giovedì 21 febbraio 2019

Diciotti: 41 migranti chiedono un risarcimento all'Italia


Per essere rimasti a bordo diversi giorni. 

Lo annunciano fonti del Viminale. 

L'entità del risarcimento varia tra i 41 e i 71 mila euro. 

Sedici di loro risultano nati il 1 gennaio



Alcuni migranti che erano a bordo della nave 'Diciotti' hanno presentato un ricorso al tribunale civile di Roma per chiedere al governo italiano un risarcimento per essere stati costretti a rimanere a bordo diversi giorni. 


Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, il ricorso è stato presentato da uno studio legale a nome di 41 migranti, tra cui un minore, che erano a bordo della nave e che ora chiedono al premier Giuseppe Conte e al ministro dell'Interno Matteo Salvini un risarcimento tra i 42mila e i 71mila euro. Dei 41 migranti che si sono rivolti allo studio legale, dicono ancora le fonti del Viminale, 16 risultano essere nati l'1 gennaio. Dopo esser scesi dalla Diciotti, gli stranieri si erano poi rifugiati presso le strutture di Baobab Experience.


Intanto il senatore Gasparri di Forza Italia, presidente della Giunta del Senato per le autorizzazioni a procedere annuncia di aver "firmato la copia della relazione della vicenda Diciotti-Salvini per l'Aula del Senato e l'ho inviata al presidente Casellati. Ora spetta alla Conferenza dei Capigruppo calendarizzarla per discuterla in Assemblea".

(Fonte ANSA.it)

mercoledì 20 febbraio 2019

Condannato FAVIA ex Consigliere Regionale M5S diffamazione a Casaleggio e Grillo


Grillo: 'Non ho mai parlato di soldi con Casaleggio con il quale c'era un rapporto di onestà, trasparenza e amicizia'


L'ex consigliere regionale grillino dell'Emilia-Romagna, Giovanni Favia, è stato condannato dal giudice monocratico di Roma a pagare una pena pecuniaria di 500 euro, nell'ambito del processo che lo vedeva imputato per diffamazione, dopo alcune affermazioni fatte nel 2014 nelle quali aveva definito come poco chiari i rapporti economici tra il blog di Grillo e la Casaleggio Associati. Il pm aveva chiesto per Favia una condanna a sei mesi di reclusione. Inoltre, il giudice ha disposto anche una provvisionale di 10.000 euro in favore della Casaleggio Associati e di 5.000 euro in favore di Davide Casaleggio.


'E' una vergogna- ha commentato Favia- prendero' tutte le strade per segnalare questa vergogna. Io mi sono limitato a raccontare solo i fatti'.  'Non circolavano soldi, era solo un blog per fare controinformazione. Non c'era fatturato dal blog, non c'erano sponsorizzazioni ne' pubblicita', non c'erano introiti, alla fine per mantenerci e sopravvivere abbiamo provato a fare un abbonamento per gli iscritti, cosa che non ha funzionato'. Cosi' Beppe Grillo ha dato la sua versione dei fatti oggi nell'ambito del processo. L'ex consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, Giovanni Favia, ricordiamo, in un editoriale scritto sul quotidiano 'Il Tempo' nell'aprile 2014, aveva criticato l'opacità dei rapporti economici tra il blog di Grillo e la Casaleggio Associati. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, in qualità di teste proprio della difesa Favia, ha spiegato che 'il sito Beppegrillo.it nasce nel 2005 dopo un incontro tra me e Gianroberto Casaleggio per fare controinformazione. Si finanziava con gli incassi delle videocassette dei miei spettacoli e dei miei libri. Nel 2014 subentrà la pubblicità come forma di finanziamento del blog. Era una pubblicita' con dei limiti perchè la gestiva Google ma nel 2014 il blog era alla sua fine con l'arrivo dei social network e i commenti non andavano più sul blog ma sui social. Da quella operazione lì abbiamo avuto tutti delle perdite. Se vedete le mie denunce dei redditi dal 2005 in poi...'.

  

Grillo ha ammesso che 'in 4-5 anni avro' percepito 20-30 mila euro, ma servivano per sostenere il server e pagare gli stipendi alle persone che ci lavoravano. Non ero a conoscenza del flusso di denaro, non sapevo e non volevo sapere i numeri perchè mi fidavo di Gianroberto (Casaleggio, ndr). Non ho mai parlato di soldi con lui (Casaleggio, ndr) con il quale c'era un rapporto di onestaà trasparenza e amicizia: ci eravamo messi assieme per migliorare questo Paese e non per guadagnare soldi'. In ogni caso 'la Casaleggio Associati gestiva il sito e faceva anche la contabilità - ha concluso- Il fatto che girassero milioni di euro e' una palla messa in giro da questi individui qua che hanno infangato persone perbene che ora non ci sono più'.

martedì 19 febbraio 2019

La Giunta dice No al processo a Salvini


La Giunta per le Immunità del Senato dice no alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di poter processare il ministro dell'Interno Matteo Salvini con l'accusa di "sequestro di persona aggravato" per non aver fatto sbarcare per 5 giorni 177 migranti dalla nave Diciotti. 
I voti a favore della proposta del presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, di dire no all'autorizzazione sono stati 16, 6 i contrari.


Non appena il presidente della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama Maurizio Gasparri e i commissari sono usciti dall'Aula di Sant'Ivo alla Sapienza, dopo aver detto no all'autorizzazione a procedere per Salvini sul caso della nave Diciotti, i senatori del Pd che protestavano nel cortile hanno cominciato a gridare "Vergogna e onestà. Giarrusso vergogna" all'indirizzo del parlamentare pentastellato.
Dei sette senatori M5s componenti della Giunta, sono stati sei i presenti alla seduta chiamata a decidere sul caso Diciotti. Ma l'unica assente è assolutamente giustificata: si tratta di Grazia D'Angelo, vicepresidente della Giunta stessa, che alle 3 della scorsa notte ha partorito.

LE POLEMICHE DOPO IL VOTO ON LINE SUL CASO DICIOTTI
"La democrazia diretta è sempre stato un principio fondante del MoVimento 5 Stelle - spiega in una nota Francesco Silvestri, portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei deputati sulle polemiche all'interno dei pentastellati sul voto sul caso Diciotti -. Anche sul caso Diciotti abbiamo fatto decidere i nostri iscritti, che è esattamente quello che non hanno mai fatto le altre forze politiche. Per questo ci stupiscono le parole di alcuni parlamentari che si lamentano per questa decisione. Ricordo, ad esempio, alla senatrice Fattori e a quanti cercano giornalmente visibilità sui giornali, che è proprio grazie a Rousseau che sono potuti entrare in Parlamento, ben conoscendo le regole che hanno sottoscritto. Il dialogo all'interno del MoVimento è sempre aperto, ma se Fattori e gli altri non condividono più questo modus operandi, potrebbero semplicemente restituire quanto dovuto e dimettersi".

Critica la senatrice pentastellata Paola Nugnes: "La rete aveva già votato su questo punto quando abbiamo votato il programma. È una contraddizione forte, perché questa votazione è fuori regolamento - ha detto a 'Circo Massimo' -. Nell'articolo 4 dello Statuto, che è quello che regola le votazioni, quelle di questo tipo non sono previste". "Con questo voto il M5S ha perso una parte della sua natura, dal punto di vista elettorale dovrebbe costare caro. Nella mia bolla di percezione il dissenso è ampissimo", aggiunge. "Per me bisogna cercare un altro mezzo per trovare le convergenze e non cedere passo passo a ricatti. Condivido l'idea di voler andare avanti per portare avanti il programma, ma questo cedere può essere deleterio per il M5S e per il Paese. Si sta disegnando un'idea di società respingente, che fa leva sui più deboli. Siamo in recessione etica e morale, si sta dando adito a una visione di chiusura e di respingimento che non appartiene al vero Movimento".
"La #piattaformaRousseau decide che i senatori grillini devono impedire ai giudici di procedere - scrive su Twitter l'ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni -. Milioni di elettori M5s si chiedono dove sia andato a finire il loro voto. Molti italiani resteranno col dubbio che Salvini chiudendo i porti abbia abusato del proprio potere".
(Fonte ANSA.it)