martedì 11 dicembre 2018

E' chiara la divisione interna del PD

VERGOGNOSO !!! 
In consiglio regionale il PD non vuole parlare di sanità !! Per la terza volta si sono votati, a colpi di maggioranza, il rinvio delle mozioni (ben 6) che trattano di sanità, senza contare il tentativo di non calendarizzarle nella seduta odierna, sventato da una nostra richiesta formale a suon di regolamento.

E' chiara la divisione interna del PD, che irrimediabilmente lo paralizza. 
Nel frattempo i servizi sanitari continuano a diradarsi sui territori, soprattutto dell'entroterra. 
Ora, poichè le prossime sedute sono dedicate al bilancio, la discussione sull'imminente Piano socio sanitario è rinviata a metà gennaio. 
Questa giunta non è in grado di governare la nostra regione, mancano 18 mesi alla fine di questo calvario, liberiamocene !!

(Piergiorgio Fabbri M5S Marche)

Non corro alle Primarie ma non vado in pensione

Ma per quanto riguarda il passato, i rimpianti non mancano: 
"Dovevo usare il lanciafiamme"
Il tris non ci sarà. Matteo Renzi non correrà per guidare il Pd. È lui stesso, al termine dell'ennesima giornata in cui roventi sono le linee telefoniche dei suoi, a fare chiarezza. "'Candidati al congresso', mi hanno scritto in tanti. Grazie del pensiero, ma non lo farò - scrive in un post "personale" sui social - Ho vinto due volte le primarie con il 70% e dal giorno dopo mi hanno fatto la guerra dall'interno. Mi sentirei come Charlie Brown con Lucy che gli rimette il pallone davanti per toglierlo all'ultimo istante. Non mi ricandido per la terza volta per rifare lo stesso - sentenzia - . Chiunque vincerà il congresso avrà il mio rispetto e non il logorio interno che ho ricevuto io".
Il passato, in realtà, è tutt'altro che archiviato. C'è un "errore" che Renzi non si perdona: "è stato non ribaltare il partito. Non entrarci con il lanciafiamme come ci eravamo detti - scrive ai destinatari della enews - . In alcuni casi il PD ha funzionato, in altre zone è rimasto un partito di correnti. Ritengo che le correnti siano il male del partito.


'Charlie Brown', comunque, resta in campo. Renzi rivendica la " gigantesca battaglia contro la cialtroneria di chi ci governa", messa in campo tutti i giorni in Parlamento, sui social, sui media (domani sarà nel salotto Tv di Porta a porta). Non è tutto, però. Nel 2019 il 'senatore semplice di Scandicci' sarà di nuovo in giro per l'Italia. "A fine gennaio uscirà un mio libro, per Marsilio, e girerò tutto il Paese, specie i piccoli borghi di provincia, per parlare e per ascoltare. Come ai vecchi tempi", annuncia. Poi un nuovo progetto: una WebTV alla quale sta lavorando "da mesi" per "non lasciare la rete in mano alle Fake News". E avanti anche con i comitati civici 'Ritorno al futuro' e con il "meraviglioso popolo" della Leopolda. "Io continuo a combattere: non corro per il congresso ma non vado in pensione - scrive avvertendo avversari e 'compagni' - resto in campo, sorridente e tenace. Perché il tempo è galantuomo. E io ci credo davvero".
Era quello che i renziani, smarriti, aspettavano. Una parola sul futuro, un segnale del leader. L'ex segretario, in realtà, non fa chiarezza fino in fondo. Nel lungo post non mette nero su bianco che la sua battaglia contro la "cialtroneria" gialloverde la combatterà da dentro il Pd, ma a chi - come Carlo Calenda - scalpita per sapere quale sarà la strategia dem alle Europee, l'ex premier si limita a dire che spetterà al nuovo segretario indicare la rotta. Il fatto che Renzi non abbia affatto intenzione di ritirarsi, comunque, alle 'truppe' basta. Nella giornata di martedì 11 dicembre decideranno come schierarsi al congresso. L'appuntamento è fissato alle 13. Luca Lotti e Lorenzo Guerini, in contatto costante in questi giorni, hanno convocato con un breve sms "i parlamentari che avevano dato disponibilità per la mozione Minniti". Ad oggi, due le ipotesi in campo: "O andiamo avanti con una candidatura nostra, identitaria, e testimoniamo la nostra posizione dentro il congresso, o altrimenti - viene spiegato - mettiamo su una squadra che affianchi quella già in campo a sostegno di Maurizio Martina".


In ogni caso trovare un nome spendibile, in queste ore, non sembra cosa semplice. Lorenzo Guerini ha ribadito il suo no. Per motivi di "sensibilità istituzionale", dal momento che siede sulla poltrona di presidente del Copasir. "Capisco che non sia di moda - ha confidato a chi lo voleva della partita - Sono di una vecchia scuola, se uno ha un ruolo istituzionale di garanzia non può essere candidato alla guida di un partito". E se negli scorsi giorni era circolato il nome del sindaco di Pesaro, adesso anche Matteo Ricci si chiama fuori. In pole ci sarebbe Teresa Bellanova: la passionaria renziana ha dalla sua il fatto di essere donna e avere una chiara matrice identitaria. Nicola Zingaretti aspetta. I sondaggi lo danno in testa col 41%, Renzi era dato secondo con il 31%, mentre Maurizio Martina è al 28%. "Insieme ai renziani - azzardano nell'entourage di quest'ultimo - possiamo ancora farcela".

(Fonte LaPresse)

lunedì 10 dicembre 2018

E' tutto merito della Raggi

Una storia di giustizia, l’ennesima vittoria per i cittadini onesti. 
A Tor Bella Monaca una mamma, un papà e i loro due bambini hanno mosso i primi passi nella casa popolare a cui hanno diritto.
Abbiamo riacquisito giovedì scorso un alloggio capitolino che era stato occupato abusivamente da un uomo di 27 anni, appartenente ad una nota famiglia sinti. Lo stesso giorno, alla famiglia legittima assegnataria sono state consegnate le chiavi dell’alloggio.
Voglio ringraziare gli agenti della Polizia Locale per aver portato a termine l’operazione, insieme ai dipendenti del Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative di Roma Capitale, che con impegno e determinazione portano avanti un costante ed indispensabile lavoro per la nostra città.
Difendiamo i diritti delle famiglie che attendono da anni in graduatoria la casa popolare, mettendo fine a soprusi e alla malagestione di decenni. Auguro ogni bene a questa famiglia come alle altre centinaia che, grazie alla velocizzazione delle assegnazioni, quest’anno passeranno il primo Natale nella casa popolare a cui hanno diritto.

(Virginia Raggi)