hoverboard (la tavola elettrica munita di ruote) come articolo sportivo; e la web tv all'interno degli abbonamenti alla pay tv. Escono invece il supporto digitale da registrare (come cd e dvd vergini) e la lampadina a risparmio energetico.

Gli ingressi nel 'bilanciere' Istat indicano come gli italiani siano sempre più orientati a una mobilità sostenibile (bici elettrica e scooter sharing) e sempre più tecnologici, come suggeriscono gli acquisti di cuffie dotate di microfono, utilizzate sia per la comunicazione via web che per i videogiochi. L'Istat certifica poi il successo dell'internet tv e dell'hoverboard, lo skateboard elettrico desiderato da bambini e non solo. La lampadina a risparmio energetico è stata invece sostituita nelle decisioni di acquisto dalla "più moderna lampadina a Led, già presente nel paniere dei prezzi al consumo", spiega lo stesso Istituto di statistica.


Oltre agli ingressi 'ex novo', l'Istat ha anche apportato degli aggiustamenti: ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati, entrano così 'Tavolo, Sedia e Mobile da esterno' (tra i mobili da giardino), 'Pannoloni e Traversa salvaletto' (tra i prodotti medicali) e i prezzi dell'Energia elettrica del mercato libero, che affiancano quelli del regime di maggior tutela (anche se la completa liberalizzazione è slittata al prossimo anno).


Riassumendo, nel paniere del 2019 utilizzato per il calcolo degli indici Nic (per l'intera collettività nazionale) e Foi (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.507 prodotti elementari (1.489 nel 2018), raggruppati in 922 prodotti, a loro volta raccolti in 407 aggregati; mentre per l'elaborazione dell'indice Ipca (quello armonizzato a livello europeo) si adotta un paniere di 1.524 prodotti elementari (in lieve ampliamento rispetto ai 1.506 nel 2018), raggruppati in 914 prodotti e 411 aggregati.

(Fonte ANSA.it)

domenica 3 febbraio 2019

Luigi Di Maio | TAV con noi non si fa


Di Maio minaccia la crisi sulla Tav, con noi non si fa

Gelo Salvini. Dibba, non rompa o torni da Cav. Conte media



Dal tunnel della Tav, il governo rischia di uscire a pezzi. Lo rende chiaro Luigi Di Maio quando chiude a ogni possibile mediazione: "Finché ci sarà il M5s, non c'è storia". Al suo fianco, dalle piazze d'Abruzzo, Alessandro Di Battista si fa greve: "Se la Lega intende andare avanti su quel buco inutile che costa 20 miliardi, tornasse da Berlusconi e non rompesse i coglioni. E' chiaro?". 

Matteo Salvini è a pochi chilometri, indossa una maglietta del Giulianova e arringa i teramani. Legge, ma sceglie di ignorare i toni ultimativi: "Troveremo un'intesa, tagliando i costi". Stavolta il governo davvero traballa, concordano i "gialli" e i "verdi". I telefoni sono roventi, le basi in subbuglio. Nessun contatto si segnala tra i leader di M5s e Lega. Giuseppe Conte deve intervenire, a farsi garante di una decisione sulla base di dati "trasparenti".



A surriscaldare gli animi è stata la passeggiata di venerdì di Salvini a Chiomonte. A dare fuoco alle polveri, la lettura di messaggi dei militanti e dei sondaggi che danno il M5s sempre più in sofferenza. La Tav diventa per Di Maio l'ultimo baluardo di una lunghissima campagna elettorale che punta alle europee di fine maggio, passando per le regionali in Abruzzo, Sardegna e Basilicata. E così, passeggiando per le vie di Penne (Pescara) con al fianco Di Battista, che incarna l'anima 'di lotta' del M5s, il leader pentastellato dice No: "Finche ci sarà il Movimento 5 Stelle al governo la Tav Torino-Lione non ha storia, non ha futuro. Il cantiere ancora non c'è ma lo vogliono le peggiori lobby, che hanno sostenuto Renzi e Berlusconi". 


Le parole del vicepremier scavalcano quelle del ministro Danilo Toninelli, che annuncia la ricerca di "un punto di caduta": entro febbraio, "tra pochi giorni", arriverà - spiega - il risultato dell'analisi costi-benefici. Fonti M5s del Mit vicine al dossier spiegano che il rapporto dei tecnici è "fortemente" negativo. Ma i leghisti spingono per il Sì, anche condizionato a un taglio dei costi. E' questa la linea di Salvini, convinto che un'intesa si possa e si debba trovare. Non c'è infatti solo il No netto dei Di Battista. Ma anche il Sì deciso del Nord leghista, che spinge perché l'opera si faccia "e basta", senza modifiche. Qualche parlamentare cita l'ipotesi referendum o di far mancare i voti in Parlamento per lo stop all'opera (ma è dubbio che serva): la pressione è fortissima. Dai vertici di via Bellerio arriva però un messaggio "realista e di buonsenso". 
E ai Cinque stelle che sventolano il "No", Salvini replica ostentando calma. In ambienti parlamentari c'è chi ipotizza uno scambio tra la Tav e il No al processo per Salvini sul caso Diciotti: non è esiste, smentiscono da ambo i lati. E dal governo provano a placare le fiamme. A farsi garante della Lega rispetto alle intemerate pentastellate, decide di scendere in campo il presidente del Consiglio. Conte interviene con una nota a garantire che "la decisione finale" avverrà "non sulla base di sensibilità personali o di una singola forza politica" ma di una valutazione di "tutte le implicazioni tecniche, economiche, sociali", sulla base della analisi costi-benefici: "Renderemo trasparenti i risultati".

Ma più che i dati, concordano leghisti e pentastellati, conta la politica. Ecco perché Salvini fa leva sull'immagine del M5s come partito dei no: "Senza pregiudizi, se l'opera riduce i tempi, l'inquinamento e conviene, perché non farla?", domanda facendo finta di non sentire il "non rompa i coglioni" di Di Battista. Il balletto è singolare. "Discorso chiuso", dichiara Di Maio. E Salvini: "Non vedo spaccature". "Torni da Berlusconi", tuona Di Battista. "La Tav serve agli italiani", ostenta distacco il leghista, tra una piazza e l'altra. 

Di Maio e Di Battista - in un siparietto dalla stazione di Pescara - fanno sapere di volere le opere, ma quelle "utili" come la "Pescara-Roma". Poi rilanciano temi come la lotta alle lobby del gioco e pure a Benetton su autostrade. E la Tav? "Con i 20 miliardi che servono ci facciamo 2500. Ora apriamo un tavolo per accelerare i cantieri. A Salvini dico di non farci dividere e andare avanti sulle misure su cui siamo d'accordo", dice il capo M5s. Il finale di partita non è scontato. Perché il governo non cada c'è chi vorrebbe rinviare la scelta a dopo le europee. Ma M5s ha bisogno di dire No e lo vuole prima del voto.

(Fonte ANSA.it)

Alessandro Di Battista | E' ora di tagliare


Di Battista: "È ora di tagliare stipendi Fazio e Vespa"

"Sacrifici li fanno tutti, tranne politici e conduttori Rai"




"Adeguamento dei contratti di Fazio e Vespa. Sono giornalisti e guadagnino come loro (massimo 240.000 euro lordi all'anno)". E' una delle "cose fondamentali" da fare secondo Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 stelle che, in un post su Facebook, elenca i possibili tagli.



 "È giunto il tempo di una sforbiciata senza precedenti dei costi della politica e non solo", è la premessa, perché "i sacrifici li fanno tutti, tranne i politici o i conduttori Rai pagati con denaro pubblico che sono giornalisti, ma non hanno contratti da giornalisti".


"Tagliare stipendi parlamentari di 3500 euro"  - Ridurre di 3500 euro al mese gli stipendi dei parlamentari e ridurne il numero: sono le "cose fondamentali" che Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle cita su Facebook, incoraggiando su questo Palazzo Chigi: "Questo Governo ha la possibilità di farlo. Coraggio!". Di Battista elenca sette punti di altrettanti tagli da fare: i primi 5 sulla politica, poi in casa Rai. 


"Taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio dei deputati (con un risparmio di circa 22 milioni di euro all'anno); - scrive l'ex deputato 5S - taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio dei senatori (risparmio circa 11 milioni all'anno); taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio di tutti i consiglieri regionali (circa 36 milioni di euro all'anno); abolizione totale di tutte le doppie indennità, sia alla Camera che al Senato che nei Consigli regionali; taglio di oltre 300 parlamentari". Al settimo punto, mette l'abolizione del Tfr per i parlamentari e aggiunge: "Io, per una sola legislatura ho preso 43.000 euro, ovviamente restituiti, pensate le centinaia di milioni di euro che finiscono nel Tfr dei parlamentari".

(Fonte ANSA.it)