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lunedì 17 dicembre 2018

Matteo Renzi | "Firenze secondo me" è un flop

La prima puntata andata in onda su Canale Nove ha raccolto solo 367mila spettatori e da Milano Matteo Salvini ironizza...

Matteo Renzi incassa una netta bocciatura con il suo documentario "Firenze secondo me", che al debutto, sabato sera su Canale Nove si è fermato all'1,8 per cento di share. Secondo i dati Auditel l'ex segretario del Pd, nei panni di guida turistica della sua città, ha raccolto appena 367mila spettatori. Matteo Salvini non perde l'occasione per ironizzare: "Ha vinto anche la replica della Signora in giallo...".

Il documentario dell'ex premier, un viaggio attraverso luoghi simbolo con il racconto degli avvenimenti storici che hanno segnato l'ascesa della città, spaziando da Palazzo Vecchio al cuore degli Uffizi , dal corridoio del Vasari alla Basilica di Santa Croce, da Palazzo Pitti al Giardino di Boboli, insomma non ha convinto e si aggiudica il titolo di trasmissione meno vista delle principali in programma in palinsesto.

Aprendo il suo intervento alla scuola di formazione politica della Lega a Milano, Matteo Salvini non risparmia l'ironia e riferendosi al documentario dell'ex premier Matteo Renzi ha detto: "Basta con gli applausi, che poi mi monto la testa, poi finisco a fare documentari su Milano che fanno l'1,8% di share. Ha vinto anche la replica della Signora in giallo".
Seguiranno altri tre episodi per attraversare tutte le fasi della grandezza di Firenze. Renzi non batte ciglio e sui social ringrazia quei pochi che l'hanno seguito: "Buongiorno a tutti, grazie per i vostri messaggi! Sono in Cina per qualche ora, rientro domani per la legge di bilancio: non sono riuscito a rispondervi in tempo reale. Su #FirenzeSecondoMe grazie a tutti per i commenti, grazie davvero".

E ancora: "Firenze emoziona sempre e sono felice se sono riuscito ad accompagnarvi davanti al mistero di questa città. Sabato prossimo: i piccoli bambini degli Innocenti, la congiura dei Pazzi, la grande forza di Brunelleschi che rischia contro tutto e contro tutti, le porte del Paradiso". Infine chiude le porte ad un bis con un format simile in altre città italiane: "La proposta più bella e quella di chi suggerisce di fare anche una MilanoSecondoMe, una RomaSecondoMe, una NapoliSecondoMe. Sarebbe bellissimo, ovviamente condotti da personaggi che hanno una relazione speciale con queste città".

(Fonte TGCom24)

martedì 11 dicembre 2018

Non corro alle Primarie ma non vado in pensione

Ma per quanto riguarda il passato, i rimpianti non mancano: 
"Dovevo usare il lanciafiamme"
Il tris non ci sarà. Matteo Renzi non correrà per guidare il Pd. È lui stesso, al termine dell'ennesima giornata in cui roventi sono le linee telefoniche dei suoi, a fare chiarezza. "'Candidati al congresso', mi hanno scritto in tanti. Grazie del pensiero, ma non lo farò - scrive in un post "personale" sui social - Ho vinto due volte le primarie con il 70% e dal giorno dopo mi hanno fatto la guerra dall'interno. Mi sentirei come Charlie Brown con Lucy che gli rimette il pallone davanti per toglierlo all'ultimo istante. Non mi ricandido per la terza volta per rifare lo stesso - sentenzia - . Chiunque vincerà il congresso avrà il mio rispetto e non il logorio interno che ho ricevuto io".
Il passato, in realtà, è tutt'altro che archiviato. C'è un "errore" che Renzi non si perdona: "è stato non ribaltare il partito. Non entrarci con il lanciafiamme come ci eravamo detti - scrive ai destinatari della enews - . In alcuni casi il PD ha funzionato, in altre zone è rimasto un partito di correnti. Ritengo che le correnti siano il male del partito.


'Charlie Brown', comunque, resta in campo. Renzi rivendica la " gigantesca battaglia contro la cialtroneria di chi ci governa", messa in campo tutti i giorni in Parlamento, sui social, sui media (domani sarà nel salotto Tv di Porta a porta). Non è tutto, però. Nel 2019 il 'senatore semplice di Scandicci' sarà di nuovo in giro per l'Italia. "A fine gennaio uscirà un mio libro, per Marsilio, e girerò tutto il Paese, specie i piccoli borghi di provincia, per parlare e per ascoltare. Come ai vecchi tempi", annuncia. Poi un nuovo progetto: una WebTV alla quale sta lavorando "da mesi" per "non lasciare la rete in mano alle Fake News". E avanti anche con i comitati civici 'Ritorno al futuro' e con il "meraviglioso popolo" della Leopolda. "Io continuo a combattere: non corro per il congresso ma non vado in pensione - scrive avvertendo avversari e 'compagni' - resto in campo, sorridente e tenace. Perché il tempo è galantuomo. E io ci credo davvero".
Era quello che i renziani, smarriti, aspettavano. Una parola sul futuro, un segnale del leader. L'ex segretario, in realtà, non fa chiarezza fino in fondo. Nel lungo post non mette nero su bianco che la sua battaglia contro la "cialtroneria" gialloverde la combatterà da dentro il Pd, ma a chi - come Carlo Calenda - scalpita per sapere quale sarà la strategia dem alle Europee, l'ex premier si limita a dire che spetterà al nuovo segretario indicare la rotta. Il fatto che Renzi non abbia affatto intenzione di ritirarsi, comunque, alle 'truppe' basta. Nella giornata di martedì 11 dicembre decideranno come schierarsi al congresso. L'appuntamento è fissato alle 13. Luca Lotti e Lorenzo Guerini, in contatto costante in questi giorni, hanno convocato con un breve sms "i parlamentari che avevano dato disponibilità per la mozione Minniti". Ad oggi, due le ipotesi in campo: "O andiamo avanti con una candidatura nostra, identitaria, e testimoniamo la nostra posizione dentro il congresso, o altrimenti - viene spiegato - mettiamo su una squadra che affianchi quella già in campo a sostegno di Maurizio Martina".


In ogni caso trovare un nome spendibile, in queste ore, non sembra cosa semplice. Lorenzo Guerini ha ribadito il suo no. Per motivi di "sensibilità istituzionale", dal momento che siede sulla poltrona di presidente del Copasir. "Capisco che non sia di moda - ha confidato a chi lo voleva della partita - Sono di una vecchia scuola, se uno ha un ruolo istituzionale di garanzia non può essere candidato alla guida di un partito". E se negli scorsi giorni era circolato il nome del sindaco di Pesaro, adesso anche Matteo Ricci si chiama fuori. In pole ci sarebbe Teresa Bellanova: la passionaria renziana ha dalla sua il fatto di essere donna e avere una chiara matrice identitaria. Nicola Zingaretti aspetta. I sondaggi lo danno in testa col 41%, Renzi era dato secondo con il 31%, mentre Maurizio Martina è al 28%. "Insieme ai renziani - azzardano nell'entourage di quest'ultimo - possiamo ancora farcela".

(Fonte LaPresse)

venerdì 7 dicembre 2018

LA FACCIA TOSTA DI LADY ETRURIA

No, cara Boschi. A pagare l’incapacità di qualcuno, il governo del PD che ha governato l’Italia fino a pochi mesi fa purtroppo, sono stati tutti i cittadini italiani truffati dalle banche come quella del tuo papà. Te la ricordi? Hai provato a salvarla più volte, usando la tua posizione e il tuo ruolo da ministra.
Non solo, hai concepito anche una riforma costituzionale bocciata in ogni parte d’Italia senza mezze misure, ma la bocciatura era per te e per il tuo socio in affari Renzi oltre che per una riforma che serviva a dare ancora più potere alla vostra casta. Il prezzo che questo Paese paga per l’incapacità del tuo PD è alto, si.
“Le famiglie italiane hanno perso i propri risparmi”   

Il MoVimento 5 Stelle sta facendo grandi sacrifici per far rialzare la testa all’Italia che ci avete lasciato, mentre voi dai banchi dell’opposizione non avete ancora capito il disastro che avete seminato nel Paese.
Oggi, cara Boschi, in aula c’è una manovra che voi non avreste mai potuto concepire e realizzare, è vero. Il motivo? Perché aiuta le persone, non gli amici dei vostri amici e le banche di famiglia!

(Sabrina De Carlo M5S Camera)

sabato 5 maggio 2018

Manlio Di Stefano (M5S) una crisi di governo voluta




Dunque Matteo Salvini, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi che hanno scritto e votato l'immonda legge elettorale che ci ha consegnati a questo stallo, nonostante il MoVimento 5 Stelle l'avesse annunciato in anticipo, oggi dicono di voler fare un governo di scopo per scrivere una nuova legge elettorale e, nel frattempo, dare le risposte che gli italiani attendono da tempo.


Quindi secondo Salvini, Forza Italia e Partito Democratico, che hanno votato e sostenuto legge Fornero, Jobs Act, Buona Scuola, riforme basate sull'austerità e tutte le porcate legate all'immigrazione, da oggi dovrebbero tornare indietro per virtù dello Spirito Santo e dell'amicizia con la Lega Nord. Non solo, dopo aver scritto una legge elettorale pensata proprio per far fuori il M5S e qualsiasi nuova forza politica, oggi, che sono ancora più insignificanti in termini elettorali, dovrebbero partorire una legge veramente democratica.
Se non lo sapessi complice definirei Salvini un ingenuo.

(Manlio Di Stefano)

domenica 4 giugno 2017

#5giornia5stelle del 2 giugno 2017 #GliImbroglioni (VIDEO)


Questa settimana apre i battenti dall'aula di Montecitorio e dalla voce di Giorgio Girgis Sorial contro la cosiddetta manovrina che ha avuto l'ok della Camera e passerà ora al vaglio del Senato.
Ci spostiamo solo di pochi metri, in una stanza dei palazzi di Montecitorio, dove Danilo Toninelli e Roberto Fico ci aggiornano sull'abolizione dei vitalizi. Le promesse dei piddini Rosato, Renzi e Marchetti pare siano destinate ancora una volta a rimanere sterile propaganda televisiva. La legge a firma del deputato Marchetti che aveva trovato spazio nel calendario di Montecitorio in questa settimana solo grazie alla disponibilità del gruppo del MoVimento 5 Stelle (cosa del tutto insolita visto che si tratta di un gruppo di opposizione che cede uno dei pochi spazi cui ha diritto a favore della maggioranza che può gestirne molti di più), nel corso dell'ultima riunione dei capigruppo è stata spostata dal Partito Democratico a fine giugno e ci sono davvero poche speranze che possa mai vedere luce.




La battaglia contro i privilegi è al centro anche dell'azione degli eurodeputati penta stellati. Ascoltiamo a questo proposito Marco Valli da Bruxelles.
L'aula Pertini di Montecitorio è stata ospite di un prestigioso dibattito sul tema della giustizia. Presenti tanti nomi illustri, dal pm Nino Di Matteo a Piercamillo Davigo e Marco Travaglio. A fare gli onori di casa ci ha pensato tra gli altri Alfonso Bonafede del cui intervento ascoltiamo un breve estratto.
Spazio poi ad Alessandro Di Battista circa la denuncia di un deputato alfaniano di un presunto complotto ai danni del governo Gentiloni ordito da Renzi. Uno scenario inquietante su cui il MoVimento 5 Stelle intende far luce.
Una buona, ma tardiva, notizia viene dall'aula di Palazzo Madama dove ascoltiamo Laura Bottici annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle all'avvio dei lavori di una commissione d'inchiesta parlamentare sulla cooperativa il Forteto, scenario di abominevoli violenze nei confronti di minori. Con l'auspicio che la Camera approvi presto l'inizio dei lavori così da poter almeno cominciare a lavorare su questo tema certamente scomodo al PD toscano.

Ascoltiamo poi Luigi Gallo dalla piazza di Monte Citorio protestare insieme al personale addetto alle pulizie della scuola, vittime dell'ennesima proroga governativa. La nostra rassegna si sposta ora all'aula del Senato dove ascoltiamo il parere favorevole di Nicola Morra e del MoVimento 5 Stelle ad un provvedimento che restituisce un piccolo comune lombardo alla provincia di Bergamo. Nelle parole del senatore pentastellato tutta l'indignazione verso l'abuso del potere politico perpetrato ai danni di istituzioni e cittadini per meri interessi clientalari.
Chiudiamo con Giovanni Endrizzi che ci parla dei danni derivanti all'immagine del calcio dalla regola del "paracadute".


(MoVimento 5 stelle)

martedì 11 aprile 2017

REPORT Rai 3 - ENI Giglio Magico caso CONSIP malaSanità (VIDEO)


In questa puntata Report si muove sulle tracce della tangente descritta come 'la più grande al mondo'. Parliamo del miliardo di dollari che sarebbe stato pagato da Eni per l'acquisto di un blocco petrolifero in Nigeria. Seguendo la pista del denaro, ci siamo ritrovati a Londra, Ginevra, Lugano, New York, Washington e a Pointe-Noire in Congo-Brazzaville, dove i nostri inviati sono stati arrestati dai servizi di sicurezza.




VIDEO



A seguire, un'inchiesta sullo sventato rischio di fallimento, nel 2015, del quotidiano L'Unità: Salvare un grande giornale di partito dal crac è qualcosa che serve a garantire il pluralismo o invece piuttosto a gonfiare il portafoglio dei privati accorsi al capezzale? Infine, sanità: è mai possibile che nelle sale operatorie degli ospedali entrino dei dispositivi medici non a norma? Report racconta come è possibile aggirare i controlli e ottenere la certificazione europea

martedì 21 febbraio 2017

BEPPE GRILLO: Renzi sta ricostruendo la Democrazia Cristiana (VIDEO)


Renzi non mollare, io ti sono favorevole io farò delle cose meravigliose per te in rete, spargerò la voce che sei un uomo leale che non hai mai raccontato storie nella tua vita che hai una famiglia meravigliosa e un Papà meraviglioso....quindi torna non andare via, il paese ha bisogno...l'ultimo centimetro prima di sprofondare nell'abisso di un tuo aiuto sennò da soli non ce la facciamo.

lunedì 16 gennaio 2017

A Bruxelles lo chiamano "il conto di Renzi" l'uomo voragine


E come al solito le sue bugie le pagheremo con le nostre tasse.
Da Sindaco ha indebitato Firenze per arrivare a Palazzo Chigi. Poi a Palazzo Chigi ha indebitato l'Italia per foraggiare chi lo aveva mandato lì.
Risultato? Oltre 100 miliardi di euro di debiti e nessun conto in regola. Un uomo, un buco di bilancio.

Quando Renzi faceva il Sindaco di Firenze, il suo bilancio comunale è stato bocciato per quattro volte di fila dalla Corte dei Conti: "sappiamo solo che c’è uno sbilancio di 50 milioni di euro, dobbiamo trovare 50 milioni”, dichiarò il nuovo Sindaco di Firenze Nardella appena insediato a Palazzo Vecchio. I 50 milioni alla fine li stanno facendo pagare ai cittadini.
Lui spreca e sperpera con le promesse elettorali, poi lascia i suoi avatar a fare il lavoro sporco.

A Gentiloni tocca lo stesso destino di Nardella: nell'ultima Legge di Bilancio del Governo Renzi mancano all'appello 3,4 miliardi di euro, a Bruxelles lo chiamano "il conto di Renzi", ma in realtà vogliono farlo pagare a noi con una manovra straordinaria.
Per vincere al referendum, "l'uomo voragine" aveva promesso aumenti pensionistici, bonus di vario genere, abbassamento delle tasse, abolizione di Equitalia e una batteria di pentole in omaggio.
Promesse che già a novembre non quadravano nei conti della Commissione Europea, ma in UE si sono guardati bene dal certificarlo ufficialmente: per l'establishment doveva vincere il SI e non si doveva disturbare il manovratore.
 Purtroppo i rilievi sono arrivati questa settimana e si prospetta una manovra lacrime e sangue.
Sia chiaro, questi 3,4 miliardi di euro sono richieste fatte dalla UE in nome dell'austerity che noi abbiamo sempre combattuto. Soldi che in ogni caso non avremmo mai speso in mance elettorali.
Il Pd che finge di litigare con la UE prima delle elezioni e dopo esegue a testa bassa, ora vuole aumentare le tasse per colmare i 3,4 miliardi.
Io il "conto di Renzi" lo farei pagare al Pd, che prima critica i paramentri UE, poi li viola e poi abbassa la testa facendo pagare a noi.
A Junker, che per coprire la campagna referendaria truffaldina di Renzi ci presenta il conto solo ora, dico che ancora una volta ha dimostrato tutta l'ipocrisia e l'inadeguatezza di questa Unione Europea.

(Luigi Di Maio M5S Camera)

martedì 10 gennaio 2017

Spiavano Renzi, Draghi e Monti, due arresti a Roma.

A finire in carcere Giulio Occhionero, 45 anni, ingegnere nucleare e sua sorella Francesca Maria, 49 anni, noti personaggi dell'alta finanza capitolina residenti a Londra ma domiciliati nella Capitale. L'operazione è stata condotta in collaborazione con la Cyber Division dell'Fbi. Il Gip: "Altamente probabile lo spionaggio politico e militare"

Tenevano sotto controllo i pc degli ex presidenti del Consiglio Matteo Renzi e Mario Monti e del presidente della Bce Mario Draghi. Ma anche di nomi altisonanti della finanza. E poi istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali, imprenditori di livello nazionale. Lo ha scoperto la Polizia che ha smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. L’indagine, condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma, ha portato all’arresto di due persone: Giulio Occhionero, 45 anni, ingegnere nucleare e sua sorella Francesca Maria, 49 anni, noti personaggi dell’alta finanza capitolina residenti a Londra ma domiciliati a Roma.


Giulio Occhionero risulta titolare della Westlands Securities Srl Limited, compagnia registrata a Malta all’indirizzo “Suite F, Block A, Dolphin Court, Embassy Way, Ta’ Xbiex”. Ai due vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. A questo proposito, scrive il Gip Maria Paola Tomaselli nell’ordinanza di custodia cautelare, ulteriori indagini sui dai sottratti dai due e contenuti su server esteri potrà portare a un “aggravamento delle contestazioni, atteso che una volta dimostrata la segretezza di alcuni di essi e la loro pertinenza al settore politico e o militare già oggi altamente probabile sarebbe inevitabile qualificare ricondurre le azioni criminose nell’ambito dei delitti contro la personalità dello Stato, articoli 256 e 257 del Codice penale”. Ovvero il “Procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato” e lo “spionaggio politico e militare“.
Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) – infettati con un malware chiamato Eyepyramid– che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza. Occhionero, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, “riceveva regolarmente sul suo PC tutti i dati che il malware carpiva
dai PC delle vittime”.

I due, recita ancora l’ordinanza, “accedevano abusivamente a caselle di posta elettronica protette dalle relative password di accesso sia personali che istituzionali appartenenti a professionisti del settore giuridico economico nonché a numerose autorità politiche e militari di strategica importanza a o di sistemi informatici protetti utilizzati dallo Stato e da altri enti pubblici” come “istruzione.it, gdf.it, bancaditalia.it, camera.it, senato.it, esteri.it, tesoro.it, finanze.it, interno.it, istat.it, comune.roma.it, regione.campania.it, regione.lombardia.it, matteorenzi.itpartitodemocratico.it, pdl.it, cisl.it”. E poi società private: “aceaspa.it, enel.it, eni.it, enav.it, finmeccanica.com, fondiaria.sai.it” con tanto di “account di posta elettronica tra i
quali figurano personalità di vertice delle società e delle istituzioni elencate”.
L’attività di dossieraggio andava avanti da anni “e non era mai cessata come testimonia il dato che durante tutto il periodo di osservazione compiuto dagli operanti e dai loro ausiliari il malware era oggetto di continua evoluzione. In particolare veniva riscontrato che nel mese di luglio vi sono state aggiunte due nuove classi aventi il compito rispettivamente di creare alert in base ad una lista di parole chiave e di geolocalizzare la vittima in base all indirizzo IP”.

L’indagine è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail: indirizzata all’amministratore di rilievo di un’ infrastruttura critica nazionale, conteneva il virus Eyepyramid. Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime. Tra gli osservati dall’ “Occhio della Piramide” anche Stefano Bisi, Gran Maestro della Massoneria del Grande Oriente d Italia e altri appartenenti alla loggia massonica archiviati sotto la sigla “BROS” (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all’estero. Con la sigla “POBU” (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale.
L’operazione è stata condotta in collaborazione con la Cyber Division del Federal Bureau of Investigation. L’analisi dell’enorme mole di materiale sequestrato oltre oceano, inoltre, permetterà di ricostruire l’intero giro di interessi sedente dietro tale imponente esfiltrazione di dati dai sistemi informatici delle vittime, attraverso un attacco informatico del tipo APT che non ha precedenti in Italia, e consentirà l’approfondimento dei rapporti intrattenuti dagli arrestati con soggetti coinvolti in vicende giudiziarie di notevole rilievo.
(ilFattoQuotidiano)

mercoledì 7 dicembre 2016

Beppe Grillo: vogliamo andare al voto al più presto (VIDEO)


Renzi non è abituato alle elezioni, ne ha paura e crede che sia un ordigno del MoVimento 5 Stelle: "Non lascio questa arma a Grillo" ha detto il premier dimissionario congelato. Vorrei tranquillizzarlo. Le elezioni non sono un'arma, tantomeno una mia arma. Sono lo strumento democratico che gli italiani hanno, come sancito dalla Costituzione, per eleggere i rappresentanti della Camera e del Senato (grazie alla vittoria del NO, altrimenti li avrebbero decisi i partiti) e indicare così la loro volontà su quello che il governo deve fare.


VIDEO



Noi vogliamo andare al voto al più presto perché i cittadini hanno il diritto di esprimersi non per usarlo contro qualcuno. L'arma contro la volontà popolare sono stati i governi alla Renzi e alla Monti non eletti da nessuno. Prima si vota meglio é. Noi la pensiamo così, il PD che ne pensa? La voce del suo segretario conta ancora qualcosa? Basta chiacchiere e battute. Siate chiari davanti agli italiani. Aspettiamo una risposta dopo la vostra direzione.

(Beppe Grillo)

mercoledì 30 novembre 2016

Inceneritore nelle Marche: Approvata la mozione del M5S in regione


La Regione Marche si impegna a ricorrere contro il DPCM inceneritori.
Il Ministero dell'Ambiente mediante il DPCM del 10 agosto 2016 di fatto impone alla Regione Marche un inceneritore, scavalcando tutta la pianificazione regionale in materia di rifiuti.
Il DPCM è a tutti gli effetti un programma nazionale perciò, la normativa parla chiaro, si sarebbe dovuto sottoporre l'atto a Valutazione Ambientale Strategica, una procedura che valuta preventivamente gli effetti ambientali di ampio respiro che derivano da scelte strategiche. Ma il Ministero per evitare a tutti i costi la VAS ha inventato scuse che non stanno in piedi: facendola, infatti non avrebbe potuto imporre, come sta cercando di fare, nelle Marche (e in altre Regioni) inceneritori non voluti e non necessari.
Per questo oggi è stata discussa e approvata una mozione del Movimento 5 Stelle che impegna la Regione a presentare un ricorso, anche in coordinamento con altre Regioni, per l’annullamento del DPCM. Non possiamo accettare infatti imposizioni che vanificherebbero ogni possibile sviluppo di una migliore gestione dei rifiuti e, più in generale, di economia circolare; non possiamo accettare che venga preclusa “ab divinis” la possibilità di pubblica partecipazione, prevista dalla normativa; non possiamo accettare che vengano saltati a piedi pari tutti gli aspetti ambientali (che si traducono in vivibilità e salute).
Vincendo questo ricorso obbligheremo il ministero a riavviare da capo l'intero iter, all'interno del quale i cittadini avranno modo di porre all'attenzione le loro osservazioni, e in cui si dovrà valutare seriamente se un inceneritore nelle Marche è davvero la migliore (e l'unica) scelta possibile.

(Movimento Cinque Stelle Marche)

lunedì 14 novembre 2016

Alfano passa a Renzi la lista dei nominativi degli Italiani all'estero



Renzi gioca d'azzardo sul voto degli italiani all'estero. 
Dalla campagna condotta direttamente dal Giglio magico alle regole piegate, dalla pioggia di regalie con la Legge di Bilancio alla propaganda pagata con denaro pubblico.

L'ultimo caso, clamoroso, è la gestione dell'indirizzario degli italiani all'estero, negato al Comitato del No e utilizzato dal Comitato del Sì per mandare una lettera firmata da Renzi stesso a tutti i connazionali oltre frontiera. Che è un giallo: chi ha acquisito gli indirizzi? Di fronte alle rimostranze delle opposizioni, il Comitato del Sì ha fatto sapere che erano stati loro e che Renzi la firmava in qualità di segretario del Pd.
L'annuncio del messaggio però l'aveva dato il ministro Boschi e con queste parole: «Non so se sia già arrivata la lettera del presidente del Consiglio agli italiani all'estero. Arriverà contemporaneamente alla scheda elettorale. Non insieme fisicamente, che poi scatta la polemica». E anche il ministro dell'Interno Alfano aveva ribadito il punto: «È un'iniziativa assolutamente normale che ha tutta l'istituzionalità che giustifica l'intervento di un presidente del Consiglio che promuove il voto. Suscita uno scandalo perché c'è troppa ipocrisia». Dunque qual è la versione autentica? Quella del Comitato che vede Renzi segretario di partito o quella dei ministri con Renzi premier?

Ma c'è di peggio. Giuseppe Gargani, europarlamentare e presidente del «Comitato popolare per il No al referendum» fa scoppiare il caso: «A ottobre abbiamo chiesto i riferimenti degli italiani all'estero, il Viminale ci ha dato un dischetto con i nomi, ma senza indirizzi e numeri telefonici, per esigenze di privacy. Debbo ritenere che la regola sia generale e valga per tutti, altrimenti ci sarebbe una vistosa e grave alterazione della campagna elettorale». In realtà il Garante ha chiarito che è lecito l'uso degli indirizzari per fini elettorali. Il diniego a una sola parte è dunque uno scivolone clamoroso. Tanto che da Firenze Matteo Salvini, annuncia esposti in Procura: «Lunedì la Lega e i comitati del No li presenteranno perché comprarsi gli indirizzi di milioni di italiani residenti all'estero per spedire la letterina sul referendum è un reato penale». Renato Brunetta rincara parlando di «abuso d'ufficio» e parte dal centrodestra una richiesta a Mattarella perché intervenga a tutelare la regolarità del voto. In serata il Viminale ha sostenuto di aver consegnato gli stessi dati a tutti e quattro i Comitati referendari.
C'è poi il capitolo dei fondi stanziati nella legge di Bilancio per «comprare» consenso. Il Giornale aveva denunciato una pioggia di fondi per 50 milioni. Il Fatto ieri ha scovato altre voci, facendo salire il conto a 160 milioni. E il giorno prima aveva rivelato l'esistenza di un documento riservato firmato dall'ambasciatrice Cristina Ravaglia in cui si denunciava il voto all'estero come «contrario ai principi costituzionali che sanciscono che il voto sia personale, segreto e libero». Vincenzo Pessina, coordinatore di Forza Italia all'estero, denuncia da tempo come avvengono i brogli: «I nostri emigranti fanno riferimento ai patronati, quasi tutti controllati dalla sinistra. Portano la lettera che ricevono dal consolato chiedendo cosa fare e la risposta è lascia tutto qui che ci pensiamo noi. E anche la trasmissione delle lettere con i voti ai consolati e lo smistamento nel centro di raccolta in Italia sono pieni di buchi neri».
(Giuseppe Marino il Giornale)

lunedì 7 novembre 2016

DIEGO FUSARO: La Leopolda? il Bilderberg de << noaltri >>



di Diego Fusaro - Ed è ancora una volta il tempo della Leopolda a Firenze. Il Pd si dà convegno nel capoluogo toscano per discutere dei propri progetti e della propria prospettiva. Con in prima fila, come sempre, magnati della finanza, signori del globalismo ed esponenti vari dell’aristocrazia finanziaria sradicata e sradicante. Se il vecchio Pci di Gramsci stava al fianco dei lavoratori contro il capitale, il Pd si è disposto ben altrimenti: sta al fianco dei nemici dei lavoratori e difende apertamente il capitale, subito squalificando come reazionario, populista e complottista chiunque si proponga di contrastarlo.


La Leopolda – diciamolo senza perifrasi – si pone come una specie di Gruppo Bilderberg in piccolo, il comitato d’affari del capitale finanziario che decide come distruggere meglio il mondo del lavoro e del sociale, chiamando “progresso” tale sciagura. Se il Pd della Leopolda è il partito dell’aristocrazia finanziaria globalista, ne segue more geometrico che il suo nemico è la nuova plebe senza diritti a cui il capitale dal 1989 ad oggi sta portando via tutto (articolo 18, diritti sociali, scuola, futuro, ecc.): il nemico dell’aristocrazia finanziaria rappresentata dal Pd è la nuova classe in fieri composta dal vecchio proletariato e dalla vecchia classe media aggredita dall’aristocrazia finanziaria mediante rapine finanziarie gestite ad hoc con solerte continuità (bail in, ecc.).
Lo ripeto qualora fosse sfuggito ai più distratti: alla Leopolda il Pd sta coi globalisti e coi signori della finanza, contro la classe lavoratrice e contro la classe media. Alla Leopolda il Pd è protetto a suon di manganellate contro chiunque osi dissentire. Insomma, avete capito o no cos’è davvero il Pd? È il capite che veste in rosso per ingannarci meglio e, quindi, per attaccarci più efficacemente.
(Fonte: Diego Fusaro)

venerdì 4 novembre 2016

Incontro Grillo vs Renzi: Beppe Grillo risponde così (VIDEO)



La risposta di Beppe Grillo alla richiesta di un faccia a faccia con Matteo Renzi.

Caro Matteo, stai girando come un piccolo gerontofilo a caccia di anziani per talkconfronti televisivi. Ti piacciono gli anziani come padri e come vittime immaginarie: sei contemporaneamente gerontofilo e gerontofobo. Sei così abituato a farti dare ragione per sfinimento che vorresti confrontarti con noi grandi vecchi sino al giorno del giudizio, quello che tu vivi come giorno del giudizio: ma perché? Non mi metterai lì come Zagrebelsky o De Mita. Non mi faccio accostare o aggiungere in questa risibile passerella. Mi hai fatto rimanere anche un po' male sinceramente, non mi sento uno di loro. Però le rughe ce le ho!
Tu credi che mettere in fila degli anziani a discutere con te possa darti quel prestigio che ti manca in modo soffocante, sino al tormento interiore. Ma è il Paese che sta soffocando! Continui a dimenticarlo... credo non ti abbia mai preoccupato. Credi, come un bambino, che giocare con i grandi ti faccia crescere, ma no... sono regali che non meriti.





La tua retorica lattante non è per me, perché non è per il Paese, non SERVE AL PAESE!
Facciamo così
Vuoi confrontarti in TV? Abbiamo un vicepresidente della camera bello giovane, pronto a sopportarti. Io non ti lascio lì a dire panzane senza darti un taglio secco, lo sai bene, lo ho già fatto nello STREAMING (VIDEO sopra).

Se mi vuoi mi trovi in piazza, tra la gente, per rispetto del mio habitat naturale. Si Matteo... in mezzo alla gente, non quelli che ti porti dietro come un venditore di vasellame. Ti proteggo io Matteo, e poi sai... dal palco le rughe si vedono meno, da li e' la credibilità ad essere regina. Il palco e' curioso sai? Una macchina della verità. Dovresti provarla qualche volta, aiuta a sentirsi e vedersi con gli occhi della gente e aprirebbe i tuoi di occhi.

martedì 1 novembre 2016

MATTEO RENZI Terremoto del 30 Ottobre, le misure del Governo (VIDEO)



Ci saranno 4 fasi, il Consiglio dei ministri si è riunito lunedì 31 ottobre 2016, alle ore 17.31 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. 

Il Consiglio dei ministri, convocato in via straordinaria, ha incontrato i Presidenti delle Regioni colpite ancora una volta da un terribile terremoto e ha ascoltato il Capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani che –  anche a nome dei Governatori – hanno svolto una relazione sulla drammatica situazione che Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo stanno vivendo.



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Il Consiglio dei ministri ha quindi assunto una delibera che integra per la seconda volta la dichiarazione di stato d’emergenza del 25 agosto scorso per tener conto degli effetti dell’ultimo sisma e che consente al Capo del Dipartimento della protezione civile di operare con la massima tempestività ed efficacia.
La delibera autorizza inoltre uno stanziamento aggiuntivo di 40 milioni di euro, che si sommano alle risorse già stanziate per le stesse aree in occasione dei precedenti terremoti.
Il Consiglio dei ministri ha infine convenuto sulla necessità di procedere in tempi molto stretti all’adozione di un nuovo decreto legge finalizzato a rispondere all’eccezionalità della situazione che si è determinata accelerando ulteriormente le procedure e consentendo risorse aggiuntive di personale a disposizione degli enti locali per far fronte alle centinaia di migliaia di verifiche tecniche che andranno effettuate.

lunedì 31 ottobre 2016

Giulia Sarti (M5S) le ragioni del si e del no (VIDEO)






L'aria che tira La7 Giulia Sarti (M5S) evidenzia perchè votare no al referendum costituzionale del 04 Dicembre 2016

lunedì 3 ottobre 2016

L'assessore M5S di Roma Paola Muraro querela Matteo Renzi



Il mio legale, avvocato Alessio Palladino, ha depositato presso il Tribunale di Roma una querela per diffamazione nei confronti di Matteo Renzi, a causa degli indebiti accostamenti tra Mafia Capitale e la mia persona formulati dal premier.
Altre querele sono state presentate nei confronti di chi ha speculato sulla mia vita privata e ha rappresentato atti non veri, configurando così un’azione diffamatoria. Ho perseguito il diritto e il dovere di tutelarmi, in seguito al linciaggio quotidiano e vergognoso che ho subito nelle ultime settimane.
Continuo a lavorare a pieno ritmo al servizio dei cittadini romani fronteggiando il sistema di potere che, con il supporto di tutte le forze politiche, ha messo in ginocchio la città.

(Paola Muraro)

giovedì 1 settembre 2016

I dati ISTAT non combaciano con le Slide di Matteo Renzi




I dati sulla disoccupazione in Italia diffusi oggi dall'Istat sono un bollettino di guerra!
1) Solo a luglio abbiamo perso 68 mila posti di lavoro indipendenti (una strage di professionisti e imprenditori: l'Italia riparte? Certo!)
2) Aumentano quelli che perdono le speranze di trovare un'occupazione +53 mila (ma saranno sicuramente dei gufi)
3) 51 mila donne hanno perso il loro impiego e altre 52 mila hanno perso le speranze di trovarne uno (attendiamo una dichiarazione della Presidente Boldrini)
4) Negli ultimi 12 mesi abbiamo perso 135 mila posti di lavoro tra i cittadini con meno di 50 anni e la disoccupazione giovanile sfiora di nuovo il 40% (la riforma Fornero miete altre vittime)






Il Governo Renzi ha sperperato oltre 10 miliardi di euro per l'inutile quanto pericoloso Jobs Act. Li poteva investire in sicurezza degli edifici, quello si che avrebbe creato lavoro, ma soprattutto salva le vite. E' ridicolo parlare di "Casa Italia" dopo i terremoti. Prima si sperperano miliardi di euro in Leggi che piacciono solo alla Germania e alla Banca Centrale Europea, e poi si annunciano piani antisismici che non hanno coperture economiche proprio perché a Bruxelles non ci permettono di fare investimenti a debito.
In un Paese democratico, dopo questi dati, il GOVERNO SI SAREBBE GIÀ DIMESSO.

Luigi Di Maio (M5S)