domenica 30 dicembre 2018

Cos’è successo oggi con la manovra


La Camera ha votato la fiducia alla legge di bilancio, per l'approvazione definitiva bisognerà aspettare domani

Dopo la giornata di ieri, molto agitata, stasera il governo ha ottenuto la fiducia della Camera sulla legge di bilancio, la misura che stabilisce come e dove lo Stato potrà prelevare e spendere il denaro degli italiani. Per la legge in esame, si tratta del terzo passaggio parlamentare: era già stata votata alla Camera ma ci ritorna perché durante la sua approvazione al Senato è molto cambiata. La fiducia ha ricevuto 327 voti favorevoli e 228 contrari. L’approvazione definitiva avverrà domattina, perché dopo la fiducia dovranno essere votati anche i 244 ordini del giorno collegati alla manovra stessa.
C’è una certa fretta perché la legge di bilancio va approvata entro il 31 dicembre. Dopo quella data, senza l’approvazione della legge sarebbe necessario ricorrere all’esercizio provvisorio di bilancio, uno strumento rischioso e dai confini poco chiari. Come ha scritto Claudia Voltattorni sul Corriere della Sera, la fretta con cui si è dovuti arrivare a questa fiducia «ha bruciato una serie di passaggi parlamentari come la votazione degli emendamenti, e che ha fatto quindi saltare le opposizioni che parlano di “vilipendio del Parlamento e della Costituzione” e di “una manovra approvata a scatola chiusa”».

Il testo approvato oggi è frutto di lunghe trattative fra i due partiti che sostengono il governo, cioè la Lega e il Movimento 5 Stelle, e fra il governo e la Commissione Europea: per questo contiene molti compromessi rispetto agli obiettivi fissati inizialmente dal governo. I due provvedimenti principali annunciati dal governo, cioè il cosiddetto reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni, non sono presenti nella legge, che si limita a stanziare i fondi che li finanzieranno. Stando a quanto dice il governo, le due misure saranno presentate a gennaio in due decreti separati.

(Fonte ANSA)

domenica 23 dicembre 2018

PACCIANI | il Mostro di Firenze (Documentario)

Pietro Pacciani il Mostro del Mugello

SAN CASCIANO IN VAL DI PESA (Firenze) – Dopo quindici anni dalla morte, stamani all’alba è stata esumata la salma di Pietro Pacciani, deceduto il 22 febbraio 1998, dal cimitero di Mercatale in Val di Pesa, frazione del comune di San Casciano. I resti di Pacciani, noto alle cronache soprattutto per i delitti seriali del “mostro di Firenze“, sono stati sistemati in una cassetta di zinco e resteranno per sei mesi in un deposito, come prevede la procedura. Se nessuno dei familiari si presenterà durante questo periodo, le spoglie saranno posate nella cosiddetta “fossa comune”.

 
IL MOSTRO DI FIRENZE – L’inchiesta sul “mostro di Firenze” portò alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come autori materiali di 4 duplici omicidi, i cosiddetti “compagni di merende”: 

Giancarlo Lotti e Mario Vanni. Mentre il terzo indagato, appunto Pietro Pacciani, fu condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello. Morì prima di essere sottoposto a un nuovo processo di appello, che si sarebbe celebrato a seguito dell’annullamento, avvenuto nel 1996, della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione.

La manovra passa con la fiducia: 167 a favore, 78 i contrari (VIDEO)

Al termine di una giornata lunghissima il Senato approva il maxiemendamento del governo. 
Il testo torna adesso alla Camera. Nel documento finale confermati il taglio ai finanziamenti e il blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione. 
Sempre a Palazzo Madama si è riunito il Consiglio dei ministri che ha approvato una nuova regolamentazione per gli autisti Ncc dopo le proteste di piazza dei tassisti

La fiducia incassata sul maxiemendamento che recepisce l'intesa con l'Europa, ma le opposizioni hanno battagliato fino all'ultimo (abbandonando la commissione Bilancio e manifestando il loro dissenso in Aula) e il Pd ha annunciato il ricorso alla Corte costituzionale perchè - lamenta - ai senatori non è stato consentito di procedere a un solo voto sul testo. L'ultimo miglio è stato anche il più lungo.
L'avvio della discussione generale, prevista per le 14, è slittato alle 20,30. La tensione è salita in commissione Bilancio quando il governo ha annunciato la necessità di modificare il testo presentato per correggere degli errori formali e per stralciare alcune norme per motivi di copertura.

(fonte Repubblica)