Dopo "La vita è bella", Roberto Benigni decide di aprire a Terni, all'interno di una fabbrica abbandonata di proprietà del Comune, i suoi studi cinematografici.
L'esperimento però va male. La sua società di gestione dei teatri di posa umbri accumula perdite per oltre un milione e mezzo di euro e il regista premio Oscar rischia di rimettercene cinque.
A salvarlo arriva da Roma Cinecittà Studios, l'impresa di proprietà di Luigi Abete, Aurelio De Laurentis e Diego Della Valle che nel 97 ha acquisito la gestione dei leggendari teatri di posa romani. Compra le quote dell'azienda di Benigni e si fa carico dei cinque milioni di euro, iscritti a bilancio come debiti verso controllanti.
Tuttavia, nonostante l'arrivo di Cinecittà nella compagine societaria di Benigni le cose a Terni non vanno meglio. Dal 2005 a oggi i ricavi dell'azienda del premio Oscar dipendono infatti esclusivamente dal canone che la stessa Cinecittà studios ha versato ogni anno per l'utilizzo esclusivo degli studi cinematografici ternani, sebbene le riprese di film si siano interrotte da tempo. I teatri di posa di Terni, per i quali il Comune e la Comunità europea hanno investito milioni di euro in bonifiche e ristrutturazioni, sono oggi completamente abbandonati.
(di Giorgio Mottola)