sabato 20 settembre 2014

Jobs Act e articolo 18 i Cinque Stelle abbandonano la seduta


Oggi (18/09/2014) in senato, è stata una giornata cruciale, specialmente per la mia commissione Lavoro. 

Una seduta in cui gli occhi bassi dei componenti della sinistra alle nostre dichiarazioni, hanno lasciato un senso di indignazione indimenticabile.... 

TUTTO IL PD HA VOTATO SI ALLA DELEGA.

Sono curiosa di vedere nelle piazze cosa andranno a dire al popolo dei disperati, dopo essere stati complici di questa delega in bianco data al mondo della destra. 

Io e tutto il movimento 5 stelle ci rifiutiamo di essere complice di questa farsa chiamata jobs act.
La così detta delega lavoro altro non che una delega in bianco. 
Il vero progetto del governo, cioè lo stravolgimento dello Statuto dei lavoratori ed in particolare dell’ art. 18, è stato ampiamente comunicato alle agenzie di stampa e alle TV, ma MAI è stato condiviso e sviscerato nelle aule preposte cioè in commissione lavoro. 
Il governo ieri ha presentato un emendamento sostitutivo all’articolo 4 in cui si parla di "contratto a tutele crescenti, demansionamento e controlli a distanza". 
Il governo oggi ha bloccato il dibattito parlamentare invitando al ritiro di tutte le modifiche al testo, imponendo la sua linea in materia di lavoro.
Alla diretta domanda di spiegazione di cosa intendano per "tutele crescenti" posta dal M5S, il presidente Sacconi ha finalmente pronunciato la parola articolo 18 che mai era stato trattato nelle numerose sedute di commissione.
Se il governo "Renzi–Sacconi" ha un progetto ben preciso, il luogo della discussione devono essere le aule parlamentari, e la volontà politica deve essere dettata dai parlamentari, rappresentanti del popolo, e non da due o tre soggetti che in aule segrete decidono per tutti, determinando il destino di milioni di cittadini italiani. 
Una legge che non crea lavoro, non modifica nulla nell’immediato, che toglie la facoltà al Parlamento e alle opposizioni di dialogare in materia lavoro.
Per protesta abbiamo dichiarato la nostra volontà di NON far parte di questo teatrino ignobile e abbiamo abbandonato l’aula dopo le nostre dichiarazioni di sdegno. 
Ho dichiarato chiaramente che non si può chiedere di abbassare le tutele e i diritti del lavoro se prima non si danno adeguati ammortizzatori sociali, Renzi prima faccia per decreto vedere che ci tiene ai cittadini e vari al più presto il Reddito di Cittadinanza. 
Ma sappiamo bene che questa cosa non è nei suoi piani. 
A breve si sentirà nelle piazze la voce dei cittadini, forse, solo allora capiranno che non si può giocare sulla la pelle dei lavoratori e dei disoccupati. 
Leggo ora le notizie ANSA in cui i titoloni scrivono IL PD E' SPACCATO  Rifaccio presente che in comm. Lavoro TUTTI I COMPONENTI HANNO VOTATO...SI...A QUESTA DELEGA COSÌ FORMULATA.

venerdì 19 settembre 2014

In Sicilia 8000 famiglie muoiono di fame

Il M5S oggi ha ascoltato la voce dei lavoratori della formazione e degli sportelli multifunzionali siciliani che da diversi mesi, in alcuni casi anche 20 o 30, non percepiscono stipendio. Una situazione drammatica e di precarietà che non trova risposte nelle riforme e nelle azioni del Governo Crocetta.
A questo si aggiunge l’interruzione del pubblico servizio per ciò che attiene all’erogazione delle politiche attive del lavoro, compreso la Youth Guarantee, e all’attivazione e al proseguimento dei percorsi di obbligo d’istruzione e formazione. Ciò porta ad un grave danno per lo Stato, per i disoccupati e per gli allievi che spesso appartengono a categorie sociali che devono essere tutelate e protette come ci propone l’Europa con la lotta all’esclusione sociale.
Il M5S ha chiesto di ascoltare in Commissione Lavoro il Presidente della Regione Siciliana Crocetta, il Presidente Commissione V - Cultura, Formazione e Lavoro Sicilia On. Marcello Greco, l'Assessore regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro Giuseppe Bruno, l'Assessore regionale dell'istruzione e della formazione professionale Nella Scilabra e la Dirigente Responsabile del Servizio IV - Ispettorato Regionale del Lavoro - Direzione Regionale del Lavoro Dott.ssa Corsello Anna Rosa, che ha dato le proprie dimissioni nell’agosto ultimo scorso.

giovedì 18 settembre 2014

BANCAROTTA FRAUDOLENTA per il padre di RENZI

Tiziano Renzi, padre del premier, ha ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito delle indagini sul fallimento di una società di distribuzione di giornali.

Bancarotta fraudolenta. Questa l'ipotesi di reato con cui la Procura della Repubblica di Genova ha iscritto nel registro degli indagati Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio Matteo. Secondo quanto si apprende, l'indagine era stata aperta tempo fa e riguarderebbe il fallimento di una società di distribuzione di giornali. La Procura ha chiesto la proroga delle indagini e ha contestualmente inviato l'avviso di garanzia. Oltre al padre di Renzi ci sono altre due persone indagate.