martedì 19 febbraio 2019

La Giunta dice No al processo a Salvini


La Giunta per le Immunità del Senato dice no alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di poter processare il ministro dell'Interno Matteo Salvini con l'accusa di "sequestro di persona aggravato" per non aver fatto sbarcare per 5 giorni 177 migranti dalla nave Diciotti. 
I voti a favore della proposta del presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, di dire no all'autorizzazione sono stati 16, 6 i contrari.


Non appena il presidente della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama Maurizio Gasparri e i commissari sono usciti dall'Aula di Sant'Ivo alla Sapienza, dopo aver detto no all'autorizzazione a procedere per Salvini sul caso della nave Diciotti, i senatori del Pd che protestavano nel cortile hanno cominciato a gridare "Vergogna e onestà. Giarrusso vergogna" all'indirizzo del parlamentare pentastellato.
Dei sette senatori M5s componenti della Giunta, sono stati sei i presenti alla seduta chiamata a decidere sul caso Diciotti. Ma l'unica assente è assolutamente giustificata: si tratta di Grazia D'Angelo, vicepresidente della Giunta stessa, che alle 3 della scorsa notte ha partorito.

LE POLEMICHE DOPO IL VOTO ON LINE SUL CASO DICIOTTI
"La democrazia diretta è sempre stato un principio fondante del MoVimento 5 Stelle - spiega in una nota Francesco Silvestri, portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei deputati sulle polemiche all'interno dei pentastellati sul voto sul caso Diciotti -. Anche sul caso Diciotti abbiamo fatto decidere i nostri iscritti, che è esattamente quello che non hanno mai fatto le altre forze politiche. Per questo ci stupiscono le parole di alcuni parlamentari che si lamentano per questa decisione. Ricordo, ad esempio, alla senatrice Fattori e a quanti cercano giornalmente visibilità sui giornali, che è proprio grazie a Rousseau che sono potuti entrare in Parlamento, ben conoscendo le regole che hanno sottoscritto. Il dialogo all'interno del MoVimento è sempre aperto, ma se Fattori e gli altri non condividono più questo modus operandi, potrebbero semplicemente restituire quanto dovuto e dimettersi".

Critica la senatrice pentastellata Paola Nugnes: "La rete aveva già votato su questo punto quando abbiamo votato il programma. È una contraddizione forte, perché questa votazione è fuori regolamento - ha detto a 'Circo Massimo' -. Nell'articolo 4 dello Statuto, che è quello che regola le votazioni, quelle di questo tipo non sono previste". "Con questo voto il M5S ha perso una parte della sua natura, dal punto di vista elettorale dovrebbe costare caro. Nella mia bolla di percezione il dissenso è ampissimo", aggiunge. "Per me bisogna cercare un altro mezzo per trovare le convergenze e non cedere passo passo a ricatti. Condivido l'idea di voler andare avanti per portare avanti il programma, ma questo cedere può essere deleterio per il M5S e per il Paese. Si sta disegnando un'idea di società respingente, che fa leva sui più deboli. Siamo in recessione etica e morale, si sta dando adito a una visione di chiusura e di respingimento che non appartiene al vero Movimento".
"La #piattaformaRousseau decide che i senatori grillini devono impedire ai giudici di procedere - scrive su Twitter l'ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni -. Milioni di elettori M5s si chiedono dove sia andato a finire il loro voto. Molti italiani resteranno col dubbio che Salvini chiudendo i porti abbia abusato del proprio potere".
(Fonte ANSA.it)

sabato 16 febbraio 2019

Mattarella andrà da Macron



Italia-Francia, Mattarella vede l'ambasciatore rientrato a Roma e accetta l'invito di Macron

Masset: importanti per Parigi le relazioni tra i due paesi, collaborare nel dialogo

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto oggi al Quirinale l'Ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset che gli ha consegnato una lettera del Presidente Macron di invito a compiere una visita di Stato in Francia. Il Presidente Mattarella nel ringraziare ha cordialmente accettato l'invito.
"Il presidente della Repubblica Macron e tutti i ministri del governo francese che ho incontrato in questi giorni di consultazioni a Parigi mi hanno ribadito quanto sia importante per loro la relazione tra Francia e Italia". Lo ha detto l'ambasciatore francese Christian Masset incontrando i giornalisti a Palazzo Farnese dopo il suo ritorno a Roma. "Non neghiamo che ci siano divergenze o dei disaccordi su dei temi, ma tutto si può affrontare nel dialogo e nel rispetto reciproco. Siamo pronti a lavorare su tutti i temi nell'interesse dei nostri due Paesi". 


Masset, dopo essere stato richiamato a Parigi per consultazioni lo scorso 7 febbraio, è sbarcato alle 15.30 all'aeroporto di Fiumicino con un aereo di linea.
L'ambasciatore di Francia, Christian Masset, "riparte oggi per Roma" aveva poco prima annunciato, ai microfoni di RTL, la ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. "Mattarella ha telefonato a Macron, i presidenti si sono parlati - ha riferito la ministra francese - hanno ribadito quanto sia importante l'amicizia tra Francia e Italia. Abbiamo ascoltato dei leader politici che si erano lasciati andare a parole o comportamenti francamente non amichevoli e inaccettabili, mostrare rammarico", ha evidenziato Nathalie Loiseau.
"Abbiamo udito Salvini dire che non voleva una guerra con la Francia - ha continuato la Loiseau - e abbiamo sentito Di Maio dire cose complicate ma era stato lui a mettersi da solo in una situazione molto complicata. Credo che gli italiani abbiano bisogno della Francia, quindi lavoriamo insieme".

Soddisfazione è stata espressa dalla ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, per la presa di distanze di Luigi Di Maio, da Christophe Chalencon, il controverso gilet giallo che il vicepremier aveva incontrato dieci giorni fa nella banlieue di Parigi insieme ad altri rappresentanti della lista Ric di casacche gialle e che ha più volte evocato la guerra civile e la destituzione del presidente Emmanuel Macron. In un tweet pubblicato questa sera, Loiseau scrive: "Sana condanna del comportamento del signor Chalencon da parte di Luigi di Maio. Dobbiamo ritrovare la relazione di amicizia e rispetto reciproco, all'altezza della nostra storia e del nostro destino comune". In un altro tweet, Loiseau sottolinea l'invito a Parigi rivolto dal presidente francese Emmanuel Macron al presidente italiano Sergio Mattarella.

(Fonte ANSA.it)

giovedì 7 febbraio 2019

Cogne, Annamaria Franzoni libera: ha scontato pena


Condannata a 16 anni nel 2008 per l'omicidio del figlio. 

Il legale: dimenticatevi di lei




Annamaria Franzoni è una donna libera. Condannata nel 2008 a 16 anni per l'omicidio del figlio Samuele di tre anni, a Cogne il 30 gennaio 2002, nelle scorse settimane, apprende l'ANSA, è stata informata dal Tribunale di sorveglianza di Bologna che la sua pena è espiata, con mesi di anticipo rispetto alle previsioni, potendo usufruire di molti giorni di liberazione anticipata per la buona condotta. Da giugno 2014 era in detenzione domiciliare a Ripoli Santa Cristina, sull'Appennino bolognese.

"Da un lato sono contenta, dall'altro vorrei trovare la maniera di far capire alla gente che non sono stata io". Così Annamaria Franzoni avrebbe reagito, parlando con persone a lei vicine del caso che la riguarda, anche dopo la notifica della fine della pena. La donna ha sempre detto di essere innocente per l'omicidio del figlio Samuele e continua a dirlo, parlando con le persone che la circondano nella vita quotidiana.
"L'appello che ho sempre rivolto da quando è iniziata l'esecuzione della pena e che rivolgo anche oggi è di dimenticarla". Così l'avvocatessa Paola Savio, difensore di Annamaria Franzoni. "Mi rendo conto - prosegue - che in vicende giudiziarie così spettacolarizzate nel corso degli anni è difficile, ma occorre pensare che ci sono familiari che hanno sofferto con lei". Solo gli ergastoli, ha detto ancora, "non finiscono mai, le altre pene finiscono e anche per lei è finita".

"La notizia ci lascia assolutamente indifferenti, è l'ultimo dei nostri pensieri". Questo il commento di Franco Allera, sindaco di Cogne, alla notizia della liberazione di Annamaria Franzoni. "La nostra comunità si è lasciata alle spalle questa vecchia storia".
Franzoni, che si è sempre proclamata innocente, era stata condannata in via definitiva la sera del 21 maggio 2008, quando la Corte di Cassazione confermò la sentenza della Corte di appello di Torino. I 16 anni di pena sono stati ridotti a meno di 11 grazie a tre anni di indulto e ai giorni concessi di liberazione anticipata: è possibile ottenere fino a 45 giorni ogni semestre di detenzione, considerando anche quella domiciliare.

"Quando c'è un rapporto forte e affettuoso con la famiglia di origine, la persona si reinserisce. È questo che fa la differenza", così don Giovanni Nicolini, sacerdote bolognese che accolse Annamaria Franzoni a lavorare in una cooperativa sociale quando fu ammessa al lavoro esterno dal carcere, commenta la notizia della fine della pena per la donna. "Ormai è un po' che non la vedo, posso dire che siamo buoni amici, a distanza. Lei ha una vita di famiglia" e non va più a lavorare nel laboratorio di sartoria perché "adesso ha ricostruito interamente la sua vita".

(Fonte ANSA.it)