lunedì 6 febbraio 2017

Luca Telese, la bufala della polizza di Virginia Raggi (VIDEO)

Ecco come è scattato il tritacarne per scatenare una tempesta di fango



Dunque, ricapitolando: nessuna "provvista". Nessuna possibilità di incassare il denaro se non in caso morte. Nessuna provenienza illecita dei fondi che Salvatore Romeo investiva nelle sue polizze. Nessuna ipotesi coreutica. Nessuna partita di giro. Nulla di quello che ci era stato detto ieri - per sintetizzare brutalmente era vero. Ma, intanto, la pioggia degli schizzi di fango si è abbattuta su Virginia Raggi con l'obiettivo di inzaccherarla.
L'incredibile vicenda mediatico-giudiziaria dell'interrogatorio del sindaco di Roma andrebbe studiata nel dettaglio, per capirne bene lo svolgimento.  La Raggi giovedì è uscita da un interrogatorio di otto ore solo a mezzanotte. Le domande e le ipotesi accusatorie hanno iniziato a piovere su giornali e agenzie alle sette di sera, in tempo per i telegiornali e per riempire i titoli dei giornali di venerdì.





La smentita decisiva degli inquirenti ("Non c'è nessuna ipotesi di reato") è arrivata solo venerdì a mezzogiorno. Romeo ha potuto vergare un suo messaggio su Facebook solo poco dopo ("i premi scattavano solo in caso morte, non ho moglie ne figli, solo in quella eventualità avevo destinato le somme ai miei amici"). Ma siccome su questo sito lo abbiamo già scritto ieri, quando questa manovra già puzzava di bruciato, dobbiamo ripeterlo a maggior ragione oggi. È ovvio che se la Procura arriva ad  interrogare il sindaco della Capitale d'Itali su alcune polizze sospette ha già fatto almeno tre verifiche: 1) Quali sono le clausole della polizza 2) da dove arrivano i soldi della polizza 3) chi ne beneficia e a che condizioni.
Tutti i giornali italiani (compreso il Fatto) ieri sono stati messi al corrente delle ipotesi più truci ("provviste" illecite, finalità correttive, partite di giro con pagamento differito, finanziamento occulto). Ma nessun giornale è stato messo al corrente che queste ipotesi erano già state verificate e scartate. Il quarto grado a Virginia Raggi, dunque, ci dicono i giornali di oggi, non ha prodotto causalmente una pioggia di fango. È stato costruito a tavolino per questo: la risposta della Raggi - ci dice il comunicato degli stessi inquirenti, non le ipotesi difensive dei grillini - era del tutto ininfluente.
Allora la domanda che bisognava porsi ieri (e a maggior ragione oggi) tutto questo è normale? Solo carta per incartare il pesce? Tutto quello che è stato scritto venerdì scorre tranquillamente come l'acqua? E cosa dire - per fare solo un esempio - dei quattro pezzi mandati in onda dal Tg1 per otto minuti di puntata, come se si trattasse del  watergate? Sono quasi stupito della remissività dei grillini, solitamente prodighi di insulti contro la stampa e i presunti "giornalai" assassini o corrotti.

Ma la riflessione da fare riguarda noi, i media. Possiamo davvero scrivere una cosa, e il suo esatto contrario, in meno di 12 ore, e non porci nemmeno una domanda? Non giustificare nulla ai lettori? Magari domani qualcuno dimostrerà che Virginia Raggi è corrotta, e allora saremo implacabili, come sempre. Ma finché questo non accade, fino a prova contraria, dobbiamo prendere atto - a prescindere dalle nostre simpatie politiche - che il tritacarne mediatico di giovedì sera è una pagina oscura.
È qui va aggiunta una cosa grave sui colleghi della giudiziaria: ma il giorno dopo, quando  ti rendi conto di aver scritto sotto dettatura, di aver raccolto una polpetta avvelenata, quando sai matematicamente di essere stato usato, per chissà quali motivi. Quando sei certo che Marra non era indagato, che le polizze non erano la "provvista" dello studio Previti, non erano i finanziamenti di Al Capone, non erano un beneamato cavolo. Non ritieni di doverlo scrivere? Meditate, gente, meditate.
di Luca Telese

sabato 4 febbraio 2017

"DECRETO TERREMOTO" il Governatore Luca Ceriscioli dichiara: ci riteniamo soddisfatti



Molte delle nostre richieste sono state accolte nel nuovo decreto sul terremoto.
Grazie al Governo che ancora una volta, insieme al commissario straordinario, dimostra attenzione verso le nostre comunità. Importanti infatti sono non solo tutte le procedure di semplificazione e che ci aiutano a velocizzare i vari percorsi, dalle macerie alle Sae, ma anche la norma per estendere la busta paga pesante, stortura che da tempo avevamo sollevato. Importanti anche le norme a sostegno delle fasce deboli della popolazione residenti e stabilmente dimoranti da almeno due anni nei comuni del cratere, verso i quali sono stati stanziati fondi per il contrasto alla povertà, come pure il sostegno agli allevatori.




Un altro nodo sciolto, su cui la regione sta già lavorando e per questo abbiamo chiesto al governo di inserire in questo decreto, è la norma che dà alla regione la possibilità di acquisire, in alternativa alla realizzazione delle SAE, unità immobiliari ad uso abitativo agibili da destinare temporaneamente ai residenti in edifici distrutti o danneggiati, situati nelle zone rosse o con esito di danno E o F (inagibilità). Al termine degli interventi di ricostruzione tale patrimonio immobiliare potrà essere acquisito all’edilizia residenziale pubblica dei comuni. Novità anche per i tecnici professionisti.

(Luca Ceriscioli Presidente Regione Marche)

#5giornia5stelle del 3 febbraio 2017 #andiamoavotare (VIDEO)


Alle elezioni il prima possibile: la Consulta ha parlato. Ora, come ci ricordano Luca Frusone e Federica Dieni, basterebbero appena due giorni di lavoro nelle due Camere per armonizzare i testi e poi andare al voto. I cittadini, come hanno fatto capire il 4 dicembre, vogliono andare a votare!
I cittadini del Centro Italia, poi, vorrebbero anche vedere delle soluzioni alla loro situazione disperata stretta tra terremoto e neve. Come ricorda in aula al ministro il nostro Andrea Colletti, non si tratta solo di "tragedia" o "fatalità", ma disastri con dei precisi responsabili e soprattutto responsabili politici. Cosa si aspetta a prendere decisioni?
Anche Vilma Moronese al Senato chiede una legge delega, che avvii provvedimenti concreti quali forme di microcredito per superare lo stato di emergenza, agevolazioni, e contributi per dare certezze ai cittadini. E naturalmente il superamento del Patto di Stabilità per aree così duramente colpite, per le quali è sicuramente più importante il territorio che la finanza europea.





Questa settimana è arrivata anche la sentenza per la strage di Viareggio. Parlano i familiari delle vittime, e chiedono che a Moretti, condannato a 7 anni di reclusione e con precise responsabilità, sia tolta l'onorificenza di Cavaliere. In aula al Senato il M5S porta la voce dei cittadini con Laura Bottici, e chiede di mettere ai voti la proposta. Il Senato vota, e a larga maggioranza boccia: per la Casta, il condannato deve restare Cavaliere.
A Bruxelles, la nostra Isabella Adinolfi interviene su un fatto che sta facendo discutere la Rete italiana: Google ha deciso di privare dei compensi adsense ben 300 siti in tutto il mondo. Motivo? La solita scusa delle "fake news", che nei fatti si traduce come informazione non allineata al mainstream. Quell'informazione, insomma, che sta facendo aprire gli occhi ai cittadini. In realtà, sottolinea Isabella, Google si fa censore di opinioni in Rete, non di reati, agendo anche in barba a leggi e trattati.
Al Senato si parla anche di cyberbullismo. Daniela Donno avverte come nei social sia tutto visibile a tutti, quindi ben venga una legge, ma che sia davvero efficace e non solo ricca di belle intenzioni.
Paolo Romano interviene alla Camera sul caso di spionaggio "Occhionero". Ricorda come i nostri servizi di sicurezza online lavorino in condizioni tremendamente disagiate e siano sotto organico, poche decine di persone in tutto contro le decine di migliaia di altri Paesi. E in più, la nostra struttura di Rete è stata privatizzata proprio dal ministro in carica: come possiamo difenderci, allora?

Titoloni sui giornali per l'abolizione del roaming nei servizi telefonici. Ma c'è davvero da festeggiare? Neanche per sogno: le nuove regole in realtà vedranno aumentare le tariffe per tutti, anche per chi all'estero non ci va mai. L'accordo, in Europa, è stato fatto senza i cittadini e a porte chiuse: i soliti sistemi insomma, che non vanno mai a nostro vantaggio.
Infine, il M5S questa settimana ha combattuto contro il Piano Lupo. Il governo italiano ha deciso di tornare alla caccia al lupo, mentre lo splendido animale è difeso in tutta Europa. Paolo Bernini chiede: perché non si mettono in pratica i sistemi di deterrenza, prima di dare il via alle doppiette? Ci siamo recati anche alla Conferenza Stato-Regioni, per ribadire con forza il nostro NO.
(Movimento 5 Stelle)