venerdì 22 agosto 2014

Licenziamenti e sanzioni disciplinari al cantiere NCA di Marina di Carrara


Alle 6 di questa mattina (22 agosto 2014), si e' iniziatolo sciopero e presidio di otto ore davanti al cantiere navale NCA di Marina di Carrara.
L’agitazione è stata proclamata dalle segreterie provinciali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil per protestare contro i licenziamenti, per motivi disciplinari, attuati dalla proprietà Admiral Tecnomar negli ultimi giorni. 
In questi giorni 3 lavoratori sono stati raggiunti da lettere di licenziamento, uno licenziato dopo aver dato le chiavi di una sala alla Rsu perché richiesta dai rappresentanti sindacali, senza prima chiedere il permesso, uno per motivi disciplinari, e l’altro a casa per una ‘lite’ legata a un parcheggio esterno dell’azienda. I sindacati hanno fatto dichiarazioni alla stampa per “denunciare la mancanza di volontà da parte della proprietà di ripristinare un normale dialogo tra le parti, finalizzato a creare un clima sereno dove le maestranze possano svolgere le loro mansioni senza la paura di provvedimenti disciplinari”.


Nel cantiere attualmente lavorano ditte esterne e solo una parte dei lavoratori NCA. Le aziende esterne sono impegnate a svolgere le loro mansioni con ritmi di lavoro pressante, da impegnare con ore di straordinario molti operai. L'attuale proprietà si è impegnata ad assorbire in due anni (scadenza gennaio 2015) gli operai NCA, attualmente metà di loro sono in Cassa Integrazione Straordinaria. Al presidio hanno partecipato , oltre ai lavoratori, molte figure istituzionali locali. Presenti per il Movimento 5 Stelle a fianco dei lavoratori NCA oltre alla portavoce Paglini Sara tutti i consiglieri, Matteo Martinelli, Francesco De Pasquale e Federico Bonni.

Il Movimento 5 Stelle ribadisce che i beni pubblici non sono una bella torta di cui i potenti di turno possono prendere una fetta a loro piacimento. Lunedì prossimo si terrà in comune un incontro con l'amministrazione e i sindacati, e Giovedi prossimo è fissato un incontro tra la Proprietà , (col sig. Giovanni Costantino), e la rappresentanza comunale con presente il sindaco di Carrara. Il Movimento 5 Stelle seguirà da vicino gli svolgimenti.


(Sara Paglini M5S)

giovedì 21 agosto 2014

MAFIA film documentario IL FANTASMA di CORLEONE







domenica 17 agosto 2014

DIRETTA STREAMING www.fragolemature.it Domenica 17 Agosto ore 21


Entro Agosto i lavoratori autonomi e le imprese dovranno versare allo stato 29 miliardi di euro


Imprese e lavoratori autonomi dovranno versare all’Erario entro la fine di agosto oltre 29 miliardi di euro di imposte. È la “stangata fiscale” stimata dalla Cgia di Mestre. Delle 11 scadenze fiscali e contributive previste, secondo il calcolo della Cgia, la voce che “graverà” maggiormente sulle tasche dei contribuenti sarà l’Iva: il gettito dovrebbe essere di 13,1 miliardi di euro. Segue il versamento da parte dei datori di lavoro delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori, pari ad un importo di 7,6 miliardi di euro e il pagamento del saldo e dell’acconto Irpef che dovrebbe garantire un gettito di 2,45 miliardi. Altri 1,7 miliardi giungeranno nelle casse dello Stato dal pagamento dell’addizionale Irpef, mentre dall’Irap e dall’Ires sono previsti altri 3 miliardi di euro. Infine, i lavoratori autonomi dovranno versare le proprie ritenute Irpef per un importo che dovrebbe toccare 1,3 miliardi di euro.” 

Si tratta di un carico fiscale che potrebbe anche aumentare, se non si procederà con il taglio alla spesa pubblica: 

Secondo la Cgia, in prospettiva il carico fiscale che grava sui contribuenti italiani potrebbe addirittura aumentare: se il Governo non riuscirà a tagliare la spesa pubblica come si è prefissato, scatterà la cosiddetta “clausola di salvaguardia”; in tal caso ‘i contribuenti saranno chiamati a sopportare un aggravio fiscale di 3 miliardi di euro, a seguito della riduzione delle agevolazioni/detrazioni fiscali e all’aumento delle aliquote, mentre i ministeri dovranno tagliare la spesa per un importo di almeno 1,44 miliardi di euro’.” 

venerdì 15 agosto 2014

RENZI a Gela scappa dopo 15 minuti di fischi



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Una sconfortante giornata oggi per il Partito Democratico! Renzi pensava di parlare in un salotto televisivo, e invece ha incontrato i fischi del paese reale.
In una piazza che non riesce neppure a raggiungere, in termini di partecipazione, quella di una settimana fa di Grillo e del Movimento 5Stelle, l’unico intervento previsto, quello del presidente del consiglio Matteo Renzi, viene sommerso dai fischi della contestazione di senzacasa, studenti, disoccupati e Fiom Fincantieri: il segretario del PD stanco di non riuscire a parlare, molla il palco dopo appena quindici minuti.
Una grande giornata di protesta, che ha mostrato tutta l’insofferenza cittadina verso questa “rottamata” rappresentanza, ma che non sembra, almeno nella nostra città, più ben voluta delle precedenti. Intorno alle 19:00, un gruppo di più di duecento persone, composto dal comitato di lotta Prendocasa degli stabili occupati di via Alloro, Oberdan e Borgo Nuovo, da disoccupati, precari, studenti, No muos e militanti dei centri sociali, si muove verso il comizio targato PD, previsto in piazza Politeama. Non ci sono più di millecinquecento persone ad assistere all’intervento di Renzi (in una città di un milione di abitanti è un bello smacco!). I contestatori, alla prima parola del premier cominciano a urlargli cori che bocciano senza se e senza ma il piano casa, che proprio oggi ha incassato la fiducia al senato. Tra un “buffone, buffone” e un enorme striscione che recitava “No al Piano casa”, nulla, a parte qualche flebile tentativo della digos, impedisce la riuscita della contestazione, che rovina letteralmente l’intervento del premier, costretto a lasciare il palco dopo appena un quarto d’ora, perché sommerso da cori e fischi. Svuotatosi il palco, anche la piazza comincia a defluire; la contestazione si trasforma in corteo per le vie del centro, in direzione del vicino centro sociale Ex carcere.
Uno spaccato importante quello della composizione sociale che oggi ha contestato Renzi. Uno spaccato sociale, riverbero  delle contrapposizioni alle politiche d’austerity del governo: dal piano casa che con l’articolo 5 impone il taglio delle utenze primarie agli occupanti, al Jobact che precarizza in maniera definitiva il mondo del lavoro, fino alla svendita di imprese e patrimonio pubblico (qui la contestazione della Fiom Fincantieri), oggi si è sentito in piazza il clima vero che si respira in Italia, quello di una sfiducia crescente in una rappresentanza sempre più distante dai bisogni reali del paese, e che neppure il meglio dei sedicenti “rottamatori” della vecchia classe politica riesce ad arrestare.
Altri importanti appuntamenti e occasioni non mancheranno per mostrare tutto il nostro dissenso a questo governo e alle politiche d'austerity di cui si fa portatore: dalla piazza palermitana di sabato 17 maggio, a quella nazionale dell'11 luglio a Torino, contro il vertice internazionale sul lavoro, #renzistaisereno, le piazze torneranno presto a farsi sentire.