Gentile presidente, il suo progetto è bello, ambizioso e a tratti perfino commovente, ma da insegnante appassionata la prego, la supplico di essere più realistico, di fare un passo indietro e di avviare il progetto di ristrutturazione del sistema scolastico dalle fondamenta piuttosto che dal tetto, altrimenti il magnifico castello dei sogni rischia di crollarci addosso.
Mentre due punti nodali sono meritoriamente presenti nella riforma Giannini (assunzione dei docenti delle Gae e valorizzazione dell'istruzione tecnico professionale), altri aspetti risultano del tutto ignorati, nonostante rappresentino delle evidenti priorità, in quanto condizioni senza le quali la prefigurazione di un reale cambiamento verso il meglio diventa meramente illusoria.
Dato che le nostre scuole fatiscenti non saranno rese "belle-sicure-nuove" dopodomani, prima di lasciarsi trasportare dagli incantevoli slanci della fantasia verso un futuro non proprio imminente, ci sarebbero degli interventi più semplici e modesti, ma essenziali a cui pensare in via preliminare:
- Ridurre il numero degli alunni per classe: con le classi-pollaio resta difficile mettere in atto una didattica superqualificata, nonché conservare copiose energie per dedicarsi all'aggiornamento, alle iniziative culturali pomeridiane, alle attività integrative, alla promozione di ricerca e produzione scientifica, alla raccolta e condivisione delle esperienze con le reti scolastiche...Ci vorrebbe la tuta da Wonder Woman...

- Eliminare del tutto i test Invalsi: sono metacognitivi, non tengono conto della struttura e dell'età mentale dei bambini, a dispetto di quanto si ciancia presuppongono una quantità impressionante di conoscenze e, quel che è peggio, rischiano di rendere la scuola tutta improntata sulla banalità dei quiz in vista della preparazione alle prove. Presidente, non era mica l'estensione di queste sciagurate prove il metro con cui lei intenderebbe valutare il nostro merito didattico?
- Per la scuola primaria, tornare ad un orario settimanale degli alunni sufficiente, più produttivo e a misura di bambino: occorre ripristinare il modulo delle 30 ore, oppure istituire l'obbligo di spalmare le 27 ore su 6 giorni in orario antimeridiano, invece che su 5 giorni con rientri pomeridiani.
- Restituire dignità ai contenuti: urge stendere nuovi programmi didattici in cui i contenuti (e non le fumose competenze) siano chiaramente definiti e adeguatamente ripartiti tra i vari ordini e gradi di scuola, tenendo conto delle diverse età degli alunni.


Con la parola "fondamentale" non si intende "di più alta dignità", ma bensì "attinente alle conoscenze e abilità di base". Riprendendo quanto affermato all'inizio, quando si vuole costruire qualcosa si parte dalle basi, non dalla sommità.
Questi obiettivi possono sembrare semplici e banali. In futuro, quando il cittadino diventerà un manager, un bravo tecnico, un medico, un esperto artigiano, non si vedranno neanche più, così come non si vedono le fondamenta di un edificio.
Ma senza di esse la costruzione crolla.
Presidente, ci ascolti, inizi dal principio e non dalla fine. Altrimenti questa volta potrebbe essere davvero la fine.
di Barbara Marcolini