Che volto ha il dramma di un naufragio? Qual’è l’aspetto di rovina che può raffigurare con efficacia la disperazione di chi, per un errore altrui, ha perso tutto? Le domande che sorgono spontanee guardando le immagini di Jonathan Danko Kielkowski sono probabilmente molto personali, ma la dura realtà della distruzione è qualcosa di molto più oggettivo, testimonianza di un evento che ha cambiato la vita di molte persone. Le fotografie degli interni della Costa Concordia raffigurano un dramma molto spesso visto solo dall’esterno, una tragedia che abbiamo soltanto immaginato per quello che può esser successo fra quei corridoi e grandi saloni a chi, la sera del 13 Gennaio 2013, era chiuso all’interno dell’imbarcazione.
Ora che il relitto della grande nave da crociera giace nel porto di Genova possiamo vedere all’interno della nave, non più soltanto immaginando le fiches e i tavoli ribaltati, ma osservando con cura la desolazione della rovina. Le grandi sale sono semi-distrutte, le camere completamente rovinate dalla naturale azione dell’acqua, i soffitti cadono a pezzi, i corridoi sono invasi di valige e altri oggetti che testimoniano la frenesia di una fuga per la vita, le sale di controllo (quasi) completamente inagibili.
Tutto questo è all’interno di un libro, Concordia, disponibile presso il sito di Whitepress in un’edizione con tiratura limitata a 800 copie. Attraverso le 110 pagine del volume si affronterà un viaggio, per alcuni doloroso, fra le sale e i corridoi della nave portata alla distruzione da Francesco Schettino, un viaggio visivo che ci riporta a quella terribile notte in cui persero la vita 32 persone innocenti.
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