domenica 21 settembre 2014

Beppe Grillo e la marcia dei NO TAP nel Salento

Grillo arriva sul palco e attacca il gasdotto davanti al popolo dei No Tap. “E’ un’opera inutile. In Puglia siete pieni di pale di fotovoltaico, hanno finanziato le multinazionali e non vi è arrivata una lira”. Il leader dei Cinquestelle chiude la manifestazione “a-politica”, partita dal lungomare di San Foca, a poche centinaia di metri dal luogo scelto dalla Trans Adriatic pipeline per l’approdo dell’infrastruttura che porterà in Europa il gas dell’Azerbaijan. Quello che il premier Matteo Renzi avrebbe dovuto benedire proprio oggi a Baku, alla luce della recente Valutazione di impatto ambientale favorevole al progetto: ma l’incontro pare sia saltato. “Se loro verranno a fare il gasdotto in Puglia da qualsiasi parte anche con l’Esercito noi ci metteremo il nostro di esercito”. “Vogliamo portare qui il referendum ha aggiunto perché è la cittadinanza che deve decidere se fare un tubo. E’ una battaglia di democrazia”.
“Renzi non vi rappresenta perché per rappresentare il popolo devi essere votato. La più grande forma di politica è dire no a queste cazzate. Questa è un’opera di fantascienza  ha spiegato  ma è fatta a posta per essere un’opera di fantascienza. “Voi  ha aggiunto avete una regione in cui il vostro presidente ha sempre fatto finta di niente. Non non siamo l’alternativa, stiamo solo difendendo la gente. L’energia è civilità, voi ci avete messo il vento e il sole e non vi è arrivato un cazzo in cambio. Tap non è solo un tubo, non abbiamo bisogno di più energia. Non è per noi questo gas”.
“L’Italia non ha bisogno di altro gas e non ha bisogno del gasdotto Tap ha sottolineato ci metteranno venti anni a costruire gasdotto quello è il metodo del Governo, la tireranno finché ci saranno finanziamenti. Intanto sarà instaurato un monopolio del gas, che con il contratto che hanno fatto il prezzo del gas è bloccato per venti anni, mente in Italia il consumo di gas sta diminuendo”, ha poi concluso Grillo dal palco.
E ancora, tra i manifestanti: “La Regione Puglia deve prendere decisioni forti e deve dire no al gasdotto, come ha fatto pochi giorni fa la Regione Sardegna unendosi ai Comuni nella battaglia contro I pozzi di petrolio”. Grillo ha attaccato il governatore della Puglia, Nichi Vendola, ricordando “il silenzio-assenso tenuto dalla Regione nel 2010, che ha consentito di inserire la Puglia nella rete nazionale dei gasdotti”. 
“In Puglia sono state realizzate centrali eoliche e fotovoltaiche, da multinazionali che hanno preso i soldi italiani ma in questa terra non torna neanche un centesimo  ha proseguito il leader del M5S  e il presidente Vendola non ha fatto niente per impedirlo”. “L’Italia  ha detto ancora Grillo  non ha bisogno di centrali a carbone né di gasdotti, ma di aziende ad alta efficienza energetica, di produrre elettrodomestici che diminuiscano il consumo di energia, per far sì che si possa diminuire ulteriormente il consumo nazionale”.
La manifestazione  alla quale hanno partecipato diverse centinaia di persone  è stata organizzata dal Coordinamento interprovinciale “No Tap no fossili”, gruppo di lavoro dei Metup del Movimento Cinque Stelle. Proprio la vicinanza a una parte politica ben definita ha indotto il Comitato No Tap a non aderire ufficialmente alla marcia, alla quale alcuni esponenti parteciperanno a titolo personale. Nei giorni scorsi, del resto, i No Tap hanno sottolineato con forza la loro distanza da qualsiasi partito e movimento politico, ribadendo che quella contro la Tap è una battaglia in difesa del Salento. Gli striscioni “No Tap”, “No fossili” e ” Giù le mani dal nostro mare”.

Nel corteo non sono comunque presenti le bandiere del Movimento Cinque Stelle, dal momento che gli organizzatori hanno chiesto di tenerle chiuse “per far si che questa possa essere la marcia dei cittadini”. Hanno partecipato comunque i parlamentari salentini del M5S e sul palco di piazza Pertini a Melendugno, lì dove è arrivato il corteo è andato in scena l’intervento di Grillo.

sabato 20 settembre 2014

IN ARRIVO IL BONUS DI 450 € AL MESE

La misura a sostegno del reddito è prevista dal sistema di Welfare per tutti quei disoccupati che hanno superato i 50 anni di età



Importante iniziativa quella messa in atto dalla Regione Valle D’Aosta, la quale si è impegnata per aiutare i residenti disoccupati over 50 a rientrare nel mondo del lavoro. Nel programma, denominato Welfare to Work, sono inserite alcune aziende le quali si impegneranno ad accogliere i disoccupati over 50. Nello specifico, verranno offerti dei percorsi di supporto alla ricollocazione e un aiuto economico mensile di importo pari a 450 euro lordi per circa 6 mesi.
In che modo verrà erogato l’aiuto? Attraverso colloqui di orientamento, interventi di formazione o di accompagnamento al lavoro e tirocini.
Potranno richiedere tali aiuti dalla Regione Valle D’Aosta, i disoccupati over 50 che risulteranno essere in possesso dei seguenti requisiti:
– essere disoccupati da circa 3 mesi
– essere residenti nella regione Valle D’Aosta
– avere un’età superiore ai 50 anni
– non percepire alcuna indennità o altri sussidi che siano legati allo stato di disoccupazione o altri provvedimenti previdenziali
– essere iscritti ad un centro per l’Impiego della Regione
– essere totalmente disoccupati
– avere un’anzianità disoccupazione uguale o superiore ai tre mesi
– essere in possesso di una certificazione ISEE in corso di validità con indicatore ISEE non superiore a euro 12.000
– essere disponibili al lavoro o ad un percorso di accompagnamento al lavoro
– non usufruire dell’intervento finanziario della Regione a sostegno de versamenti volontari nei tre anni antecedenti il raggiungimento dell’età pensionabile
– non essere inseriti in Lavori di Utilità sociale, borsa lavoro, tirocini con indennità di partecipazione o frequenza.
Gli interessati all’iniziativa potranno inoltrare la domanda di partecipazione che potrete trovare al sito della Regione Valle d'Aosta..
Tale domanda dovrà essere presentata:
– dal 15 settembre al 19 settembre da parte di tutti i soggetti il cui cognome inzia con una lettera compresa tra la A e la L
– dal 22 settembre al 26 settembre, per tutti quei soggetti il cui cognome inizia con una lettera compresa tra la M e la Z.

Jobs Act e articolo 18 i Cinque Stelle abbandonano la seduta


Oggi (18/09/2014) in senato, è stata una giornata cruciale, specialmente per la mia commissione Lavoro. 

Una seduta in cui gli occhi bassi dei componenti della sinistra alle nostre dichiarazioni, hanno lasciato un senso di indignazione indimenticabile.... 

TUTTO IL PD HA VOTATO SI ALLA DELEGA.

Sono curiosa di vedere nelle piazze cosa andranno a dire al popolo dei disperati, dopo essere stati complici di questa delega in bianco data al mondo della destra. 

Io e tutto il movimento 5 stelle ci rifiutiamo di essere complice di questa farsa chiamata jobs act.
La così detta delega lavoro altro non che una delega in bianco. 
Il vero progetto del governo, cioè lo stravolgimento dello Statuto dei lavoratori ed in particolare dell’ art. 18, è stato ampiamente comunicato alle agenzie di stampa e alle TV, ma MAI è stato condiviso e sviscerato nelle aule preposte cioè in commissione lavoro. 
Il governo ieri ha presentato un emendamento sostitutivo all’articolo 4 in cui si parla di "contratto a tutele crescenti, demansionamento e controlli a distanza". 
Il governo oggi ha bloccato il dibattito parlamentare invitando al ritiro di tutte le modifiche al testo, imponendo la sua linea in materia di lavoro.
Alla diretta domanda di spiegazione di cosa intendano per "tutele crescenti" posta dal M5S, il presidente Sacconi ha finalmente pronunciato la parola articolo 18 che mai era stato trattato nelle numerose sedute di commissione.
Se il governo "Renzi–Sacconi" ha un progetto ben preciso, il luogo della discussione devono essere le aule parlamentari, e la volontà politica deve essere dettata dai parlamentari, rappresentanti del popolo, e non da due o tre soggetti che in aule segrete decidono per tutti, determinando il destino di milioni di cittadini italiani. 
Una legge che non crea lavoro, non modifica nulla nell’immediato, che toglie la facoltà al Parlamento e alle opposizioni di dialogare in materia lavoro.
Per protesta abbiamo dichiarato la nostra volontà di NON far parte di questo teatrino ignobile e abbiamo abbandonato l’aula dopo le nostre dichiarazioni di sdegno. 
Ho dichiarato chiaramente che non si può chiedere di abbassare le tutele e i diritti del lavoro se prima non si danno adeguati ammortizzatori sociali, Renzi prima faccia per decreto vedere che ci tiene ai cittadini e vari al più presto il Reddito di Cittadinanza. 
Ma sappiamo bene che questa cosa non è nei suoi piani. 
A breve si sentirà nelle piazze la voce dei cittadini, forse, solo allora capiranno che non si può giocare sulla la pelle dei lavoratori e dei disoccupati. 
Leggo ora le notizie ANSA in cui i titoloni scrivono IL PD E' SPACCATO  Rifaccio presente che in comm. Lavoro TUTTI I COMPONENTI HANNO VOTATO...SI...A QUESTA DELEGA COSÌ FORMULATA.