Egregio Presidente Ceriscioli, Lei ha da subito la possibilità di mettere in pratica quanto ha dichiarato ieri: “l’intento è anche di riorganizzare la macchina amministrativa regionale per avviare quel cambiamento di cui abbiamo parlato per tutta la campagna elettorale”.
Il prossimo 29 giugno infatti, al Palasport Rossini di Ancona, si terranno le prove scritte del famigerato concorso per 13 dirigenti di cui il Movimento 5 Stelle da almeno due anni chiede il ritiro perché illegittimo.
Per sintetizzare la vicenda, a beneficio di chi non sa di cosa sto parlando, dirò che tra gli obiettivi della Giunta Spacca c’era anche quello di stabilizzare, con una legge ad hoc, 13 dirigenti precari chiamati sulla base di curricula personali che potrebbero suscitare qualche perplessità.
Quando però questa “leggina ad personas” è stata bocciata dalla Corte Costituzionale la regione si è affrettata a sostituirla con una procedura di reclutamento verso la “mobilità esterna”, ovvero cercando personale già in servizio in altre amministrazioni. Ma guarda caso, in tutte le altre amministrazioni nessuno è risultato idoneo. La Giunta Spacca non si è persa d’animo, ha preparato un concorso “pubblico” nel cui bando le caratteristiche dei dirigenti erano, sempre guarda caso, proprio come quelle dei 13 dirigenti precari già in forza alla Regione che si volevano stablizzare con la “leggina” bocciata dalla Corte Costituzionale.
Io e il Movimento 5 Stelle, che abbiamo messo al primo punto del nostro programma elettorale onestà, legalità e trasparenza, ci sentiamo in dovere di evidenziare i contorni opachi di questa vicenda che ha implicazioni, oltre che per l’efficienza dell’amministrazione regionale, anche per la spesa ingente di denaro pubblico.
Per questo caro Presidente Ceriscioli se ha veramente voglia di nuovo, e io non ho motivo di dubitarne, c’è da bloccare subito la prova scritta del 29 giugno, capire di quanti e quali dirigenti ha realmente bisogno la Regione e dare, a chi l’ha votato e a tutti i marchigiani, quel segnale concreto di cambiamento di cui ha sempre parlato in campagna elettorale.
Augurandole buon lavoro in favore di noi tutti, distintamente saluto.
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