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mercoledì 30 novembre 2016

Inceneritore nelle Marche: Approvata la mozione del M5S in regione


La Regione Marche si impegna a ricorrere contro il DPCM inceneritori.
Il Ministero dell'Ambiente mediante il DPCM del 10 agosto 2016 di fatto impone alla Regione Marche un inceneritore, scavalcando tutta la pianificazione regionale in materia di rifiuti.
Il DPCM è a tutti gli effetti un programma nazionale perciò, la normativa parla chiaro, si sarebbe dovuto sottoporre l'atto a Valutazione Ambientale Strategica, una procedura che valuta preventivamente gli effetti ambientali di ampio respiro che derivano da scelte strategiche. Ma il Ministero per evitare a tutti i costi la VAS ha inventato scuse che non stanno in piedi: facendola, infatti non avrebbe potuto imporre, come sta cercando di fare, nelle Marche (e in altre Regioni) inceneritori non voluti e non necessari.
Per questo oggi è stata discussa e approvata una mozione del Movimento 5 Stelle che impegna la Regione a presentare un ricorso, anche in coordinamento con altre Regioni, per l’annullamento del DPCM. Non possiamo accettare infatti imposizioni che vanificherebbero ogni possibile sviluppo di una migliore gestione dei rifiuti e, più in generale, di economia circolare; non possiamo accettare che venga preclusa “ab divinis” la possibilità di pubblica partecipazione, prevista dalla normativa; non possiamo accettare che vengano saltati a piedi pari tutti gli aspetti ambientali (che si traducono in vivibilità e salute).
Vincendo questo ricorso obbligheremo il ministero a riavviare da capo l'intero iter, all'interno del quale i cittadini avranno modo di porre all'attenzione le loro osservazioni, e in cui si dovrà valutare seriamente se un inceneritore nelle Marche è davvero la migliore (e l'unica) scelta possibile.

(Movimento Cinque Stelle Marche)

mercoledì 6 aprile 2016

L'inganno del Governo, il Canone in bolletta #NoCanoneInBolletta (VIDEO)



E' la richiesta della mozione, che mi vede prima firmataria, con cui oggi il M5S vuole eliminare l'inganno del Governo finalizzato al controllo della tv di Stato e dell'opinione pubblica. Il canone in bolletta non servirà a finanziare soltanto la Rai. 
In palese contrasto con i principi affermati dalla Corte costituzionale, le maggiori entrate che deriveranno dal canone in bolletta serviranno a finanziare, da un lato, il Fondo per la riduzione della pressione fiscale, dall'altro, come confermato dalla recente proposta di legge sull'editoria, il Fondo per il pluralismo, ovverosia i giornali e le tv locali.
I cittadini così ci rimettono due volte:


1. Perché pagano per un servizio che non gli viene offerto


2. Perché quello che ricevono è un'informazione distorta, viziata dai finanziamenti della politica.
Le risorse dei cittadini verranno utilizzate per mantenere in vita quotidiani e stampa di regime ormai in profonda crisi costretti ad assecondare i desideri del Governo di turno che li finanzia.

Carla Ruocco (M5S)