In particolare nella interrogazione ho chiesto ai Ministri quale sia lo stato di attuazione del programma di edilizia residenziale pubblica di interesse nazionale di cui all'articolo 59 del decreto legislativo n 112 del 1998, con particolare riguardo alla regione Marche ed al territorio del comune di Senigallia, segnalando l’opportunità di individuare, quale principio in materia di edilizia residenziale pubblica, quello per il quale nella assegnazione di alloggi di edilizia economica e popolare si debba dare priorità ai nuclei familiari a più basso reddito.
Infine ho domandato quale sia stata la sorte del contributi GESCAL.
Ma andiamo con ordine.
Dal 1998 la maggior parte delle funzioni in materia di edilizia residenziale pubblica è stata trasferita alle regioni ed ai comuni, secondo il principio della sussidiarietà verticale.
I compiti che residuano allo Stato nella materia dell’edilizia residenziale pubblica vengono indicati in modo puntuale dall’articolo 59 del decreto legislativo n 112 del 1998.
Su un piano più generale va rilevato tuttavia il fallimento delle politiche di edilizia residenziale pubblica, che va imputato anche all'improprio utilizzo delle risorse dei Fondi Gescal.
Come è noto il fondo Gestione Case per i Lavoratori (GESCAL), è stato costituito nel 1963 in seguito alla trasformazione del Piano INA-Casa; si trattava di un fondo destinato alla costruzione ed alla assegnazione di case ai lavoratori, costituito mediante prelievi effettuati direttamente sulle retribuzioni di dipendenti pubblici e privati, comprensive di contingenza, pari allo 0,35%, mentre le imprese dovevano versare lo 0,70%.
Secondo una ricerca Eurisipes, fino al 1994, il fondo, che a quell'epoca aveva una dotazione di 21 mila miliardi di lire complessivi, era stato utilizzato solo parzialmente dalle regioni in favore di Iacp e comuni, cioè solo per il 63,4%.
Una "così cospicua" giacenza, in pratica, è stata la riserva dalla quale attingere per ripianare buchi di bilancio e mettere a posto i conti dello Stato o di altri enti pubblici, in questo modo affossando un settore produttivo come l'edilizia residenziale pubblica che produceva decine di migliaia di posti di lavoro l'anno.
Nel 1996, ad esempio, dai fondi ex Gescal, furono attinti i due terzi dei soldi necessari per il finanziamento della riforma delle pensioni.
Questa distrazione di fondi GESCAL dagli scopi istituzionali è stata una delle principali ragioni del fallimento della politica residenziale pubblica;
I contributi GESCAL sono stati quindi soppressi dal primo gennaio 1996, per la quota a carico dei lavoratori e dal 31 dicembre 1998 per la quota versata dalle aziende.
Ho quindi domandato al Ministro quale sia stata la sorte di questi fondi.
Ho poi “messo sotto la lente" la situazione del Comune di Senigallia che ritengo significativa in se ed emblematica di una problematica più generale.
Da uno studio del CRISS (Centro interdipartimentale di ricerca sociosanitaria), condotto sui 49 comuni della provincia di Ancona, che ha preso in considerazione il decennio 2001/2010, emerge che a Senigallia, gli alloggi assegnati dalle amministrazioni comunali, durante il decennio preso in considerazione sono stati solo 78, di cui 41 nuovi e 37 di recupero.
Recentemente il Comune di Senigallia ha adottato un piano per l'edilizia economica e popolare in zona Cesano di Senigallia, approvando un programma pluriennale che prevede l'attuazione di 4 comparti (A, B, C, D), per un totale di 92 alloggi di edilizia pubblica sovvenzionata a canone sociale (delibera del consiglio comunale n. 70 dell’11 luglio 2007, avente ad oggetto "P.E.E.P. Cesano").
Ma la destinazione di gran parte di questi alloggi è prevista per coloro che guadagnano uno stipendio compreso tra i 1000 e i 1500 euro mensili.
Nella interrogazione ho quindi evidenziato che sarebbe più opportuno assegnare questi alloggi alle fasce più deboli, cioè fasce con redditi inferiori ai 1000 euro.
Infine ho anche segnalato un bando del 9 maggio 2011, pubblicato sempre dal Comune di Senigallia, in esecuzione della delibera di giunta municipale n 344 del 1 dicembre 2005, per l'assegnazione di 44 alloggi erp nel quartiere Cesanella, da porre in locazione permanente.
Ma a fronte di ben 506 famiglie aventi diritto ad un alloggio pubblico sociale appare del tutto evidente che si tratta di un intervento del tutto insufficiente.
Con questa prima interrogazione, intendo avviare un percorso di approfondimento e verifica su un argomento di estremo interesse, ovvero quello dell’ edilizia residenziale pubblica.
La cancellazione di fatto di questa importante funzione svolta dallo Stato, i falsi trasferimenti di competenze a Comuni e Regioni (senza contestuale adeguato trasferimento di risorse), il furto di soldi dei lavoratori che dovevano essere destinati alla erp e che sono stati usati per altro, ecc… hanno contribuito a rendere ancora più forte l’impatto della crisi, facendo trovare lo Stato impreparato a sopperire alle emergenze che la crisi stessa ha accentuato, fra cui la perdita della possibilità di avere una casa.
Ringrazio i cittadini che fanno parte del gruppo di lavoro Urbanistica del MeetUp MoVimento 5 Stelle Senigallia per l’importante lavoro di approfondimento svolto finora sulla base del quale ho sviluppato questo primo intervento parlamentare sul tema.
(Donatella Agostinelli M5S)
(Donatella Agostinelli M5S)
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